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Guardia di Finanza: a Venezia sequestrati due centri-massaggi a “luci rosse”. Arrestati i due gestori e sequestrati beni per 720 mila euro

Di Antonella Casazza

VENEZIA. Due persone (un cittadino italiano ed un cittadino cinese) sono stati arrestati dai finanzieri del Comando provinciale di Venezia, al termine di un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica che ha interessato due centri-massaggi rivelatisi poi essere a “luci rosse”.

Nei centri estetici in parola – ubicati i due località del Veneziano e del Trevigiano – in realtà veniva praticato l’esercizio del meretricio, che le Fiamme Gialle hanno scoperto dopo un’indagine inizialmente avviata per altre finalità.

Gli investigatori della GDF veneziana impegnati nelle indagini

I militari avevano infatti attenzionato i due esercizi a seguito di un controllo effettuato in materia di sommerso da lavoro, ma nei locali avevano altresì riscontrato la presenza di giovani asiatiche – molte delle quali irregolari sul territorio nazionale – che vestivano sempre in abiti succinti.

Alla luce di tali circostanze la competente Autorità Giudiziaria disponeva ulteriori approfondimenti, che gli investigatori della GDF veneziana hanno condotto avvalendosi di intercettazioni ma anche di informazioni assunte da probabili clienti dei due centri estetici in questione, classiche attività di polizia giudiziaria che hanno permesso di far emergere gravi indizi sulla condotta tenuta dai due gestori, i quali avrebbero adibito quegli stessi locali ad attività illecite impiegando ragazze che venivano reclutate tramite la piattaforma cinese WeChat, a cui seguiva la fase della pubblicizzazione in rete del servizio offerto.

Sulla base dei puntuali e circostanziati elementi probatori forniti al riguardo dai finanzieri, il GIP del Tribunale di Venezia ha disposto nei confronti dei due gestori la misura cautelare degli arresti domiciliari, oltre che il sequestro preventivo dei centri massaggi nonché di disponibilità finanziarie per 720 mila euro, mentre l’accusa per entrambi è di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

La Guardia di Finanza a Venezia

Da rilevare altresì come – in corso di esecuzione dei citati provvedimenti giudiziari – i militari operanti abbiano riscontrato la presenza, in uno dei centri, di due clienti italiani e di tre ragazze di origini cinesi, tutte quante clandestine in Italia e che pertanto sono state segnalate alla locale Autorità Giudiziaria.

Rimane comunque opportuno ricordare come per ogni persona sottoposta ad indagini viga il principio della presunzione d’innocenza, che va riconosciuto in tutte le fasi del procedimento, sino ad eventuale pronunciamento di sentenza irrevocabile di condanna.

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