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Guardia di Finanza: a Torino conclusa l’esercitazione delle unità cinofile del SAGF specializzate nelle emergenze di persone disperse in maceria e in frana

Di Antonio Leone

Torino. Venti unità cinofile del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (SAGF) hanno partecipato a Caselette (Torino) ad un’importante attività di esercitazione e sperimentazione alla quale sta collaborando l’Università di Perugia.

Finanzieri impegnati nel soccorso in occasione del sisma di Amatrice

Le unità cinofile del SAGF, provenienti da gran parte delle 27 Stazioni del Corpo (dislocate sull’intero arco delle Alpi, l’Appenino, l’Etna e sui rilievi montuosi della Sardegna) oltre ad affinare le loro già spiccate capacità d’intervento, hanno avuto modo di fare il punto su un avanzato progetto di ricerca avviato nel 2011 nel quale, oltre all’ateneo perugino, è impegnata la Scuola Alpina di Predazzo (Trento) attraverso il dipendente Corso di Addestramento Alpino di Passo Rolle.

La GdF è altamente addestrata nel soccorso in montagna

Il progetto in parola, che ha visto la realizzazione di 12 sessioni di studio “in neve”, si prefigge l’obiettivo di indagare le varie dinamiche ambientali e comportamentali che incidono sui cani da ricerca in valanga.

Proprio tal riguardo, sono stati dunque analizzati i fattori fisico-chimici che vengono a formarsi sugli strati nevosi che precipitano a valle ma anche le risposte comportamentali delle unità cinofile che, come noto, sono composte da un binomio indissolubile uomo/cane.

Gli inevitabili fattori di stress dovuti alla necessità di rintracciare i dispersi nel minor tempo possibile, pur senza tralasciare nulla delle delicate procedure di ricerca, al quale si unisce la fatica fisica determinata dall’operare su pendii in alta quota ed a temperature spesso molto basse, hanno poi dato spunto nel tracciare i limiti che incidono sulle capacità dell’animale e che vanno a ricercarsi nell’ambiente, nella concitazione della response operativa e del trasferimento sugli scenari d’intervento (che può avvenire anche a bordo di elicottero) nonché nella fatica, ovvero quel mix di potenziali fattori che incidono negativamente sulle performance del quadrupede, ma che possono essere comunque riconosciuti ed attenuati grazie ad una rilevazione fisiologica unita ad un’attenta osservazione comportamentale del cane.

Sulla base di queste esperienze, l’interessante progetto di studio è stato allargato anche alla sperimentazione su un diverso ambiente d’intervento, vale a dire quello della ricerca di dispersi in maceria/frana e che ha sempre come base di riferimento la Scuola Alpina GdF di Predazzo, istituto presso il quale si formano le unità cinofile ma anche tutti i finanzieri del Soccorso Alpino del Corpo, ed è stata proprio l’esercitazione di Caselette ad offrire la location ideale per le sessioni addestrative e di studio dedicate alla ricerca di persone disperse sotto materiali franati al suolo.

Nel caso specifico, tutte le azioni di ricerca condotte dalle unità cinofile impegnate sono state interamente filmate per poterne poi analizzare ogni singolo movimento, con un parallelo studio sulle modificazioni morfologiche che intervengono durante e dopo l’attività fisica, l’abilità dei cani nel rilevare le tracce odorose dei dispersi nonché la capacità di segnalarle con sufficiente precisione ai loro finanzieri-conduttori.

Tra le finalità dello studio vi è infatti quella di osservare e valutare la resilienza dei cani sottoposti a più attività di ricerca, anche per ottimizzare al meglio i periodi di riposo necessari al miglior rendimento psicofisico dell’animale.

Le razze che la Guardia di Finanza generalmente impiega per questo particolarissimo settore d’intervento sono il pastore tedesco grigio, il pastore belga malinois ed il border collie; razze che per la loro morfologia robusta ma anche per la loro innata attitudine al gioco, al lavoro, alla docilità ed alla socialità, garantiscono ottimi risultati nelle delicate prestazioni che gli vengono richieste.

Per questo, quando sono ancora in fase di crescita, gli animali vengono testati da personale del Servizio Veterinario e Cinofili del Corpo al fine di valutarne le capacità cognitive e le abilità fisiche necessarie alla movimentazione ed alla ricerca su terreni nevosi, fangosi, sconnessi o franosi.

Le unità cinofile costituiscono un’autentica eccellenza nel Corpo della Guardia di Finanza (che le impiega con grande successo anche nei settori dell’antidroga, dell’antiterrorismo nonché a contrasto dei traffici di valuta) e quelle del SAGF addestrate presso la Scuola Alpina di Predazzo – istituto che compie quest’anno i 100 anni dalla sua fondazione – seguono un iter addestrativo particolarmente severo che dopo un anno le specializza nella ricerca di persone disperse in neve ed in superfice, per poi proseguire nel loro lungo percorso formativo anche nella ricerca di persone disperse in maceria/frana.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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