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Proteste studentesche: a Bologna nasce la prima “acampada” italiana sulla scia di quella americana. Molte le mobilitazioni nel nostro Paese e nel mondo

BOLOGNA. L’installazione di tende nei campus universitari per un campeggio improvvisato contro la guerra tra Israele e Hamas è arrivata anche in Italia.

I pick-up di Hamas distutti dai caccia israeliani

Al centro di questo movimento c’è Bologna, Come notano gli antagonisti nei loro canali socal “in numerose Università del mondo sta montando la protesta degli studenti contro la risposta militare di Israele. Dal Nord America all’Australia, dall’Europa ai Paesi arabi, si moltiplicano le iniziative nei campus per chiedere un cessate il fuoco nella Striscia e stop al genocidio in atto a Gaza”.

In particolare, viene preso ad esempio quanto è avvenuto negli Atenei degli USA dove la Polizia è intervenuta per sgomberare questi camping improvvisati.

Una protesta di studenti americani

Dopo la Columbia University di New York, la protesta è esplosa in California, alla Southern University, al Pomona College e alla California State Polytechinic.

Anche ad Austin (Texas) ci sono stati arresti e fermi si sono registrati anche a Yale, in Connecticut e in Georgia, Florida, Arizona e Colorado.

Manifestazioni anti israeliane sono state registrate nell’Università di Toronto, Montreal, Ottawa (Canada) e in Australia a Sydney, Melbourne, Adelaide e della capitale Canberra.

All’University College di Londra gli studenti hanno chiesto ai vertici di recidere i legami con l’Ateneo di Tel Aviv oltre a ogni rapporto economico con le aziende produttrici di armi che vengono vebdute nel Paese ebraico. Proteste pro-Gaza ad Oxford, Newcastle e Warwick.

In Francia la protesta ha raggiunto la Sorbona e l’Ehess Condorcet di Parigi.

La settimana scorsa studenti della Sciences Po si sono scontrati con la Polizia che ha fatto irruzione nella scuola dove erano accampati decine di manifestanti. Altre proteste si sono registrano a Saint-Etienne, Digione, Grenoble, Lione, Mentone, Rennes, Tolosa, Strasburgo e Reim.

Ed eccoci all’Italia. Qui si sta organizzando, per il 15 maggio, la giornata della Nabka. Ovvero quel giorno che gli arabi definisc0no una “catastrofe” perchè in occasione della guerra del 1948 in circa 700 mila furono forzatamente fatti uscire dai territori.

Guerra arabo-israeliana del 1948-1949; l’attacco arabo

A Milano, gli studenti si sono riuniti, ieri pomeriggio, per seguire lo streaming della conferenza pubblica “Intifada degli Studenti”, organizzata dai Giovani palestinesi.

Bologna, invece, è considerata la prima “acampada” italiana sulla scia di quella americana.

Una manifestazione pro palestinesi all’Università di Bologna

E’ partita da Piazza Scaravilli, cuore della zona universitaria del capoluogo felsineio.

Sono state installate, al momento, una ventina (ma potrebbero anche aumentare) di tende.

Un telo funge da maxischermo dove sono proiettate le azioni in Francia, Regno Unito, Stati Uniti e a Gaza.

Nel pomeriggio di oggi, sul pratone dell’Università La Sapienza di Roma è in agenda la seconda assemblea pubblica per decidere la mobilitazione studentesca e il boicottaggio accademico.

Uno stato di “agitazione permanente” è stato proclamato anche negli altri due Atenei capitolini di Roma Tre e di Tor Vergata dove ci saranno seminari e proiezioni di film.

A Lecco, attivisti di Palestina Libera e di Ultima Generazione, hanno macchiato di rosso l’azienda “Fiocchi Munizioni”.

L’emblema dell’azienda è stato coperta di questo colore.

E’ stato poi esposto uno striscione con scritto “Palestina Libera” e acceso dei fumogeni all’ingresso dello stabile.

L’agenda dei movimenti ambientalisti e antagonisri è, ogni giorno, molto ricca di appuntamenti. Uno di quelli più importanti è considerato quello del 18 maggio, quando si terrà una manifestazione di protesta contro la costruzione del Ponte sullo Stretto.

In un manifesto firmato dal Comitato promotore della manifestazione No Ponte. “Noi proponiamo – è scritto – un’idea diversa di futuro: in cui, ad esempio, l’attraversamento dello Stretto sia garantito da mezzi di ultima generazione, tecnologicamente avanzati, poco o nulla inquinanti, una metropolitana del mare che non costi cifre esorbitanti a residenti e non residenti.Vogliamo uno sviluppo armonico con i territori, che valorizzi le conoscenze, che armonizzi la tecnologia con i saperi e la cultura, che alimenti percorsi di turismo sostenibile e solidale, come testimoniato da esperienze analoghe in tutto il mondo”.

“Noi vogliamo un mare ancora pieno di voci e un cielo pieno di visioni, come nella magica visione di Giovanni Pascoli durante la sua permanenza sullo Stretto”, concludono gli attivisti.

Molte associazioni hanno già dato la loro adesione. Sarà il momento in cui ci sarà il punto di congiunzione per rafforzare il fronte della protesta contro il G7 in Puglia?

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Written by Report Difesa

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