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Hezbollah: atteso per domani un importante discorso del leader Nasrallah. Si teme un allargamento del conflitto ma i rischi sono molti

Di Fabrizio Scarinci

TEL AVIV. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, terrà domani un attesissimo discorso pubblico a margine del venerdì di preghiera.

Il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah

Considerando che nel pomeriggio di oggi i suoi miliziani sembrerebbero aver intensificato i loro attacchi nei confronti di Israele (e che quest’ultimo avrebbe risposto con alcuni pesanti raid aerei), alcuni temono che il “partito di Dio”, noto per essere stato in grado di resistere alle forze israeliane durante il conflitto libanese del 2006, nonché per il possesso di scorte di razzi e missili che potrebbero essere addirittura nove o dieci volte più grandi rispetto a quelle di cui dispone Hamas, possa definitivamente scendere in campo, costringendo Tel Aviv ad una guerra su due fronti.

Naturalmente, se questo accadrà o meno non lo si scoprirà prima di domani, anche se, almeno a parere di chi scrive, l’eventualità che Nasrallah possa davvero prendere l’iniziativa di una guerra totale a fronte di uno Stato d’Israele così agguerrito e della presenza del gruppo di battaglia della portaerei statunitense Gerald Ford nelle acque del Mar di Levante sembrerebbe piuttosto remota.

Uno dei raid israeliani in risposta agli attacchi di oggi da parte di Hezbollah

Certo, considerando la situazione venutasi a creare nel corso delle ultime settimane, è altamente probabile che l’Iran voglia far sentire tutto il peso del suo “sistema di alleanze” regionale, e che, quindi, stia cercando di esercitare qualche forma di pressione affinché tutti i suoi “proxies” facciano qualcosa di significativo al fine di mettere Israele in difficoltà.

Ma, in ogni caso, anche per gli Ayatollah sembrerebbe comunque preferibile che ciò avvenisse senza varcare la soglia di non ritorno, poiché il rischio di pesanti ritorsioni, non solo da parte di Tel Aviv ma, come ricordato pocanzi, anche da parte di Washington, sembrerebbe essere molto più elevato del solito, senza contare che le azioni condotte dai proxies di Teheran potrebbero anche danneggiare (e indispettire non poco) i Paesi arabi circostanti (ricordiamo, tanto per fare qualche esempio, come, già l’altro ieri, alcuni dei missili e/o droni lanciati dagli Houti contro Israele siano precipitati nei territori di Egitto e Giordania e come, anche oggi, i militari di Amman avrebbero abbattuto sul loro territorio un drone lanciato dalle milizie filo-iraniane presenti in Siria ed Iraq).

Di conseguenza, la cosa più probabile è che il leader di Hezbollah si spenda in un qualche tipo di proclamazione solenne a sostegno di Hamas senza, però, incrementare (o incrementare più di tanto) il suo coinvolgimento nell’ambito del conflitto.

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