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Guardia di Finanza, Operazione “Terza Età” a Roma. Legami con la camorra di Michele Zaza

Roma. Operazione “Terza Età” dei Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma. Le Fiamme Gialle stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari (GIP) presso il Tribunale capitolino, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 9 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, truffa aggravata ai danni dello Stato, auto-riciclaggio e trasferimento fraudolento di beni al fine di eludere la normativa antimafia in materia di prevenzione patrimoniale.

Operazione della Finanza oggi Roma

Contestualmente le Fiamme Gialle hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dallo stesso GIP, relativo a beni immobili e società per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro. Sono state sequestrate quote sociali, capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale di 9 società di capitali,  di cui una di diritto estero, e 2 ditte individuali, nonché una quota maggioritaria di una società consortile, attive nei settori del commercio autoveicoli, intermediazioni finanziarie, commercio di prodotti petroliferi, commercio all’ingrosso di prodotti vari, ristorazione, alberghiero ed assistenza sociale residenziale; tre immobili siti a San Cesareo (Roma) e Palestrina (Roma).

Trenta perquisizioni sono state eseguite in provincia di Roma, Latina e Napoli, con l’impiego di oltre 150 Finanzieri del Comando Provinciale di Roma ed il supporto dei Reparti competenti per territorio.

L’Operazione è stata denominata “Terza età” in quanto uno dei settori di reinvestimento dei proventi illeciti dell’organizzazione criminale era rappresentato dalle “strutture protette per anziani”.

Tutto è iniziato nel settembre 2017, quando furono arrestati tra gli altri, anche il pregiudicato Massimo Nicoletti, figlio di Enrico, considerato lo storico cassiere della “banda della Magliana”.

Nel corso di quelle indagini era emerso che una persona vicina a Nicoletti, trovandosi in difficoltà economiche e dovendo restituire a terzi rilevanti somme di denaro, si era rivolto ad un congiunto, Mauro Licenziato per ottenere un prestito.

Le indagini hanno fatto scoprire un autonomo e strutturato sodalizio al vertice del quale, oltre a Mauro Licenziato c’era anche suo padre Mario e numerosi affiliati.

I tassi medi applicati per il prestito del denaro oscillavano tra il 90% ed il 180% annuo con punte del 570%.

Ad aggravare lo stato di sudditanza psicologica delle vittime contribuiva il profilo delinquenziale dei Licenziato, i quali avevano collegamenti, tramite Elvis Hudorovich, detto Giovanni lo zingaro, con esponenti dei Casamonica. Tutti sono stati indicati da alcuni collaboratori di giustizia come appartenenti ovvero contigui ad ambienti della criminalità organizzata partenopea. In particolare, Mario Licenziato è stato citato come affiliato alla Nuova Famiglia, capeggiata di Michele Zaza, detto u’ pazz, storico “cartello di famiglie della camorra” nato in contrapposizione alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.

In proposito, le indagini del GICO hanno confermato che Mario Licenziato era in contatto diretto con Pasquale Zaza, nipote di Michele u’ pazz, con il quale ha condiviso importanti progettualità “imprenditoriali”.

Mauro Licenziato ed il fratello Gianluca sono stati indicati come legati a traffici di droga tra Napoli e Roma, sotto la direzione della zia, Carmela Licenziato, soprannominata “Lady cocaina”, attualmente in carcere per le plurime condanne definitive per traffico di stupefacenti e porto e detenzione di armi.

La donna, sebbene in carcere è risultata tuttora attiva nel settore ed intenzionata a dare vita ad un’autonoma “piazza di spaccio” nella Capitale.
E’ stata accertata la disponibilità occulta, a suo nome di un immobile sito a Palestrina (Roma) acquisito con  i proventi del narcotraffico e solo formalmente intestato ad una congiunta.

E’ emerso, dalle indagini della GdF, che il gruppo criminale reinvestiva sistematicamente i proventi delle attività delittuose in variegati settori dell’economia legale, ricorrendo anche a frodi fiscali quale fonte di finanziamento illecito. Per i Finanzieri un ruolo fondamentale è stato svolto da Anna Maria Liguori, consulente fiscale in grado di individuare a chi attribuire, di volta in volta, la formale titolarità giuridica dei compendi aziendali, riconducibili all’organizzazione.

I Finanzieri hanno svelato il sistematico ricorso a compiacenti teste di legno, utilizzate per la gestione di imprese attive nel commercio di autovetture ed in quello delle strutture ricettive per anziani, sottoponendo a sequestro preventivo due “strutture protette”, riconducibili a a Mario Licenziato e site a San Cesareo (Roma) di cui una operativa ed una destinata ad essere inaugurata a breve.

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