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Gennady Golovkin abbatte Matthew Macklin e punta al campione dei pesi medi Martinez

Quello appena trascorso è stato un interessante weekend di boxe internazionale che consegna alcuni verdetti piuttosto chiari. Venerdì 28 giugno presso lo Veteran’s Coliseum, Jacksonville in Florida è andato in scena, sulle frequenze Espn, un altro episodio della saga “Friday Night Fight”.

Nel sottoclou si sono affrontati Patrick Teixeira (20-0-0, con 17 ko) e Marcus Willis (13-3-2, con 3 ko), incontro al limite dei pesi medi-leggeri. Il brasiliano Teixeira aveva da dimostrare che i suoi pugni fanno male anche fuori dal confine carioca, mentre Willis era alla ricerca di una vittoria che potesse lanciare la sua carriera. Incontro tutto sommato piacevole anche se dai contenuti tecnici piuttosto limitati. L’alto pugile brasiliano ha più volte messo in difficoltà il suo avversario con colpi larghi e spesso scoordinati mostrando, però, una buona condizione fisica che lo ha portato per la prima volta in carriera a raggiungere il decimo round senza andare in debito di ossigeno.  I punteggi, piuttosto ampi e condivisibili, mostrano come il dominio di Teixeira sia stato piuttosto netto durante tutto il match consegnandogli una vittoria per decisione unanime: 98-92, 96-94, 97-93.

Il main event di venerdì metteva di fronte Grzegorz Proksa (29-3-0, con 21 ko) contro il veterano Sergio Mora (24-3-2, con 7 ko). L’incontro poteva essere considerato come un crocevia per entrambi i pugili: chi perdeva sarebbe andato fuori dal giro che conta per quanto riguarda la categoria dei pesi medi. Intorno a Proksa c’erano ottime aspettative in quanto l’unico pugile ad averlo battuto in modo chiaro era stato il campione IBO e WBA Gennady Golovkin (di cui parleremo tra poco). Per il pugile polacco, dallo stile imprevedibile caratterizzato da una grande mobilità sulle gambe e sul busto e da un pugno piuttosto duro, doveva essere l’occasione di mostrare ai critici più severi che era pronto a sbocciare definitivamente per entrare nell’èlite della sua categoria. Evidentemente non aveva fatto i conti con Sergio Mora, la cui carriera è stata caratterizzata da sconfitte ai punti discutibili e discontinuità nel rendimento. Mora nelle interviste della vigilia aveva mostrato di capire che il suo percorso agonistico era ad un bivio dichiarando che il suo telefono, dopo qualche decisione controversa subita, aveva smesso di squillare. Da qui la consapevolezza di dover cambiare stile per renderlo più appetibile agli spettatori e alle tv che oltreoceano determinano chi sale sul ring e chi rimane a casa. Ed effettivamente Sergio Mora, “The Latin Snake” (questo il suo pseudonimo) ha dato spettacolo controllando il rivale con il suo maggior allungo, mantenendo le giuste distanze e inibendo le azioni di Proksa con un invidiabile gioco di gambe. I cartellini dei giudici (96-94, 96-94, 98-92) mostrano un dominio netto e consegnano al pugile di origine messicane un successo meritato su un Grzegorz Proksa che non è mai stato capace di entrare completamente nel match, tentennando troppo al momento di andare all’attacco contro un pugile sicuramente più esperto ma anche più anziano.

Sabato 29 giugno al MGM Grand at Foxwoods Resort, Mashantucket HBO presenta la sua serata intitolata “Boxing After Dark” con due incontri. Il primo metteva di fronte Willie Nelson (21-1-1, con 12 ko) a Luciano Leonel Cuello (32-3-0, con 16 ko) al limite dei pesi medi leggeri. I cartellini dei giudici (96-94, 97-93, 97-93) potrebbe far pensare ad un match a senso unico a favore di Nelson. In realtà non sono mancate emozioni e cambi di ritmo. Il pugile argentino, infatti, è andato vicino ad atterrare il pugile di Cleveland in almeno un paio di occasioni e costringendolo a ridimensionare la sua tattica super aggressiva mostrata nei primi due round. Nelson dopo aver sentito la forza dei colpi del rivale ha deciso di mantenersi a distanza di sicurezza usando il suo maggiore allungo e il jab sinistro. Questo accorgimento, tuttavia, non lo ha tenuto al riparo dagli attacchi pericolosi dal coraggioso Cuello che, forte di una maggiore esperienza (ha combattuto, tra gli altri, contro Julio Cesar Chavez Jr e Saul “Canelo” Alvarez), ha forzato il ritmo aggiudicandosi nettamente alcune riprese. I suoi sforzi però non sono stati costanti abbastanza da consentirgli di portare in Argentina la vittoria sperata.

L’altro incontro di confronto metteva uno di fronte all’altro Thomas Oosthuizen (21-0-2, con 13 ko) e Brandon Gonzales (17-0-1, con 10 ko). Oosthuizen potrebbe essere un incubo per qualsiasi pugile: alto 193 centimetri, proveniente da una famiglia di boxer (frequenta le palestre da quando ha sei anni) e, come se non bastasse, è anche mancino. Ma Gonzales ha sopperito ad una netta disparità fisica con una ottima mobilità di gambe, mettendo il pugile proveniente dal Sud Africa al centro del ring ed entrando e uscendo dal suo range ogni volta che ne aveva voglia.  Tuttavia con l’andare dei round Oosthuizen è riuscito ad adattare il suo stile portando le giuste modifiche e riuscendo spesso ad anticipare lo scattante Gonzales ogni volta che entrava a portata dei suoi colpi, specialmente con montanti e diretti sinistri. Il punteggio di parità lascia entrambi i pugili imbattuti ed è piuttosto coerente con quanto mostrato dai due pugili nel quadrato.

Il main event metteva di fronte Gennady Golovkin (27-0-0, con 24 ko) e Matthew Macklin (29-5-0, con 20 ko). Incontro breve e senza storia in cui il kazako ha mostrato per la quattordicesima volta consecutiva di essere un artista del ko. Il suo gancio sinistro al corpo, portato dopo una bella combinazione di montanti a due mani, ha spezzato il fiato al suo avversario che non è stato in grado di rialzarsi. L’irlandese, ex sfidante del campione Sergio Martinez, è stato scelto proprio in virtù di quel match in cui diede molto filo da torcere all’argentino che riuscì ad avere ragione di lui solo all’undicesimo round. Ora i tifosi sognano uno scontro tra Gannady Golovkin e Sergio Martinez per determinare una volta per tutte chi è il migliore peso medio al mondo. Questo incontro, tuttavia, è condizionato dal recupero fisico di Martinez dopo l’intervento subito al ginocchio e la rottura della mano subita nel suo ultimo incontro Martin Murray.

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Written by Biagio Vavalà

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