Di Fabrizio Scarinci
AMSTERDAM. Dal 1 giugno scorso, gli F-35A dell’Aeronautica militare dei Paesi Bassi hanno definitivamente acquisito il ruolo di vettori di armamenti nucleari, sostituendo gli ormai anziani F-16, che il governo di Amsterdam intende dismettere e/o cedere all’Ucraina.
Come noto, infatti, l’Olanda aderisce da decenni alla cosiddetta politica di “condivisione nucleare” della NATO, che prevede, in caso di minaccia “esistenziale”, l’utilizzo di armi nucleari di origine statunitense anche da parte di velivoli appartenenti a Paesi non dotati di arsenali nazionali di tipo “indipendente”.
Attualmente, tutte le forze parte di questo programma, così come alcuni reparti della stessa USAF, risultano alle prese con l’integrazione del nuovo ordigno B61-12 (o, al massimo, con la pianificazione della sua introduzione).
Caratterizzata da un resa variabile tra i o,3 e i 50 Kilotoni, questa nuova arma risulta dotata di un sistema di navigazione inerziale (INS) in grado di aumentarne la precisione (si parla, in particolare, di un CEP di non più di 30 metri), riducendo, al contempo, i rischi legati alla missione.
Secondo alcune fonti, alcune di queste armi si troverebbero a Volkel (ossia la base deputata dal governo olandese ad ospitare armi nucleari) già da diversi mesi a questa parte.
Quanto agli F-35, invece, la Koninklijke Luchtmacht (questo il nome dell’Aeronautica olandese) ne avrebbe ordinati, in tutto, una cinquantina, di cui almeno 39 dovrebbero essere già stati consegnati.
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L’articolo Nuclear Sharing: i Paesi Bassi passano definitivamente all’F-35 proviene da Report Difesa.
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