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Guardia di Finanza: sequestrati in porto a Livorno 40 kg. di cocaina purissima occultati in un carico di frutta proveniente dalla Colombia

Di Michele Toschi

Livorno. Sono 40 i kg. di cocaina purissima – che sul mercato clandestino della droga ha un valore di circa 6.400.000 euro – sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale di Livorno in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).

Il prezioso carico di “neve”, rinvenuto nelle aree doganali del porto labronico, era stato occultato all’interno di un container refrigerato contenente banane importate dalla Colombia e destinate ad un’azienda ortofrutticola italiana (risultata completamente estranea alla vicenda).

Il container-frigo utilizzato dai narcos sudamericani per l’illecito traffico era stato imbarcato su una nave cargo battente bandiera della Liberia proveniente dal porto colombiano di Cartagena, che aveva fatto scalo prima ad Algeciras (Spagna) e successivamente a Malta; Livorno era dunque l’ultimo scalo nel quale la frutta sarebbe stata sbarcata per poi essere destinata ai consumatori italiani.

All’atto dell’ispezione del grosso container (oltre 12 metri di lunghezza con un volume di carico superiore ai 67 metri cubi), qualcosa ha però attratto l’attenzione dei finanzieri e dei doganieri, ovvero una piccola anomalia sui sigilli apposti a chiusura delle botole che si trovano in corrispondenza del motore e del compressore di refrigerazione del container stesso. Un particolare non semplice da notare, ma che evidentemente non è sfuggito all’occhio allenato degli operatori della GDF e dell’ADM livornesi.

La droga sequestrata

A questo punto il riscontro sulla merce stivata è stato totale, ed ai finanzieri diretti dal Col. t.ST Gaetano Cutarelli, nonché al personale della Dogana, non c’è voluto molto per rintracciare tra la frutta 36 panetti di coca che i trafficanti avevano introdotto con il chiaro intento di recuperare la partita di droga prima che il container giungesse a destinazione.

Sulla vicenda giova evidenziare come non sia affatto semplice scovare questi carichi di stupefacenti celati tra le merci in transito, sia per i metodi di occultamento sempre più sofisticati utilizzati dai cartelli internazionali del narcotraffico, sia per l’imponente flusso di container che ogni anno sbarcano nei porti italiani (soltanto in quello di Livorno giungono circa 900 navi l’anno, con una media di circa 1.000 container-frigo provenienti ogni mese dal Sudamerica).

Per far fronte a tutto ciò, ecco dunque che gli operatori militari e civili, a cui ogni giorno è affidato l’importantissimo compito della vigilanza doganale, fanno forza su particolari analisi – denominate “di rischio” – grazie alle quali riescono a desumere la possibilità che un carico di merci sia stato “contaminato” da una partita di stupefacenti nascosta al suo interno, dunque ad operare controlli molto più mirati e sicuramente efficaci che poi sovente si concludono con importanti sequestri.

 

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