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Guardia di Finanza: Lecce, operazione “Astrolabio”, sgominata una vasta organizzazione internazionale dedita al traffico di migranti. Eseguite 47 misure cautelari tra Italia e Albania

Di Marco Lainati

Lecce. Sono 22 ordinanze di custodia cautelare eseguite oggi al termine dell’operazione “Astrolabio” (alle quali se ne aggiungono 25 compiute in Albania) riferite all’arrivo sul territorio nazionale di 1.120 migranti irregolari, con l’identificazione di 26 presunti scafisti (8 dei quali arrestati in flagranza di reato tra l’Italia e l’Albania) e con la contestuale denuncia di 52 persone che , allo stato attuale , risultano coinvolte nella vicenda.

L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Lecce e dal Servizio Centrale investigativo Criminalità Organizzata (SCICO) di Roma, in collaborazione con la Polizia greca e la Polizia albanese, è stata diretta dalla Procura della Repubblica di Lecce sotto il prezioso coordinamento di Eurojust, Europol, S.C.I.P. e della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, e che come accennato sopra ha permesso di sgominare un’associazione per delinquere internazionale specializzata nel traffico di migranti.

Le indagini, che hanno preso avvio nei primi mesi del 2020, hanno infatti permesso di ricostruire un limpido quanto grave quadro indiziario sul conto di un’organizzazione criminale attiva in più territori, nonché strutturata su quattro diverse cellule composte da cittadini stranieri (in prevalenza siriani), la quale riusciva a conseguire ingenti profitti dal traffico di esseri umani provenienti da varie zone del mondo, facendoli passare attraverso la Turchia, la Grecia e l’Albania, per poi farli giungere sulle coste salentine e da queste verso altri Paesi europei scelti quali destinazione finale.

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Uno dei due gruppi presenti in Italia, che nello specifico era diretto da una cittadino iracheno domiciliato in provincia di Venezia, era attivo nel trasferimento in territorio italiano ed europeo di migranti irregolari (prevalentemente di etnia arabo-siriana). Proprio al riguardo l’uomo disponeva di un’estesa rete di collaboratori, allocati in diverse nazioni europee, con i quali coordinava il trasferimento dei migranti dalla Turchia in Italia oltre che altri stati dell’Ue.

Anche il secondo gruppo criminale, anch’esso stabilitosi in Italia, era diretto da un iracheno residente a Bari e provvedeva al recupero degli scafisti giunti ai punti di approdo sulle coste leccesi, facendo in modo che questi potessero sfuggire agli arresti nonché agevolando il loro rientro in Grecia ed in Turchia, dando cosi garanzia di continuità ai loro traffici realizzati con gente “fidata”.

Il terzo gruppo, attivo dall’Albania e diretto da un cittadino siriano, si occupava invece delle persone giunte nel “Paese della Aquile” via Grecia, da dove venivano successivamente imbarcate sempre in direzione delle coste salentine.

Il quarto gruppo, infine, era basato in Turchia e provvedeva al trasferimento dei migranti provenienti dal Medioriente che poi trasportava clandestinamente – via mare – in Puglia e Calabria.

Basilare per la riuscita delle indagini è stata la collaborazione intercorsa tra le Autorità giudiziarie e di polizia italiane, albanesi e greche, grazie alla quale è stato così possibile identificare tutti i membri del sodalizio criminale in questione, nonché acquisire numerosi e dettagliati elementi probatori sui traffici da loro commessi.

GDF – servizio 117

Da rilevare come i viaggi clandestini dei migranti siano stati costantemente monitorati dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria (PEF) della Guardia di Finanza di Lecce, mentre le apparecchiature in dotazione ai mezzi del Reparto Operativo Aeronavale (ROAN) di Bari hanno provveduto a registrarli direttamente sul mare.

Per i suddetti trasporti i migranti dovevano corrispondere ai loro traghettatori dai  6.000 ai 10.000 euro, ciò attraverso un collaudatissimo sistema di pagamento denominato “Hawala” che si basa su una vasta rete di mediatori e garanti che agiscono in varie zone dell’Unione europea, come anche al di fuori dei suoi confini, e che rende pressoché impossibili i tracciamenti.

Al momento sono ancora in corso perquisizioni in Italia nonché sul territorio ellenico, dove i militari della GDF e gli agenti della Polizia greca stanno agendo presso presunte “agenzie finanziarie” alla ricerca del denaro proveniente dai suddetti traffici.

 

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