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Ponte sullo Stretto: il fronte del NO sfila per le strade di Villa San Giovanni. I movimenti antagonisti chiamano a raccolta per il contro G7 in Puglia

VILLA SAN GIOVANNI (REGGIO CALABRIA) – dal nostro inviato.  Ponte sullo Stretto, Governo Meloni, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini e Società Stretto di Messina SpA.

Un’immagine di quello che sarà il collegamento tra la Calabria e la Sicilia

Sono questi gli obiettivi che, da Villa San Giovanni (Reggio Calabria) hanno compattato le varie espressioni del mondo ambientalista e di quello antagonista (anarchici compresi).

La testa del corteo

I circa 1.500 manifestanti, questa questa mattina nella città dello Stretto che la parte politica-amministrativa vorrebbe fare tutelare dall’UNESCO, sono sfilati via con canti, balli, suoni e slogan di vario genere tutti a favore della realtà attuale fatta di collegamenti di traghetti delle Ferrovie dello Stato o privati della Caronte Tourist e contro il progetto di costruzione della mega opera che, se mai sarà, dovrà unire la Sicilia a il Continente e di qui all’Europa.

Ma i cittadini calabresi e siciliani presenti al corteo hanno ribadito con forza il loro “No al Ponte!, Un’opera ritenuta costosa e non utile né all’ambiente né all’economia stessa.

Traghetti in navigazione nello Stretto di Messina

Promettendo che la lotta continuerà anche prima delle vacanze estive. Il 16 e il 17 luglio, infatti, è in agenda sempre qui a Villa San Giovanni il G7 dei ministri del Commercio e oltre alla questione del Ponte, i movimenti vogliono porre al centro della protesta la questione dei dazi.

Ma anche la chiusura definitiva (una volta per tutte) della Società Stretto di Messina.

Insomma, come è avvenuto anche in occasione della protesta contro la TAV in Val di Susa (Piemonte) e come è avvenuto nel passato con altri No in Sicilia (con il MUOS Mobile User Objective System un sistema di comunicazioni satellitari militari ad alta frequenza (UHF) e a banda stretta gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, con i 112 missili nella Base di Comiso nel 1983, con gli F16) anche in questa occasione i movimenti mettono al centro un tema allargandone poi, a cerchi concentrici, lo sviluppo.

Il furgoncino del Centro sociale con una bandiera NO MUOS

Lo hanno fatto anche oggi, quando l’evergreen tema della Palestina è risuonato nel corteo (con i militanti del CSOA “Angelina Cartella”, un centro sociale occupato il 25 aprile 2002, autogestito, che ha sede in un parco abbandonato nel cuore del quartiere di Gallico Marina, alla periferia nord di Reggio Calabria).

Così come le occupazioni delle Università sempre per il tema palestinese in una Intifada studentesca che prendendo le mosse dagli Atenei statunitensi si è sviluppata in Francia, in Europa, in varie parti del mondo e anche qui in Italia.

Uno studente di Catania e una studentessa di Palermo ne sono stati i “testimonial”.

Tutto questo agire e agitare politico è propedeutico al G7 di giugno prossimo in Puglia.

Un esponente di questo movimento parlando dal palco al termine del corteo ha chiamato tutta la piazza a raccolta nel Climate Camp, organizzato in un campeggio a Ostuni (Brindisi), dove discuterà di grandi opere, di energie, di guerre e migrazioni (in agenda anche una protesta a Brindisi contro l’arrivo di Nave Trieste il 13 giugno).

E nel “pacchetto protesta” lo stesso esponente ha invitato tutti alla controcena G7 (13 giugno a Brindisi) al Castello Svevo seguendo un identico schema: guerra, no alla produzione di armi da parte della Leonardo, clima, grandi infrastrutture.

Il 15 giugno, invece, Fasano (Brindisi) ospiterà una manifestazione unitaria contro il G7.

Insomma, come è accaduto in altre storiche occasioni negli anni passati i movimenti antagonisti mettono in un grande “pentolone” tutto quello che odiano o che non ritengono utile a quelli che loro intendono difendere.

E’ avvenuto nei grandi movimenti del ’68 e in quegli degli anni ’70. Come se ci fosse un tramandarsi un unico ragionamento: quello della contestazione a prescindere.

Ci è bastato ascoltare i comizi improvvisati degli anarchici dove è come se fosse stato fatti un elenco del loro pensiero che è quello  della lotta al capitalismo, delle grandi opere, dell’anti partitismo, dell’anti associazionismo, della politica sull’immigrazione, dell’antimilitarismo e del contrasto alle Forze di Polizia.

Vogliono essere “sabbia negli ingranaggi dei loro piani”, hanno detto. Vogliono bloccare, sabotare tutto, qualora si passasse alla fase dell’espropriazione delle case nelle zone da dove dovranno iniziare i lavori.

Bandiere della Cgil

Un corteo particolare, come dicevamo, dove a queste dure espressioni e motivazioni hanno fatto da contraltare manifestanti provenienti dal mondo ambientalista quali come Lega Ambiente, WWF, Italia Nostra, Agesci ma anche del mondo sindacale (tantissime le bandiere della Cgil), di quello dei vari partiti della sinistra, Verdi, Partito Democratico e 5 Stelle compresi. Oltre all’ANPI (Associazione nazionale partigiani d’Italia).

Altri manifestanti contro il Ponte sullo Stretto

Presenti tra i manifestanti anche una folta delegazione di abitanti di Punta Faro in Sicilia e Cannitello a Villa San Giovanni, le aree che saranno espropriate. Sono stati promessi incentivi e forti risarcimenti.

Molte le bandiere e le magliette di vari colori con la scritta NO al Ponte.

Tra gli slogan che abbiamo registrato questi i più ricorrenti: “Contro il Ponte della prepotenza, ora e sempre resistenza”, “Meloni, Salvini vi fermeremo il Ponte sullo Stretto lo bloccheremo”, “Lo Stretto non si tocca. Calabria e Sicilia uniti nella lotta” “No al Ponte nei nostri mari solo cozze e calamari”, “Il Ponte sullo Stretto è una schifezza, guardate il paesaggio è una bellezza”.

Su un muro un cartellone ribadiva che tutto questo “non è una scelta politica ma una scelta d’amore”.

Il sindaco di Villa San Giovanni, Giuseppina Caminiti parlando dal palco ha ribadito la nccessità di “sospendere la Conferenza dei servizi per avere più tempo, come Comuni, per presentare le osservazioni e le richieste di integrazione al Ministero delle Infrastrutture”.

“E’ una richiesta non solo inoltrata dalla mia Amministrazione – ha aggiunto – ma anche dai sindaci delle Città metropolitane di Reggio Calabria e di Messina. Peraltro, è bene ricordare che anche la Società Stretto di Messina ha avanzato simile richiesta al Ministero, chiedendo tempo fino al prossimo 12 settembre per presentare le integrazioni richieste, procedura che comporterà anche la dilazione del nodo degli espropri”.

Le prossime settimane saranno interessanti per capire come si muoverà l’opposizione di piazza (ma anche parlamentare e locale) al Governo Meloni sul Mezzogiorno. Non dimenticando che sabato prossimo è in agenda a Napoli una manifestazione contro l’autonomia differenziata.

Un “cavallo di battaglia” dell’attuale maggioranza che ha già fatto registrare forti contestazioni anche a livello nazionale.

Contestazioni che potrebbero, ancora una volta, saldare in un unico filo d’acciaio tutti i movimenti e le organizzazioni politiche, sindacali, associative contrarie ad essa.

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