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Guardia di Finanza, operazione “Capodanno Sicuro”: sequestrati a Napoli, nel corso di più interventi, oltre 1.200 chili di “botti” illegali. Denunciate otto persone

Di Antonella Casazza

NAPOLI. Ha un nome inequivocabile “Capodanno Sicuro” l’operazione che i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli stanno conducendo da giorni sull’ampia zona urbana affidata alla loro vigilanza e che, come sempre avviene in questo periodo dell’anno, ha lo scopo di “bonificare” il territorio da depositi, fabbriche e rivendite clandestine di artifizi pirotecnici illegali, con risultati che non sono certo tardati a manifestarsi.

Le autopattuglie della Guardia di Finanza di Napoli nel corso di un intervento

Nelle ultime ore le fiamme gialle partenopee hanno posto sotto sequestro ulteriori “botti” (stavolta per più di 220.000 pezzi aventi un peso complessivo che supera i 1.200 kg) che i militari Gruppo Pronto Impiego di Napoli, dai Gruppi di Frattamaggiore, Nola e Torre Annunziata nonché dalla Compagnia di Ischia del hanno concluso positivamente, denunciando 8 soggetti (di cui uno tratto in arresto) che ora si trovano a rispondere dei reati di fabbricazione, detenzione, vendita e trasporto di materiale esplodente, nonché per violazioni delle norme antincendio e di pubblica sicurezza.

Entrando nel dettaglio delle attività spicca quella condotta nel quartiere partenopeo di Ponticelli, dove i “baschi verdi” hanno scovato all’interno di un’autovettura 100 ordigni esplosivi artigianali conosciuti come “cipolle”; controllo al termine del quale la conducente del veicolo è stata arrestata.

Botti illeciti rinvenuti a bordo dell’autovettura

In un secondo intervento condotto nei pressi di Piazza Mercato gli stessi “baschi verdi” hanno invece sequestrato un locale al cui interno erano stati stoccati 160.000 artifici pirotecnici detenuti illegalmente.

Nella descritta circostanza una donna, ritenuta la responsabile dell’illecito stoccaggio oltre che della vendita dei fuochi, è stata denunciata alla locale Procura della Repubblica nonché segnalata ai competenti uffici dell’INPS in quanto indebita percettrice del Reddito di Cittadinanza.

Nell’hinterland di Napoli, più precisamente tra Giugliano in Campania e Arzano, sono stati sequestrati altri 10.000 artifici pirotecnici, tutti privi di indicazioni sul quantitativo di miscela esplosiva con cui sono stati composti nonché di indicazioni sul loro utilizzo in sicurezza. Anche in questo il detentore della merce è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria.

È stata poi la volta del territorio nolano, dove durante un normale controllo su strada è stata fermata una station wagon condotta da un imprenditore di cinese, con a bordo diverse scatole contenenti materiale pirotecnico. Alle domande dei finanzieri sull’origine e sulla destinazione del suddetto materiale l’uomo non è stato però in grado di esibire alcuna autorizzazione e/o documentazione che ne legittimasse il trasporto, concludendo anche in questo caso il controllo con un sequestro il conseguente deferimento alla locale Procura del responsabile.

A Boscoreale i finanzieri hanno invece sorpreso due persone del posto – anche queste prive di qualsivoglia autorizzazione per il commercio – proprio mentre erano intente nella vendita di fuochi d’artificio all’interno delle proprie abitazioni. Non indifferente anche in questa circostanza il numero dei pezzi sequestrati (oltre 48.000 pezzi) tra i quali fuochi illegali anche di fabbricazione artigianale, con inevitabile denuncia per i due “commercianti”.

Parte dei botti sequestrati

Sull’isola di Ischia, dopo un’attenta attività di monitoraggio sui social network, i finanzieri della locale Compagnia sono invece riusciti ad individuare una privata abitazione adibita a punto-vendita (ovviamente illecito) di fuochi pirotecnici vietati, tra i quali è senz’altro da notare la presenza di una batteria da ben 20 kg contrassegnata dall’effige di Diego Maradona e 60 “cipolle” di fabbricazione artigianale, anche queste aventi un potenziale esplodente di elevata pericolosità.

Per la persona arrestata, nonché per tutti gli altri soggetti denunciati all’esito dell’operazione, le relative responsabilità penali debbono ancora trovare conferma in una eventuale e definitiva sentenza di condanna, sussistendo fino a quel momento la presunzione d’innocenza costituzionalmente prevista.

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