Di Fabrizio Scarinci
SANAA. Nel corso delle ultime ore sono emersi nuovi importanti dettagli riguardo alle unità navali e ai mezzi aerei impiegati la notte scorsa da parte di USA e Regno Unito nel loro attacco contro gli Houti.
In particolare, le unità di superficie dell’US Navy che avrebbero preso parte all’azione sarebbero l’incrociatore classe Ticonderoga “Philippine Sea” e i tre cacciatorpediniere classe Arleigh Burke “Gravely”, “Mason” e “Laboon”, i cui missili da crociera Tomahawk avrebbero affiancato le azioni d’attacco condotte dai cacciabombardieri decollati dalla portaerei Eisenhower (15 in tutto tra F/A-18 ed EA-18G).
Altri obiettivi sarebbero, poi, stati colpiti dal sottomarino nucleare USS “Florida”, ossia uno dei battelli appartenenti alla classe di sottomarini lanciamissili balistici “Ohio” (notoriamente equipaggiata con vettori di tipo UGM-133A Trident II) riconvertito all’utilizzo di missili da crociera (SSGN).
Tra gli altri assetti aeronautici statunitensi presenti nell’area al momento dell’attacco figurerebbero, poi, un velivolo AEW E-2D Hawkeye (presumibilmente decollato anch’esso dalla Eisenhower) e un’aviocisterna KC-135 (oltre, naturalmente, all’RC-135 e al P-8 “Poseidon” di cui si era già avuto notizia).
Quanto ai britannici, invece, essi avrebbero avuto nell’area il cacciatorpediniere HMS “Diamond” (appartenente alla classe Type-45 “Daring”) e la componente aerea decollata da Akrotiri di cui si era già a conoscenza (quattro Eurofighter Typhoon e un rifornitore Airbus A-330 MRTT).
Oltre ai mezzi e alle unità appena menzionate, viene, inoltre riportata anche la presenza di altri due sottomarini che potrebbero aver avuto un ruolo nell’azione.
Per quanto riguarda, invece, gli obiettivi, diverse fonti avrebbero confermato che le forze di Washington e Londra avrebbero colpito circa una sessantina di target consistenti in centri di comando e controllo, depositi di munizioni, sistemi e siti di lancio per missili balistici o antinave, siti produttivi e sistemi di difesa anti-aerea.
Confermato, inoltre, anche il numero di munizioni intelligenti impiegate, che sarebbe di oltre un centinaio tra Tomahawk, bombe guidate e missili anti-radar.
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L’articolo Mar Rosso: le unità e le piattaforme impiegate nell’attacco di Washington e Londra proviene da Report Difesa.
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