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G7: FASANO AL CENTRO DELLE MANIFESTAZIONI CONTRO IL VERTICE. IN PIAZZA SI RIVEDE UNA BANDIERA CON IL VISO DI ARAFAT

FASANO (BRINDISI) – dal nostro inviato. La tranquilla cittadina di Fasano (Brindisi) attende, nelle prossime ore, un altro corteo contro il G7 che si concluderà oggi con l’incontro con i giornalisti del capo del Governo, Giorgia Meloni, dopo quello di ieri pomeriggio.

Ad esso hanno partecipato circa 2 mila persone in rappresentanza di associazioni di sinistra e cattoliche, con in testa la CGIL pugliese, l’ANPI (i partigiani d’Italia) regionale, Lega Ambiente Puglia, i Comitati per la Pace sempre locali, l’Unione degli studenti, Libera, Pax Christi e altre.

Lo striscione di apertura del corteo

Tutte riunite in una sola sigla: “Contro Forum G7. Poi 7 – Noi 8 miliardi”.

Il corteo partito puntuale alle 18,00 da Largo Palmina Martinelli, alla periferia della cittadina, ha percorso circa un chilometro per concludersi in una vicina villetta dove per oltre 2 ore si sono dati il cambio i vari oratori e oratrici delle associazioni e dei movimenti organizzatori della manifestazione.

I manifestanti non hanno però percorso tutto l’itinerario stabilito con la Questura di Brindisi (lungo il quale era stato predisposto un amplissimo  servizio di Ordine e sicurezza pubblica con personale in divisa e. in abiti civili) tanto da creare alcuni minuti di trambusto subito rientrato.

Un momento degli interventi dal palco

Lungo il corteo l’intonazione della “sempre verde” Bella Ciao e di Fischia il vento (canzone questa si partigiana scritta da Felice Cascione (nome di battaglia Megu), giovane poeta e medico neolaureato ligure, a Bologna, prima dell’8 settembre 1943. La melodia che fu poi utilizzata durante la Resistenza è quella della famosa canzone popolare sovietica Katjuša, composta nel 1938 da Matvej Blanter e Michail Isakovskij. Era l’inno ufficiale delle Brigate Garibaldi) hanno fatto da colonna sonora. Così come slogan quali “Se non cambierà, Intifada pure qua”, “Israele criminale, Palestina immortale”, “Palestina libera, Palestina rossa”, “Fuori l’Italia dalla NATO”, “I popoli in rivolta scrivono la Storia, Palestina fino alla vittoria”, “Siano tutti antifascisti”.

Tra le bandiere issate dai manifestanti oltre a quelle delle associazioni e quelle palestinesi, una in particolare ha colpito l’occhio del cronista;: quella palestinese con disegnato il viso di Yasser Arafat, il celebre Presidente dell’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) e dell’Autorità nazionale palestinese (ANP) morto l’11 novembre 2004.

Bandiere nel corteo

LA CONFERENZA STAMPA DELLE ASSOCIAZIONI

Nel corso di un incontro con la stampa nella sede del Comune di Fasano è stata presentata un dettagliato dossier politico su guerra, Palestina, Istruzione, Ambiente e salute, lavoro, migrazioni, intelligenza artificiale (Documento completo – Voi 7, noi 8 miliardi).

La conferenza stampa delle associazioni del Contro Forum G7

Temi ampiamente trattati dal summit nel bellissimo resort di Borgo Egnazia, sempre nel comune di Fasano, e su cui è stato poi emesso, ieri sera, il documento finale (https://www.g7italy.it/wp-content/uploads/Apulia-G7-Leaders-Communique.pdf).

Le varie sigle hanno voluto puntare l’obiettivo per lo più sul tema delle guerre.

In un altro documento diffuso alla stampa (una paginetta) hanno evidenziato che “tra i Paesi del G7, gli Stati Uniti hanno avuto la spesa militare più alta, raggiungendo i 916 miliardi di dollari nel 2023, pari al 68% della spesa militare totale della NATO”.

E altri come la Germania e il Regno Unito e l’Italia “hanno anche visto aumenti significativi nelle loro spese militari”.

E citando Greenpeace aggiungono che si è trattato di un “aumento fuori scala rispetto agli altri investimenti pubblici”.

Ed ancora, sempre citando questa organizzazione, i rappresentanti del Contro Forum scrivono: Spendere nelle armi è un “cattivo affare” anche per l’economia. In Italia, 1 euro speso per l’acquisto di armi mette in moto un aumento della produzione interna di soli 0,74 euro. La stessa cifra investita in altri settori pubblici ha invece un effetto moltiplicatore quasi doppio, con un aumento della produzione pari a 1,9 euro nella protezione ambientale, 1,5 euro nella sanità e 1,25 euro nell’istruzione”.

“Uno scarto ancora maggiore si registra nell’impatto occupazionale – proseguono -: 1.000 milioni di euro spesi nelle armi creano solo 3 mila nuovi posti di lavoro, mentre nel settore dell’istruzione lo stesso investimento creerebbe quasi 14 mila nuovi posti, più di 12.000 nella sanità e quasi 10 mila nuovi posti nella protezione ambientale”.

“Basterebbe meno dell’1% del budget militare delle nazioni del G7 per eradicare la fame dal mondo infantile nelle nazioni del Sud del mondo”, concludono citando UNICEF e Save the Children.

LA REMISSIONE DEL DEBITO DEI PAESI POVERI

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la manifestazione di giovedì scorso denominata la “Cena dei poveri” con frittelle, pomodori, cous cous e musica della pizzica, organizzata da No G7 e  tenutasi a Brindisi mentre era in corso quella ufficiale offerta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

In piazza alcuni vecchi esponenti del sindacato di base Cobas, militanti di partiti di estrema sinistra, cittadini (e tantissimi giornalisti e operatori delle Forze di Polizia).

“Il debito – sostengono i militanti di Debt for climate –  deve trovare tutto il mondo unito per la cancellazione del Sud globale”.

E direttamente contro il G7 sostengono che esso “esercita un controllo notevole sulla Banca Mondiale e sul Fondo Monetario internazionale determinando le prospettive politiche ed economiche dei Paesi del Sud globale. Questo controllo si estende sulle vite quotidiane dei loro cittadini e sull’amministrazione dei loro Stati”.

“La fondazione del G7 è legata a una controffensiva strategica – proseguono quelli di Debt for climate – contro gli sforzi del Sud globale di smantellare i retaggi coloniali nell’economia e nella finanza che persistevano dopo l’indipendenza (dei vari Paesi ndr)”.

Era infatti il 1974 quando l’Assemblea generale dell’ONU adottò “la proposta del G7 per un Nuovo Ordine economico-internazionale, mirato a raggiungere l’autodeterminazione e l’indipendenza del Sud globale”.

“Il G7 – concludono i militanti del Debt for climate – è stato fondato direttamente in risposta a ciò, con lo scopo  di preservare i profitti e gli interessi di controllo del Nord globale contro l’avanzata del Sud liberato”.

LA MANIFESTAZIONE DI OGGI POMERIGGIO A FASANO

Fasano si prepara, a poche ore dal suo inizio, ad accogliere la manifestazione nazionale organizzata dai gruppi del No G7.

I quali, in questi giorni, hanno polemizzato contro quelli del Contro Forum G7 (considerati più istituzionali).

E su “parole d’ordine” (espressione molto anni ’70) quali “No G7 No NATO” aderiscono alla mobilitazione di oggi “Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA)” e “Cambiare Rotta – Organizzazione Comunista Giovanile”.

Questi movimenti sostengono, in una nota, che il gruppo delle Nazioni del G7 si sta preparando ad un attacco feroce nei confronti del mondo per cercare di soddisfare le proprie priorità economiche anziché quelle umanitarie e sociali. Ma come abbiamo dimostrato il 1° giugno a Roma, i popoli di tutto il mondo non abbasseranno la testa e si ispirano anzi alla resistenza palestinese che continua a ribellarsi e mettere in crisi le potenze alleate con Israele”.

Il corteo partirà sempre dal Largo Palmina Martinelli alle 15.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la portavoce nazionale di “Potere al Popolo”, Marta Collot che, sulla pagina Facebook, scrive: L’Occidente corre verso la guerra, il disastro climatico e l’aumento delle disuguaglianze. Anche in questi giorni rappresenteremo una visione del mondo diversa e alternativa a quella dei guerrafondai euroatlantici!”.

I militanti di “Potere al Popolo” e della Federazione Regionale dell’Unione Sindacale di Base (USB) della Puglia saranno in piazza, dove si attendono circa 3 mila persone che percorreranno le strade di Fasano.

Molto alto il sistema di sicurezza approntato per garantire il corretto e pacifico svolgimento della manifestazione.

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