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Polizia di Stato: a Cosenza operazione contro l’usura. Applicato un tasso al 230% su base bimestrale

Cosenza. La Squadra Mobile di Cosenza ha eseguito, oggi, un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale, emessa dal GIP presso il locale Tribunale, a seguito di richiesta della Procura della Repubblica,  nei confronti di 5 persone ritenute responsabili, a vario titolo e in alcuni episodi in concorso, di usura, estorsione ed esercizio abusivo del credito.

Operazione contro l’usura, oggi a Cosenza

Per tre di loro è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere, a uno quella degli arresti domiciliari e a un altro la misura coercitiva del divieto di dimora nei comuni di Cosenza e Rende.

L’attività investigativa nasce dalla denuncia sporta nel giugno 2018 in Questura da una delle vittima di usura, a seguito della quale la IV sezione “Reati contro il patrimonio e la P.A.” della Squadra Mobile, con il coordinamento della Procura, ha avviato un’articolata attività investigativa, che si è avvalsa di intercettazioni, pedinamenti e servizi di osservazione.

Al termine ha consentito di individuare un gruppo di usurai i quali, agendo ognuno in maniera autonoma e solo in alcune circostanze uno di loro in concorso con altri, prestavano soldi “a strozzo” alle vittime, tutte versanti in stato di bisogno, esigendo poi in cambio la restituzione di esorbitanti somme di denaro.

Le vittime, quando non ottemperavano al pagamento, venivano pesantemente intimorite dagli usurai, anche con esplicite e gravi minacce di morte.

Tra le 16 persone coinvolte, oltre a disoccupati e pensionati, c’erano operai, artigiani, muratori, imbianchini e lavaggisti.

Tutti entravano in una grave spirale debitoria, attesi gli insostenibili tassi di interesse usurai che venivano loro imposti.

In alcuni casi le stesse vittime erano costrette a dare a gli strozzini bancomat e carte posterai. In uno dei tanti casi ricostruiti, il tasso usurario applicato a una vittima su base mensile toccava il 57 % arrivando a raggiungere, su base bimestrale, il 230% e addirittura, su base trimestrale, l’850 % (richiesti in restituzione 6.200 euro, entro tre mesi, a fronte di un prestito iniziale di 1.400 euro, con la promessa, in caso di ulteriore inottemperanza, della dazione di 12.400 euro).

Una delle vittime, rivoltasi agli usurai per l’estrema difficoltà economica in cui versava a causa del vizio compulsivo del gioco alle slot machines, era talmente disperata che aveva manifestato propositi suicidi e pertanto si determinava a ricoverarsi in una Comunità Terapeutica per il recupero dalla ludopatia.

I destinatari della misura restrittiva in carcere, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Cosenza.

Nel corso delle perquisizioni effettuate contestualmente all’esecuzione delle misure restrittive, presso le abitazioni degli indagati sono stati rinvenuti documenti, agende e una sorta di “libro mastro” in cui erano annotati gli importi delle somme concesse a titolo usurario e i nomi delle vittime.

Nell’attuale fase emergenziale da Covid-19, la Polizia di Stato e la Procura della Repubblica di Cosenza sono particolarmente attente al monitoraggio e al contrasto della minaccia della locale criminalità, organizzata e comune, che con la disponibilità di capitali “sporchi” tende a proporre prestiti usurai o finanziare la crisi di liquidità di piccole aziende e di famiglie che, in un momento di estrema sofferenza economica come quello in corso, non riescono a far fronte ai pagamenti e alle spese quotidiane.

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Cosenza, 29 maggio 2020

 

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