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Guardia di Finanza: Catanzaro, operazione “Boccaccio”, scoperto un giro di autoriciclaggio di denaro proveniente da evasioni fiscali. Sequestrati beni per oltre 5 milioni di euro ed arrestate 8 persone

Di Massimo Giardinieri

Catanzaro. Il tutto aveva preso avvio da un approfondimento eseguito dall’Agenzia delle Entrate a seguito di un’operazione finanziaria tecnicamente definita di “voluntary disclosure”, realizzata da un imprenditore lametino che aveva stranamente fatto rientrare in Italia 500.000 euro investiti in banche maltesi per mezzo di una società con sede nelle Isole Vergini.

Della circostanza sono così stati interessati i finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro – Nucleo di Polizia Economico Finanziaria (PEF), i quali hanno da subito sospettato che quel denaro fosse il frutto di precedenti reati fiscali e non d’una ricca eredità, come invece asserito dall’imprenditore in questione.

Sono questi i punti-cardine dell’operazione “Boccaccio” che i militari della GDF catanzarese, sotto il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, hanno fatto scattare stamani eseguendo quattro arresti, sottoponendo ai domiciliari altrettante persone nonché sequestrando due società e beni per un valore complessivo che supera i 5 milioni e 200.000 euro.

Il provvedimento in parola ha raggiunto due coniugi (entrambi imprenditori), un consulente finanziario di Milano ed un altro imprenditore del Trentino che, nelle ipotesi accusatorie formulate dagli inquirenti, sarebbero coinvolti in un’associazione a delinquere specializzata nella commissione di reati connessi all’autoriciclaggio di proventi illeciti.

I riscontri eseguiti dagli investigatori delle fiamme gialle, culminate con perquisizioni locali, personali e informatiche che hanno avuto luogo in Lombardia, Trentino Alto Adige, Campania e Calabria, sono stati preceduti da indagini tecniche grazie alle quali è stato possibile ricostruire le attività dell’imprenditore oggetto delle indagini, di quelle della consorte nonché dei loro consulenti in nord Italia.

Sulla base degli elementi acquisiti, gli specialisti del Nucleo PEF di Catanzaro sono così riusciti a “materializzare” sul piano probatorio una serie di operazioni finanziarie attraverso le quali sarebbe stato riciclato oltre un milione di euro, tutti soldi che – come accennato sopra – originerebbero da evasioni fiscali.

Controlli contro l’evasione fiscali

Come normalmente avviene in questi casi, tali flussi di denaro vengono successivamente ad essere re-impiegati nel mercato legale, per questo (nonché per celare l’origine di quel denaro) sarebbero state costituite società c.d. “di comodo” in territorio svizzero, presso le quali far confluire parte dei guadagni ottenuti dalle evasioni per poi procedere al loro investimento attraverso operazioni condotte nel settore immobiliare nonché in quelli delle costruzioni edili, turistico ed anche del noleggio di natanti.

Una delle riprove di ciò sarebbe in un’importante operazione di investimento immobiliare sostanziatasi nell’acquisito di un albergo sito in famosa località sciistica del Trentino; un investimento che gli investigatori hanno ricostruito nel valore 1.200.000 euro, di cui 300.000 da corrispondere in contanti ed ovviamente “in nero”.

Una parte del denaro necessario a concludere l’operazione (circa 140.000 euro), è stata invece trasferita in contanti verso l’Italia settentrionale, come emerso nel corso delle indagini grazie ad un controllo simulato che i finanzieri hanno operato in base alla normativa “anti Covid-19”.

Al momento, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria titolare dell’inchiesta, due società aventi un valore superiore ai 3.700.000 euro (tra le quali figura anche la struttura alberghiera di cui sopra), uno stabilimento industriale nella zona di Lamezia Terme nonché un’imbarcazione avente un valore stimato in almeno 300.000 euro, sono state sottoposte a sequestro.

Il GIP del Tribunale lametino ha inoltre disposto in capo agli stessi indagati il sequestro di somme per 1.500.000 euro, ovvero per una somma pari a quella che sarebbe stata ottenuta dalle attività di autoriciclaggio.

Ulteriori investigazioni sono tuttora in corso, e non sono dunque da escludersi risvolti ancora inediti sulla vicenda.

 

 

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