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Guardia di Finanza: Torino, operazione “Marco Polo in collaborazione con Carabinieri

Di Dario Gravina

Torino. Associazione per delinquere, sfruttamento del lavoro e reati fiscali; c’è un po’ di tutto in questa vicenda alla quale la Procura della Repubblica di Torino ha risposto oggi con l’emissione di 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere (che hanno raggiunto altrettanti cittadini di nazionalità cinese), a conclusione dell’operazione denominata “Marco Polo”.

La vicenda aveva preso avvio da un controllo che i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro avevano eseguito a gennaio 2019 unitamente al personale civile del locale Ispettorato (ITL), nonché da una denuncia-querela sporta da alcuni cittadini extracomunitari, i quali avevano lamentato ai militari dell’Arma le condizioni di grave sfruttamento alle quali erano sottoposti all’interno dell’azienda torinese per la quale lavoravano.

I risconti investigativi innescati dalla circostanza, permettevano inizialmente di accertare come due indagati fossero gli amministratori di una società che aveva stipulato contratti per la fornitura di servizi riferiti al confezionamento di scatole di penne, pennarelli e matite resi in favore di due diverse società committenti, mentre la società affidataria dei lavori – non disponendo di personale dipendente – poteva presentare un Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) regolare.

Quegli stessi lavori, come poi dimostrato nelle indagini, venivano in realtà subappaltati ad altre imprese a loro volta amministrate da parenti e fiancheggiatori vari dei suddetti amministratori, i quali provvedevano all’assunzione formale dei lavoratori da impiegare per il confezionamento dei citati prodotti da disegno e da cancelleria.

GDF – auto operativa fuoristrada

Agli oltre 40 lavoratori individuati (tutti extracomunitari in attesa del rilascio del permesso di soggiorno o di protezione internazionale), venivano però corrisposte retribuzioni dagli importi palesemente difformi rispetto a quelli previsti dai contratti collettivi nazionali di categoria, ovvero smaccatamente più basse rispetto alla quantità di lavoro prestato.

Secondo quanto emerso durante le indagini, a fronte di turni di lavoro da 10 ore (peraltro senza poter godere del riposo settimanale garantito dalla legge) venivano corrisposti salari da 350, massimo 600 euro mensili, e comunque sempre comparati al numero di confezionamenti che il lavoratore riusciva ad effettuare giornalmente. Tutto ciò in palese violazione delle normative che regolano il lavoro dipendente nel nostro Paese, comprese quelle in materia di sicurezza e tutela sanitaria.

In parole più semplici, il classico caso in cui si cercava di massimizzare i guadagni profittando dello stato di bisogno in cui versavano persone alla ricerca di una paga, seppur modesta, per sostentarsi dignitosamente ed onestamente in territorio italiano.

Sulla scorta dell’ottimo lavoro svolto dai militari dell’Arma dei Carabinieri, sono a questo punto subentrati quelli della Guardia di Finanza i quali, indagando sul lato economico-finanziario della vicenda, hanno scoperto l’esistenza di diversi reati che gli organizzatori di tale “sistema” avevano messo in atto mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, grazie alle quali si creavano così fittizi costi di esercizio aziendale da recuperare poi con il Fisco, al quale veniva in tal modo dimostrata l’esistenza di prestazioni formalmente affidate in sub-appalto, mentre le stesse, nella realtà, venivano eseguite in realtà imprenditoriali facenti capo agli stessi responsabili.

Come sempre avviene in questi casi, oltre all’evidente truffa commessa ai danni delle casse dello Stato, la circostanza permetteva agli indagati di praticare sul mercato prezzi di gran lunga inferiori rispetto a quelli della concorrenza, con profitti che l’Autorità Giudiziaria inquirente ha quantificato in oltre 85.000 euro, importo sul quale è stato poi contrapposto un equivalente sequestro preventivo di denaro e beni nelle disponibilità degli stessi indagati.

L’operazione qui descritta mette ancora una volta in risalto l’eccellente sinergia operativa oggi esistente tra Forze di Polizia italiane le quali, contrapponendosi con sempre maggior efficacia a fattispecie criminali caratterizzate da illeciti di diversa forma e natura, mettono sul campo le proprie competenze investigative e d’intervento che poi si traducono in risultati pieni dove, in capo agli indagati, finiscono per essere accertate tutte le responsabilità penali, tributarie, civili ed amministrative.

 

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