in

Medio-Oriente: il conflitto si intensifica. L’Italia vuole la condanna di Hamas ma è pronta a fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza

Di Fabrizio Scarinci

TEL AVIV. “Dio, Dio, Dio, Dio…un attacco molto, molto, molto potente. Siamo in una situazione molto difficile, la situazione è molto pericolosa”. Sono queste le parole con cui, la scorsa notte, il giornalista Hassan Eslayeh ha descritto su X quella che, per Gaza, sembrerebbe essere stata la peggiore di tutte le notti dall’inizio della guerra.

Un immagine dei bombardamenti della notte scorsa

Stando a quanto comunicato dalle autorità di Tel Aviv, infatti, nel corso delle ultime 24 ore l’IDF avrebbe fortemente intensificato le proprie operazioni, arrivando ad impiegare simultaneamente (o quasi) oltre 100 velivoli da combattimento, diverse unità navali e una congrua componente terrestre, che sarebbe già penetrata in profondità nel nord della Striscia con svariati mezzi corazzati e diverse unità di fanteria.

Tra i bersagli designati anche diverse decine di infrastrutture sotterranee, che sarebbero state ripetutamente bombardate (e in parte certamente polverizzate) dai caccia di Tel Aviv.

Un F-16 I di Tel Aviv in fase di decollo

Tra i numerosi terroristi eliminati figurerebbero, invece, il comandante delle forze aeree di Hamas, noto per aver guidato l’attacco con i parapendii del 7 ottobre scorso, e uno dei comandanti delle sue forze navali, che sarebbe stato individuato al termine di una complessa azione d’intelligence portata avanti congiuntamente da Shin Bet e IDF.

Almeno fino a qualche ora fa, tra le file israeliane non si era ancora registrato nessun caduto.

Quanto alla popolazione di Gaza, invece, le conseguenze della politica di Hamas e dei suoi alleati presenterebbero, già oggi, un conto di oltre 7.700 morti e svariate migliaia di feriti a cui risulta sempre più difficile prestare aiuto.

Un’immagine delle distruzioni di Gaza

Nel frattempo, il progressivo aumento della tensione starebbe coinvolgendo anche altri attori, sia a livello regionale che a livello globale.

Sul fronte settentrionale, ad esempio, pur non avendo ancora intrapreso alcuna iniziativa di tipo massiccio, i terroristi di Hezbollah starebbero continuando a lanciare razzi e missili all’indirizzo di Israele, che, dal canto suo starebbe, per il momento, rispondendo con alcune azioni di tipo mirato.

Poco più a est, invece, le forze aeree statunitensi avrebbero colpito ieri alcune strutture di stoccaggio di missili e armi appartenenti alle milizie filo-iraniane operanti in Siria ed Iraq; un’azione ufficialmente condotta al fine di rispondere ad alcuni attacchi subìti da parte dei suddetti gruppi nel corso degli ultimi giorni, ma che, non diversamente dalla recente decisione di inviare la portaerei Eisenhower nelle acque del Golfo Persico, sembrerebbe essere stata concepita soprattutto allo scopo di inviare un chiaro messaggio a Teheran sul fatto che, nell’ambito di questa crisi, gli USA stiano davvero facendo sul serio.

A tutto questo vanno, poi, aggiunti i drammatici momenti di tensione registratisi negli ultimi giorni in seno alle Nazioni Unite; dovuti, in un primo momento, ad un controverso intervento del Segretario Generale Antonio Guterres (fruttatogli, tra le altre cose, una richiesta di dimissioni da parte di Israele), e, successivamente, alla profonda spaccatura provocata in seno all’Assemblea Generale dall’approvazione (alla fine raggiunta con 120 voti a favore) di una risoluzione non vincolante finalizzata al raggiungimento di una tregua umanitaria.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres

Presentata dalla Giordania a nome di tutti gli Stati arabi, tale risoluzione non conterrebbe, infatti, nessuna esplicita condanna dell’operato di Hamas; ragion per cui diversi Paesi, per lo più occidentali, hanno scelto, in seguito a non poche polemiche, di votare contro (come nel caso degli USA o, com’era ovvio che fosse, dello stesso Israele) oppure di astenersi (come fatto, tra gli altri, anche dall’Italia).

Per quanto riguarda, in particolare, la posizione assunta dal nostro Paese, è intervenuto oggi anche lo stesso Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che durante una conferenza stampa ad Acqualagna ha spiegato come la scelta di astenersi sia stata ritenuta, non solo dall’Italia ma anche dalla maggior parte degli altri Paesi del G7, la più equilibrata tra le opzioni possibili.

Infatti, se, da un lato, la mancanza di un’esplicita condanna nei confronti dei terroristi di Hamas ha impedito al Paese di propendere per un voto favorevole all’adozione della risoluzione, dall’altro, esso resterebbe assolutamente favorevole alla distribuzione di aiuti umanitari, per i quali il governo avrebbe già messo a disposizione due fregate, un pattugliatore e una nave anfibia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’articolo Medio-Oriente: il conflitto si intensifica. L’Italia vuole la condanna di Hamas ma è pronta a fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza proviene da Report Difesa.

What do you think?

Written by Report Difesa

Quotidiano di geopolitica e di sicurezza nazionale ed internazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Rapporti Serbia-Kosovo: dichiarazione congiunta franco-tedesco-italiana. Entrambi i Paesi mantengano gli impegni assunti per l’attuazione dell’Accordo sul percorso di normalizzazione

Leonardo: nuove capacità per l’AW169 dotato di pattini con l’aumento del peso lordo massimo a 5.100 chili