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“L’Aquila – Grandi speranze”, a 10 anni dal terremoto arriva la serie tv targata Rai

Fiction in sei puntate in onda in prima visione su Rai1 da martedì 16 aprile alle 21.25

Aquila serie tv

Nel cuore dell’Italia, una città ridotta in macerie: è l’Aquila dopo il terremoto che l’ha colpita nel 2009. Un anno più tardi i suoi abitanti provano a riprendere in mano i fili delle loro vite spezzate, ognuno a modo suo…

La serie

L’Aquila – Settembre 2010.

Che cosa accade nell’animo di una persona o nelle relazioni familiari se nel giro di una sola notte si vede crollare e ridursi letteralmente in macerie la propria casa e la propria vita? Dove si trova il coraggio di ricominciare? Come si riesce a superare il dolore di perdite irrimediabili? E a sconfiggere la paura? Attraverso la storia di Silvia e Franco e dei loro amici fraterni, Gianni ed Elena, racconteremo come si possa continuare a vivere dopo il terremoto che, in una sola notte, ha azzerato un’intera città: L’Aquila.

È passato un anno e mezzo da quella terribile scossa. Franco e Silvia sono ancora impegnati nella ricerca disperata della figlia Costanza, scesa con loro in piazza del Duomo quella notte e poi scomparsa nel buio delle strade della città, che sembrano averla inghiottita. Gianni, invece, riesce a rientrare in possesso della sua casa nel centro storico de L’Aquila e decide di lottare, insieme alla sua famiglia, per la ricostruzione della città e per far rientrare al più presto gli sfollati nelle loro case. Organizza una grande manifestazione di protesta, proprio quando un costruttore romano si presenta a in città con un’idea ambiziosa e visionaria.

Aquila serie tv
Donatella Finocchiaro e Valentina Lodovini

E i loro ragazzi? A tredici anni hanno trovato nella zona rossa della città, interdetta al pubblico e ridotta in un gigantesco cumulo di macerie, l’occasione per un divertimento proibito. Grazie al potere di una fantasia, che alla loro età non conosce limiti, Davide e Simone, con gli amici Fabrizio e Patrick, sono stati capaci di trasformare il luogo di una catastrofe in un enorme luna park a cielo aperto. L’amicizia aiuta a tenere lontana la paura: il percorso di formazione dei ragazzini aquilani avviene tra le case in rovina, che gli adulti hanno abbandonato senza farvi più ritorno. E per Davide quel gioco diventa anche l’unico modo per provare ad affrontare la scomparsa della sorella.

Regia di Marco Risi. Una coproduzione RAI FICTION – IDEACINEMA

Trama primo episodio – 100’

L’Aquila, un anno e mezzo dopo la notte del 6 aprile 2009: la città è distrutta, l’accesso al centro storico vietato. Ma Simone, Davide e i loro amici hanno tredici anni e a quell’età non esistono divieti: dopo il terremoto la “zona rossa” è diventata il loro regno. Il possesso del territorio è però insidiato da una banda rivale: tra macerie e case abbandonate, i due gruppi si fanno la guerra per conquistare il Palazzo del Governo.

Aquila serie tv

I genitori di Davide, Silvia e Franco, devono far fronte a un tragico evento: la sparizione della figlia più piccola, Costanza, avvenuta la notte del terremoto. L’archiviazione del caso e la sospensione delle ricerche apre tra loro una crisi ancora più profonda.

A casa di Simone invece, Gianni ed Elena, appena tornati a vivere nel centro storico, organizzano una grande protesta che ha una sola parola d’ordine: ricostruzione.

Da poco, inoltre, a L’Aquila si è trasferito Riccardo De Angelis, un costruttore romano, giunto lì assieme a Margherita, la figlia tredicenne. La loro presenza suscita curiosità e sospetti tra gli adulti, fibrillazione tra i ragazzini che si ritrovano Margherita come compagna di classe. A seguire il commento del regista Marco Risi.

Aquila serie tv
Luca Barbareschi

“Sono stato a L’Aquila per la prima volta nella mia vita un anno e mezzo dopo il terremoto, esattamente quando ha luogo la storia del nostro lungo film. Non conoscevo la città e non sapevo della sua bellezza, potevo soltanto immaginarla: non me ne potevo rendere conto attraversandola a piedi perché era completamente ricoperta dalle impalcature che cercavano di tenerla in piedi come uno scheletro senza muscoli. Quello che mi impressionò fu il silenzio. Sentivo il rumore dei miei passi che attraversavano la zona rossa presidiata da alcune camionette dell’esercito e avevo la percezione assolutamente nuova di essere solo in una città fantasma”.

Prosegue così il commento del regista Marco Risi:

“Mi dissi: qui devo venire a girare un film!  Ma non avevo ancora precisa l’idea di che film avrei voluto girare. L’idea è arrivata cinque anni dopo con questa serie. Che cosa mi ha convinto di questo progetto? Mi è piaciuta molto l’idea degli adolescenti che scorrazzano di soppiatto nella città proibita cercando di riappropriarsene alla loro maniera, augurandosi addirittura che non cambi, che rimanga così perché solo così può essere esclusivamente loro, il loro territorio di conquista. Mi sono piaciuti gli adulti che cercano di rimettere in piedi i pezzi delle loro coscienze e non soltanto i pezzi della loro città. Mi piacciono i piani che corrono paralleli delle due dimensioni: da una parte gli adulti con i loro guai, dall’altra i loro figli che quegli stessi guai vivono di riflesso ma che si gettano nell’avventura di crescere in una situazione assolutamente unica”.

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Queste, invece, le parole dell’autore Stefano Grasso relative all’abbandono della sua idea iniziale relativa alla creazione di un documentario sulle conseguenze del sisma in Abruzzo:

“Sapevo che stavo andando incontro a qualcosa di molto rischioso: un racconto per forza di cose deve anche intrattenere, e sarei stato capace di farlo nel rispetto del dolore di chi all’Aquila aveva perso genitori, figli, case? Per alcuni mesi abbandonai l’idea del progetto e la ripresi soltanto quando realizzai che cos’era esattamente quella sensazione che avevo provato durante la mia prima visita: era un rimpianto. Un rimpianto struggente, pieno di malinconia, per qualcosa di bello che mi ero perso per sempre, una comunità che prima viveva e respirava in un modo suo, diverso da ogni altra città nel mondo, come sono diverse le persone le une dalle altre, e che adesso non esisteva più”.

Ed è dunque così che ha preso forma il progetto finale:

“Era su quello che potevo lavorare, perché quel rimpianto era anche mio, e quindi lo potevo condividere: da lì è nata l’idea che è stata poi la base del racconto, il mio rimpianto è diventato quello di quattro ragazzini che non si sono rassegnati a perdere la loro città e decidono, nonostante tutto e tutti, di continuare a viverla. Attraverso di loro ho pensato che avrei potuto viverla anch’io e farla vivere alle persone che avrebbero visto questa storia”.

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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