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Pastore: “Quando uno gioca e la squadra vince sente di fare la cosa giusta. A Roma si vive bene e il sostegno dei tifosi è importante”

Le parole del calciatore argentino nel corso dell’appuntamento con #ASK

Pastore conferenza stampa YP1

Javier Pastore ha risposto in diretta sulla piattaforma RomaTV+ alle domande dei tifosi giallorossi nel corso dell’appuntamento con #ASK, che vede proprio i sostenitori del club capitolino porre periodicamente delle domande virtuali a un calciatore della Roma.

Come stai?
Mi sento molto bene e felice per questo mio momento personale che mi vede giocare molto di più rispetto allo scorso anno anche se mi dispiace per le ultime due partite che non ci volevano. La squadra sta lavorando molto bene e sicuramente dal ritorno dalle Nazionali faremo vedere delle cose buone con i punti positivi, stiamo lavorando per questo.

In che percentuale di forma ti senti in questo momento?
Molto bene, un 80%-90% fisicamente. Aver giocato sei partite consecutive, una ogni tre giorni ti dà la forma, mi sento bene. Era da tanto che non lo facevo, gli infortuni dei miei compagni mi hanno dato quel posto e ho dovuto giocare io, mi hanno gestito bene negli allenamenti per arrivare a stare bene e sono felice di essere riuscito a farlo.

Il tuo miglioramento rispetto alla scorsa stagione dipende da motivi più fisici, come i nuovi allenamenti, o mentali?
Entrambi. È stato molto importante il cambio con Fonseca quest’anno: il rapporto che ha con i giocatori, quello mi ha aiutato tanto, mi ha spinto e fatto arrivare a stare come sto ora. Sicuramente entrambi gli aspetti sono importanti, un giocatore non gioca solo con il fisico ma anche con la testa e il momento che passa nella sua vita e quello nella sua carriera da calciatore. In questo momento mi trovo bene, in una posizione dove sto avendo tanto piacere a giocare ed allenarmi, anche fuori casa.

A che età hai iniziato a giocare a calcio?
Da quando mi ricordo, so che da quando avevo 4 anni avevo sempre una palla tra i piedi, a casa, all’asilo, a scuola, mi hanno raccontato che mi piaceva fare solo quello. Ho iniziato ad allenarmi tutti i giorni con un club a 9 anni e a giocare il sabato. Mi ero già fissato col calcio.

Quale è stata la sfida più grande del trasferimento da Parigi a Roma?
Avevo paura di lasciare una città come Parigi e non trovarne un’altra dove io era la famiglia potevamo stare bene come lo siamo stati lì per tanto tempo. Quella era la mia paura ma niente…Dopo due mesi che eravamo qui a Roma ci siamo iniziati a trovare molto molto bene, è normale che lì in Francia abbiamo lasciato un passato ed è stata veramente un’esperienza bellissima ma qua davvero si vive molto bene.

Quando segni?
Devono parlare coi portieri!
(ride, ndr). Ultimamente ho creato tante occasioni e tirato tanto in porta, in genere non faccio 4-5 tiri ma nelle ultime partite sì solo che i palloni non sono entrati. L’importante è che abbiamo vinto quasi tutte le partite comunque ci proverò, mi allenerò di più e speriamo che arrivi presto il primo, quello sblocca gli altri che dopo arrivano da soli.

La soddisfazione di un assist è paragonabile a quella di un gol?
Sì. A me piace tantissimo farli ed è come fare un gol; se la squadra vince per quell’azione lì sono sinceramente molto felice.

Più bello il tacco con l’Atalanta o contro il Frosinone?
Sinceramente il primo contro il Frosinone mi è piaciuto di più.

Qual è il tuo calciatore argentino preferito tra quelli che hanno giocato alla Roma?
“Batistuta. Da piccolo era il mio idolo, lo seguivo sempre, era in Nazionale e faceva tutti i gol. Per la mia generazione è stato un simbolo molto importante.

Per qualche tifoso insoddisfatto, anche se hai ripreso a giocare con più frequenza, devi ancora recuperare gli arretrati
È giusto. Chi ha seguito la mia carriera sa che posso dare molto di più ed è normale che i tifosi chiedano sempre di più. Lo faccio anche io con la mia squadra del cuore in Argentina e faccio questa professione. Immagina chi non lo fa e segue la Roma: è normale che vogliano di più. Per noi è uno stimolo importante per continuare a lavorare, allenarci e migliorare. Senza questi stimoli saremmo una squadra piatta e sinceramente vogliamo arrivare in alto, migliorare in tanti aspetti e abbiamo anche bisogno che i tifosi ci chiedano di più. A Parma ci hanno trattato molto bene nonostante il risultato, ci hanno applaudito alla fine della partita e sono gesti che a noi danno tanta forza.

Ci rispieghi la rabona contro il Napoli?
“Ero stanco, avevo la palla sul sinistro, il difensore arrivava più da quel lato che dal destro e facendo la rabona ho pensato che lui non sarebbe arrivato a prenderla, mi sentivo più sicuro così. L’ho fatto in tante partite, alcune volte mi riesce bene ma è un’opzione da utilizzare in una situazione nella quale non mi sento tanto a mio agio a calciare di sinistro. Non era solo per bellezza, c’era un senso, era per liberare il compagno, è arrivato e l’ho messo in una buona posizione, era per lui non per fare il passaggio a un metro.

Che ne pensi di Zaniolo e Pau Lopez, dove può arrivare il primo e quanta sicurezza trasmette il secondo?
“Zaniolo è molto forte, si vede già dagli allenamenti. L’anno scorso quando è arrivato sembrava un ragazzo della Primavera ma si allenava come uno della Prima Squadra. Fisicamente ha tantissima forza. Adesso ha cominciato a fare gol e per lui sarà importante continuare su quella strada, come persona è un ragazzo molto bravo, è semplice e gentile, penso che possa arrivare molto lontano se continua a lavorare come sta facendo adesso. Non deve sentire le cose da fuori ma pensare a quello che fa qui dentro perché sinceramente può arrivare a diventare un fenomeno.

Ci si riesce a non ascoltare quello che arriva dall’esterno?
Dipende da ognuno di noi. Io se ripenso a tutto quello che è successo nella mia carriera non sono felicissimo e ho fatto grandissime cose ma è come se già da bambino sapevo che le avrei fatte. Dopo la mia prima partita non volevo vedere niente, né giornali né altro, perché per me già lo avevo fatto. Da allora ho vissuto e vivo la mia vita così: gioco una partita bene non sto a guardare cosa dicono. A me non interessano le cose da fuori, il bello è che dopo te lo fanno sentire quando ti vedono, quando ti incontrano lungo la strada, ti parlano, ti chiedono una foto. Sono cose belle però fino a lì perché dopo puoi perdere la testa, puoi pensare che hai già fatto tanto ma non è così perché c’è tanto da dimostrare e fare ancora.

Un gol contro la Juventus il 12 gennaio?
Speriamo anche prima di arrivare a quella partita.

Qual è il tuo miglior momento alla Roma?
Questo mese. Per me è stato molto bello. Ho giocato tante partite, ho fatto anche bene e la squadra ha ottenuto risultati positivi e quella è la cosa più importante. Quando uno gioca e la squadra vince sente che sta facendo la cosa giusta e che si deve continuare per quella strada.

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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