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DIA: disposta l’amministrazione giudiziaria per una società di traghetti in Sicilia

Reggio Calabria. La Direzione Investigativa Antimafia, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha dato  esecuzione ad un provvedimento emesso dal locale Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione. E’ stata disposta l’amministrazione giudiziaria, per un periodo di mesi 6, nei confronti di una società di traghetti con sede a Messina.

Con il medesimo provvedimento è stato disposto il sequestro dei beni nella disponibilità di un uomo di Villa San Giovanni, vicino alla potente consorteria IMERTI–CONDELLO attiva nel comprensorio di Villa San Giovanni (RC) e territori limitrofi.

Il decreto del Tribunale ha delegato alla DIA gli accertamenti patrimoniali, in esito alle acquisizioni investigative del procedimento convenzionalmente denominato “Scilla e Cariddi”.

Le indagini hanno fatto emergere, anche grazie alle convergenti dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, la permeabilità della società rispetto ad infiltrazioni della criminalità organizzata, nonché l’agevolazione garantita dalla medesima società in favore di più soggetti legati alle locali articolazioni di ‘ndrangheta.

In particolare sono stati individuati in un pregiudicato per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. e già destinatario di misura di prevenzione personale e patrimoniale ed in un altro uomo (quest’ultimo anche nella qualità di rappresentante del padre Santo, esponente apicale dell’omonima cosca), entrambi dipendenti del vettore marittimo, i portatori degli interessi della ‘ndrangheta.

Gli interessi economici dei predetti sono stati garantiti attribuendo ad imprese ad essi riferibili vari servizi all’interno delle navi che fanno la spola tra le coste siciliane e calabresi.

Un’immagine del simbolo della DIA nella sede di Palermo

In particolare, dette imprese – di fatto nella disponibilità dei due pregiudicati (e di altri soggetti agli stessi legati) – hanno potuto gestire, ricavandone ingenti profitti, i servizi di bar-ristorazione e quelli di pulizia e disinfestazione a bordo delle imbarcazioni, nonché i servizi di prenotazione per gli autotrasportatori che si imbarcano sui traghetti della società.

Gli esponenti delle locali cosche sono stati altresì agevolati tramite l’assunzione di personale segnalato dai predetti e, nel caso del pregiudicato, garantendo la retribuzione anche durante la latitanza e la sottoposizione a misura cautelare.

All’altro presunto pregiudicato, secondo quanto evidenziato dall’inchiesta, è stata garantita una rapida e brillante progressione in carriera, con la capacità di promuovere e gestire le nuove assunzioni e con la delega conferitagli per la risoluzione delle controversie tra dipendenti o con i fornitori.

L’amministrazione giudiziaria, ai sensi dell’art. 34 del Codice Antimafia, è finalizzata ad intervenire nella governance della società in funzione di bonifica ed impermeabilizzazione della struttura aziendale dal rischio di future ed ulteriori contaminazioni criminali ed interferenze mafiose.

La nota compagnia di navigazione destinataria del provvedimento,  il cui valore viene stimato in circa 500 milioni di euro, ha un capitale sociale di euro 2.374.310,00 e vanta numerose partecipazioni in altre società, insieme alle quali svolge, in massima parte, servizi di navigazione non solo sullo stretto di Messina, ma anche in ulteriori tratte tra la Sicilia e altre destinazioni.

Gli accertamenti investigativi hanno evidenziato come il pregiudicato, rappresenti la longa manus del padre, di recente (ottobre 2020) condannato in appello alla pena di 14 anni e 8 mesi di reclusione, nel procedimento penale c.d “SANSONE”, perché ritenuto il reggente della cosca.

Il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione ha, pertanto, contestualmente disposto nei confronti di del pregiudicato il sequestro dei seguenti beni: 2 ditte individuali comprensive dell’intero patrimonio aziendale con sede a Villa San Giovanni; 5 appezzamenti di terreno di cui uno edificabile di complessivi metri quadri 700; 2 appartamenti ed un garage a Villa San Giovanni; 1 appartamento con box e piccolo vano cantinato nel Comune di Lissone (MI) e disponibilità finanziarie.

Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro nei confronti del pregiudicato è stimato in circa 800 mila euro.

 

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