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Smalling, dagli esordi al trasferimento alla Roma

Lunga intervista del calciatore in prestito oneroso dal Manchester United

Smalling

Chris Smalling, approdato nella Capitale alla fine di agosto 2019, in seguito al trasferimento dal Manchester United raggiunto attraverso la formula del prestito oneroso (per un totale di 3 milioni di euro), ha rilasciato una lunga intervista sui canali ufficiali del club capitolino.

Smalling, dopo aver esordito in giallorosso e in Serie A il 25 settembre scorso, contro l’Atalanta, finora ha collezionato 3 presenze con la Roma, colpendo favorevolmente i tifosi giallorossi per le sue ottime prestazione. Di seguito l’intervista al calciatore classe ’89 pubblicata sul portale della Roma.

Chris, partiamo dall’inizio. Quali sono i tuoi primi ricordi legati al calcio?

Probabilmente, il mio primo ricordo legato al calcio è di quando mio fratello e io giocavamo in giardino. Mia madre ci iscrisse subito in una squadra a due passi da casa nostra, i Walderslade Boys, forse eravamo nell’Under 7. Penso che sia anche il mio primo ricordo in assoluto. Ho giocato lì fino all’Under 12 o Under 13. È stata una fortuna avere una squadra a due passi da casa. È così che tutto è cominciato.

Quindi ti è sempre piaciuto il calcio?

Certamente. E questo vale sia per me sia per mio fratello. Facevamo diversi sport, come rugby, cricket, atletica, ma avere la possibilità di iscriverci in un club di calcio, il nostro sport preferito, far parte di una vera squadra, con la divisa e tutto il resto, ci rendeva davvero felici e impazienti di arrivare al weekend. Era bellissimo.

E poi? Sei stato selezionato dalle giovanili di una squadra professionistica?

Sì, giocavo sia nel Walderslade Boys, sia nella mia scuola. All’incirca 11 anni il mio insegnante mi segnalò per i provini della rappresentativa della contea del Kent. Riuscii a entrare in quella squadra che era molto seguita da vari osservatori, tanto che nel corso della stagione fui preso dal Millwall, dove ho giocato fino ai 15 o 16 anni. È stata la prima volta in cui ho attratto l’interesse di una squadra professionistica, tutto questo grazie al fatto di giocare nella rappresentativa della contea e grazie all’aiuto del mio insegnante, che mi ha anche accompagnato ai provini perché mia mamma non aveva la patente. Devo dire di essere stato molto fortunato perché ho trovato tanto aiuto nella mia fase di crescita.

Prima di quei provini, eri già consapevole di essere un buon giocatore?

Me ne ero reso conto nell’ambito della mia squadra e della mia scuola, mi sentivo tra i migliori in quelle realtà. Ma quando si è così piccoli non ci si pensa, non ci si mette pressione addosso, si pensa solo a divertirsi giocando a calcio. Ecco, fare tutto questo in maniera rilassata e senza troppe pressioni sicuramente aiuta a dimostrare al meglio ciò che si sa fare.

Come è stata l’esperienza nelle giovanili del Millwall?

Bellissima, passai dall’allenarmi e giocare una volta a settimana all’allenarmi due, tre volte alla settimana con altri giovani calciatori di talento. Tuttavia, sempre perché mia mamma non guidava, ero costretto a saltare alcuni allenamenti. Le strutture erano lontane da casa mia, quindi era difficile essere presente sempre e perciò a volte dovevo allenarmi con ragazzi più grandi di me di una o due categorie nei giorni in cui riuscivo a esserci. È stata durissima e ho fatto tanta fatica, anche perché il mio sviluppo fisico non era molto rapido a quei tempi, ma penso di aver imparato moltissimo, anche se è stata dura. Sono stati tempi difficili, ma credo che giocare con ragazzi più grandi di me mi abbia aiutato nel lungo periodo.

Adesso puoi guardarti indietro e vederla come un qualcosa che ti ha aiutato, ma ai tempi deve essere stata durissima.

Sì, era una lotta. Io volevo allenarmi tutti i giorni in cui anche i miei compagni lo facevano, ma invece dovevo saltare per forza degli allenamenti. Vedevo che gli altri stavano crescendo in modo costante e volevo farlo anch’io, quindi mi sembrava di star perdendo un’occasione. Alla fine sono stato escluso perché stavo crescendo troppo lentamente. L’ho vissuta come un’opportunità sprecata, ma poi sono andato a giocare in una squadra locale e ho solo pensato a divertirmi giocando a calcio.

Ti aspettavi di essere escluso?

Forse sì, in realtà, perché ho saltato tanti allenamenti. Diciamo che avevo bisogno di trovare qualcosa più vicino a casa, perché gli spostamenti stavano diventando sempre più gravosi. All’inizio c’era un compagno che viveva vicino a me che mi dava un sacco di passaggi, ma poi si è infortunato e non ho più potuto contare su di lui. Insomma, non era per niente una situazione ideale. Ovviamente rimasi molto deluso e sentii di aver perso una grandissima opportunità.

E poi? Sei tornato a giocare con la tua squadra locale e per la tua scuola?

Ho continuato a giocare per la rappresentativa della contea, venivo sempre convocato e mi divertivo. Poi, sono andato al Maidstone United e avrei dovuto giocare nell’Under 16, ma sono stato subito promosso nell’Under 18 e nella Squadra Riserve e, poco dopo, sono finito in Prima Squadra. Quella è stata la mia prima esperienza nel calcio dei grandi. Altra cosa importante, ho avuto la possibilità di fare un provino per la Nazionale Scolastica dell’Inghilterra per poi essere convocato. È stata un’altra occasione per farmi vedere da tanti osservatori. I ragazzi della Nazionale Scolastica fanno parte di club dilettantistici, quindi gli osservatori vanno sempre a caccia di uno o due giocatori interessanti. È stato molto utile. Ho anche disputato partite in Prima Squadra col Maidstone, insomma, passi importanti in avanti nel mondo del calcio. Ai tempi ero magrolino e ho preso diversi colpi, anche perché gli attaccanti avversari mi vedevano come un potenziale punto debole, ma sono stati momenti chiave per la mia crescita.

Per leggere l’intervista integrale basta visitare il sito ufficiale dell’AS Roma.

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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