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Carabinieri: Viterbo, città di provincia dove il crimine è silente. Aumentano furti, rapine e truffe informatiche

Viterbo (dal nostro inviato). Anche in una tranquilla città di provincia come Viterbo, set naturale di tanti film, e nella sua provincia, il crimine non riposa mai.

A leggere i dati resi noti dal Comando provinciale dei Carabinieri, nel corso di una recente conferenza stampa, emerge quali sono stati i principali reati commessi nell’anno che sta per finire.

I controlli dei Carabinieri nel centro storico di Viterbo

UNA STATISTICA DEI PRINCIPALI REATI

Le truffe e le frodi informatiche, forse pure a causa del lockdown per il COVID-19, sono aumentate da 768 a 884.

Le chiamate al numero di Pronto Intervento 112 a marzo, hanno registrato una vertiginosa impennata, passando da 7.8672 rispetto alle 56.764 del 2019.

A questo proposito, per la gestione dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia sono state concordate procedure di comunicazione con l’ASL provinciale in modo da garantire che la chiamata al numero di emergenza avvenisse principalmente per esigenze sanitarie e/o di interpretazione delle disposizioni in atto, il corretto censimento e il trattamento delle notizie di carattere sanitario.

Un posto di controllo

Il numero generale dei reati in provincia di Viterbo nel giro di un anno, dal 2019 al 2020 è calato da 7 mila a 6 mila circa.

A livello territoriale, sono stati denunciato 1650 persone quest’anno (erano 1800 nel 2019).

Sono stati arrestate 377 persone, rispetto ai 478 del periodo precedente.

In forte calo i furti, passati da 3.158 a 1.753 (quelli in abitazione sono passati da 621 del 2019 ai 400 attuali).

In aumento, invece, le rapine (36 quest’anno, 30 l’anno precedente; quelle in abitazioni sono state 13, +10 rispetto al 2019).

I Carabinieri evidenziano il forte aumento delle violenze di genere.

Seppure i militari non abbiano voluto amplificare i dati per conservare il massimo rispetto e riserbo delle vittime, comunque la statistica segnala 80 casi, di cui 31 per maltrattamenti e 25 per violenze sessuali (erano 28 nel 2019).

Sono stati poi accertati 23 casi di stalking, tra cui due per revenge porn.

Il termine è stato preso dall’inglese ed altro non è se non condividere in pubblico immagini o video intimi sul Web.

Spesso si tratta di ex fidanzati, mariti che effettuano così una sorta di vendetta nei confronti delel loro compagne al termine delle relazioni.

Il 19 luglio 2019, è entrata in vigore le legge numero 69 (entrata in vigore il 9 agosto). Sono state introdotte nuove disposizioni per la tutela contro la violenza domestica e di genere.

E a proposito del revenge porn, l’articolo 10 stabilisce che “chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5 mila euro a 15 mila euro.

La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video di cui al primo comma, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro danno.

La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.

La pena è aumentata da un terzo alla metà se i  fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.

Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale.

Si procede tuttavia d’ufficio nei casi di cui al quarto comma, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio”.

Questi gli altri interventi dell’Arma viterbese sempre relativi alla violenza di genere: 43 denunciati, 7  arresti in flagranza di reato, 5 come misura cautelare, 4 gli allontanamenti dalla casa familiare, 8 divieti di avvicinamento alla vittime e obbligo di dimora in altro comune, 6 minori sono stati collocati presso una Casa famiglia.

IL CONTROLLO DEL TERRITORIO

E’ molto ampia la copertura per tutto l’arco della giornata del Nucleo Radiomobile dell’Arma dei Carabinieri del Comando provinciale viterbese.

Carabinieri davanti il Palazzo dei Papi

L’area di competenza è quella della Compagnia che arriva anche sulla città capoluogo. Ogni tanto anche la Stazione Carabinieri di Viterbo mette su strada una sua auto.

Il controllo delle Gazzelle comprende anche le frazioni del comune viterbese di Bagnaia, Grotte Santo Stefano, San Martino del Cimino.

Come tutte le pattuglie del Radiomobile, i Carabinieri devono intervenire su tantissime attività.

Una pattuglia del Nucleo Radiomobile a Porta Saul

In primis quella degli incidenti automobilistici (l’orario peggiore è quello pomeridiano).

Nel 2020 si sono registrati 13 morti (erano 15 l’anno precedente). Quattro persone sono state denunciate per omicidio stradale (erano 11 l’anno passato).

I giorni più attenzionati sono quelli di sabato, domenica e lunedì dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 19.

Il pomeriggio è anche il momento che i ladri e i rapinatori ritengono più propizio per compiere le loro malafatte.

Nel momento in cui seguivamo le attività di una Gazzella impegnata nella prevenzione e nel controllo del territorio sono stati fatti due interventi.

Uno per un sospetto furto in un’abitazione in una zona residenziale della città. Il suono dell’allarme della casa ha destato l’attenzione dei militari che poi con la proprietaria dell’immobile hanno accertato che tutto era tranquillo. Era solo scattato l’allarme dell’abitazione.

L’intervento dei Carabinieri davanti all’abitazione

Un altro allarme è scattato in una farmacia del centro storico. Si sospettava l’esecuzione di una rapina. Subito i Carabinieri si sono portati sul posto. Ma anche questo, fortunatamente, ero un altro falso allarme.

Il giro per il centro storico di Viterbo, un tempo luogo di aggregazione giovanile (ricordiamo che il capoluogo della Tuscia è anche sede di un’importante Università) e di turisti ci fa conoscere, colpa il lockdown, una città desolata e triste. Molti i negozi, anche storici, chiusi. Un colpo all’economia, alla cultura e alla società viterbese.

PARLA IL COLONNELLO ANDREA ANTONAZZO, COMANDANTE PROVINCIALE DEI CARABINIERI DI VITERBO

“Una parte delle 13 rapine che abbiamo registrato quest’anno – spiega il Colonnello Andrea Antonazzo, Comandante provinciale dei Carabinieri di Viterbo – sono state scoperte. Ne abbiamo scoperta una molto importante a Canepina”. Qui una coppia di anziani sono stati prima legati e poi derubati di 200 mila euro.

Il Colonnello Andrea Antonazzo, Comandante provinciale dei Carabinieri di Viterbo nel corso di una conferenza stampa

I rapinatori non erano italiani ma erano conosciuti però dalle vittime. In un altro caso, accaduto ad Oriolo, ha visto come vittima un Carabiniere. Si è scoperto che i rapinatori provenivano dal Sud Italia.

Il modus operandi dei criminali cambia. In una recente rapina per la quale sono ancora in corso le indagini, i due proprietari, marito e moglie, sono stati legati e portati in stanze separate.

Ci sono stati casi di anziani legati, altre persone hanno subito atti violenti, tipo spinte o percosse.

Il Colonnello Antonazzo raccomanda di dotare le proprie proprietà, le proprie abitazioni di un sistema di sicurezza. E’ vero che la provincia è una realtà tutto sommato tranquilla.

Molte case isolate dal centro abitato non sono dotate di una protezione con sistemi d’allarme.

“Abbiamo registrato in un anno – aggiunge il Comandante provinciale – dei raid. Ovvero dei rapinatori che derubavano diverse case vicine, anche con i proprietari presenti”.

L’allarme aiuta le Forze di Polizia ad intervenire. Il territorio viterbese è molto vasto, fatto di enormi distese di campagne.

E’ molto difficile proteggerlo tutto. Quindi il cittadino, per primo, si deve tutelare con sistemi di sicurezza, come opera di prevenzione.

Per quanto riguarda i due casi di revenge porn registrati non si può fare una vera statistica.

Nei casi, invece, di stalker la statistica parla di persone over 20 che hanno relazioni “travagliate” o “ambizioni” di avere una storia

In verità, le vittime di stalker troppo spesso non denunciano subito. E quindi è difficile tracciare un quadro più dettagliato.

I Carabinieri del Radiomobile impegnati in un’attività

Inoltre, i Carabinieri hanno scoperto piccoli “focolai” di criminalità organizzata che, al momento, sono stati spenti.

Nel 2019 si è conclusa, dopo tre anni di indagini, un’importante inchiesta del Reparto Operativo dell’Arma viterbese.

E’ stata scoperta, per la prima volta in città, un’organizzazione criminale di tipo mafioso.

Dopo il primo grado del processo, sono scattate le condanne.

Si tratta, è emerso dalle indagini, evidenzia ancora il Colonnello Antonazzo, di un’organizzazione criminale autoctona composta da viterbesi, calabresi ed albanesi. Come modus operandi potremmo avvicinarla ad un clan ‘ndranghetista. L’organizzazione era specializzata nelle estorsioni.

I militari sono riusciti anche a sventare un attentato, senza pregiudicare l’esito delle indagini.

Molte delle vittime non hanno parlato, evidenziando così un forte livello di omertà anche in una realtà di provincia come Viterbo, priva degli “anticorpi” per rispondere ad attacchi di questo tipo.

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