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Kosovo, luce verde degli Stati Uniti all’Esercito di Pristina. Resta alta la tensione politica con la Serbia che ha chiesto per lunedì la convocazione urgente del Consiglio di sicurezza dell’ONU

Pristina. Pieno sostegno dell’amministrazione Trump alla transizione graduale della Forza di sicurezza del Kosovo (KSF) ad una forza con un mandato di difesa territoriale,

Personale della Kosovo Security Force

Il messaggio è stato ribadito dall’Ambasciata degli Stati Uniti in Kosovo che ha evidenziato come il voto del Parlamento di Pristina, ieri, sia il primo passo nello sviluppo di questa capacità.

L’Ambasciata statunitense, in un comunicato stampa, ha dichiarato che leggi approvate dai deputati kosovari non apportano cambiamenti immediati alla struttura, alla missione od alle operazioni della forza ma rappresentano l’inizio del lavoro pratico e in corso per la costruzione di una NATO trasparente, multietnica, forza interoperabile che serve tutte le comunità del Kosovo, in accordo con il piano di transizione decennale del Governo del Kosovo.

“Chiediamo al Governo del Kosovo – si legge nella nota – di continuare il suo stretto coordinamento con alleati e partner della NATO e di impegnarsi in attività di sensibilizzazione verso le comunità di minoranza ora e per tutto il processo che sarà molto lungo”.

Per la diplomazia di Washington “gli accordi esistenti con la KFOR riguardanti i movimenti e le operazioni delle forze in Kosovo continueranno”. Etutte le parti interessate all’interno ed all’esterno del Kosovo dovrebbero sostenere ed incoraggiare i cittadini delle comunità minoritarie del Kosovo a partecipare alle proprie Forze di sicurezza, a beneficio delle proprie comunità e del Paese.

Militari italiani in Kosovo

Gli Stati Uniti sono impegnati a lavorare con la KSF per “promuovere il suo sviluppo professionale e l’evoluzione organizzativa, che contribuirà alla pace e alla stabilità in Kosovo e nella regione”.

Per gli USA, è stato ribadito dall’Ambasciata, la stabilità della regione “richiede che il Kosovo compia sforzi autentici per normalizzare le relazioni con la vicina Serbia”. Ed incoraggiamo entrambe le parti ad adottare misure immediate per ridurre le tensioni e creare condizioni per rapidi progressi nel dialogo.

L’obiettivo resta quello di raggiungere un accordo reciprocamente vantaggioso tra serbi e kosovari che migliorerà la pace, la stabilità e la prosperità in Kosovo e nella regione.

“Chiediamo a tutte le parti interessate – conclude la nota – di concentrare nuovamente le loro energie e impegnarsi seriamente e in modo costruttivo nel raggiungimento di questo obiettivo”.

Già ai primi di dicembre, il presidente del Parlamento kosovaro Kadri Veseli aveva detto che il suo Paese era pronto ad avere “un Esercito pacifico e professionale”. E tutto questo lo si stava facendo in piena cooperazione con gli Stati Uniti e gli altri partner occidentali.

Intanto, lunedì prossimo si terrà a New York la seduta del Consiglio di sicurezza dell’ONU chiesta con urgenza dalla Serbia dopo la decisione del Kosovo di creare un proprio esercito regolare. Lo hanno riferito i media serbi che riprendono quanto riferito dalla stampa russa.
Su come svolgere la riunione tuttavia non vi sarebbe accordo. Ci sono i Paesi occidentali che sono a favore di una seduta a porte chiuse mentre la Russia si oppone.
Il Presidente serbo Aleksandar Vucic, confermando ieri sera la richiesta di una riunione urgente del Consiglio di sicurezza, aveva detto di essere disposto a recarsi lui stesso a New York per illustrare le argomentazioni di Belgrado.

Presidente serbo Aleksandar Vucic

Per la Serbia che non riconosce l’indipendenza del Kosovo, la formazione di Esercito regolare kosovaro viola la risoluzione 1244 delle Nazioni Unite (https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N99/172/89/PDF/N9917289.pdf?OpenElement) , messa a punto al termine del conflitto armato di fine anni novanta e in base alla quale il Kosovo era stato dichiarato territorio sotto controllo internazionale e la sola Forza armata autorizzata a stazionare sul suo territorio era ed è la KFOR (Kosovo Force).
In queste ore, la situazione appare oggi sostanzialmente tranquilla. A Kosovska Mitrovica le truppe della KFOR, affiancate dalla Polizia kosovara, presidiano i punti sensibili della città divisa, in particolare il ponte sul fiume Ibar che separa il settore Nord (serbo) da quello Sud, abitato dalla popolazione albanese.

Murales serbo a Mitrovica Nord.

Il commissario europeo Johannes Hahn, parlando alla radio austriaca Oe1, ha invitato Pristina e Belgrado ad astenersi da provocazioni e azioni violente, creando le condizioni per un ritorno al tavolo negoziale ed alla ripresa del dialogo facilitato dall’Unione europea, interrotto dopo la decisione di Pristina di aumentare del 100% la tassazione doganale sull’import dalla Serbia.

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