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Rino Gaetano: è arrivata al Museo di Roma in Trastevere la prima mostra dedicata all’iconico e indimenticato cantautore

La bellissima esposizione è visitabile da metà febbraio fino al 28 aprile 2024 nell’incantevole location sita nel cuore della Capitale, città d’azione dell’artista nato in Calabria

Da domani al Museo di Roma in Trastevere RINO GAETANO. La prima grande mostra nel segno di uno dei più amati cantautori italiani.

Si è tenuta oggi, giovedì15 febbraio 2024 nel cuore della Capitale, la presentazione della prima mostra dedicata a Rino Gaetano. L’esposizione è visitabile proprio fino al 28 aprile 2024, presso il Museo di Roma in Trastevere

Parte dunque da qui il viaggio nel mondo di Rino Gaetano con la prima mostra dedicata al grande cantautore che ha segnato un’epoca nella musica italiana. Iconico poeta dallo stile unico e tagliente, con la sua voce ruvida e con i suoi testi apparentemente leggeri e disimpegnati ma pieni di contenuti, ha saputo graffiare società e politica senza mai nascondersi dietro etichette e maschere, riuscendo, attraverso pensieri anticonformisti e parole semplici, a portare alla luce gli anni bui della nostra nazione.

Di seguito le parole di Alessandro Nicosia, curatore della mostra, relative alla scelta della splendida location individuata per la prima mostra su Rino Gaetano nonché l’essenza dell’esposizione stessa:

Questa sua leggerezza caratteristica -di Rino- è in realtà anche piena di approfondimento culturale, così come lo erano i suoi testi che sembravano apparentemente leggeri, ma, con la sua timidezza e la sua leggerezza, lui accompagnava la sua genialità, facendo critiche sociali contro la corruzione e tante altre tematiche più attuali che mai. Era decisamente avanguardista. Certo, Montesacro era la sua vita ma abbiamo scelto questo museo perché amava venire qui e frequentare i locali qui intorno e vivere anche questi vicoli di Roma, quindi abbiamo scelto questa chicca di spazio che ne sposa semplicità ed eleganza. Oltre a trovarsi poi vicino allo studio musicale di Via Garibaldi, dove lui andava, questo museo è un museo popolare.

Queste invece le bellissime parole spese dalla giornalista Gloria Satta per raccontare Rino Gaetano e la mostra:

Le donne di Rino non aspettano il principe azzurro ma difendono il salario dall’inflazione e hanno la libertà sessuale, è stato lui il primo nel ’78 a dire la parola sesso sul palco di Sanremo, è sempre stato all’avanguardia. Quelle di Rino sono canzoni che si ricordano ancora oggi e sarà così anche tra quaranta anni: hanno resisto al tempo e sono ancora più belle e attuali oggi. Sembrava scanzonato e leggero ma, nei suoi testi, c’è una profonda conoscenza e cultura del mondo e della società. Ha sempre avuto il coraggio di puntare sulla novità. Rino Gaetano rimane iconico e vogliamo ricordarlo con la sua allegria perché ha sempre avuto gioia di vivere e di innovare il mondo della musica.

Presenti inoltre gli artisti Riccardo Cocciante, Giusy Ferreri e Sergio Cammariere. Tutti e tre nel corso dell’odierna conferenza stampa di presentazione hanno fatto un breve intervento per raccontare aneddoti, storie e ricordi personali legati a Rino Gaetano e alle sue canzoni. Cocciante ha anche improvvisato un’esibizione a margine della conferenza (prima di un’altra piccola esibizione nel giardino interno del Museo di Roma in Trastevere). L’artista classe ’46 nato a Saigon ha intonato qualche strofa del brano “A mano a mano”, da lui stesso scritto insieme a Marco Luberti nel 1978, e molto importante nella carriera di Gaetano. A seguire le parole e la breve esibizione di Riccardo Cocciante.

Rino era una persona piacevolissima ma si vedeva e capiva che non era perfettamente integrato nella società. Era timido e lo sono anche io ma quando si sale sul palco si cambia: si arriva lì sopra e si esiste in un’altra maniera.

Il songwriter, calabrese di nascita ma romano d’adozione, verrà dunque celebrato con la grande mostra Rino Gaetano, che sarà ospitata a Roma dal 16 febbraio al 28 aprile 2024 al Museo di Roma in Trastevere, nel quartiere che amò e frequentò fin dai tempi del Folkstudio. Non a caso Rino ha vissuto a Roma, dove si è fatto le ossa nei palcoscenici off e nei teatri con l’ETI Ente Teatrale Italiano, dove ha imparato a evidenziare il messaggio con tutti gli strumenti del teatro.

Questo l’intervento in conferenza stampa di Alessandro Gaetano, nipote di Rino:

La mostra, promossa da Roma CapitaleAssessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Alessandro Nicosia e Alessandro Gaetano è organizzata e realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, sotto il patrocinio del Ministero della Cultura e di SIAE Società Italiana degli Autori ed Editori con la media partner di Rai e la collaborazione di Rai Teche – che conserva la maggior parte dei filmati che riguardano l’artista – e Universal Music Publishing Group.

Un’esposizione inedita nata dalla ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l’intero cammino artistico di Rino Gaetano, arricchita da ‘tante rarità’ di assoluto valore, concesse per l’occasione dalla sorella Anna: documenti, foto, cimeli artistici, la raccolta dei dischi, video, strumenti musicali, oggetti, abiti di scena come l’accappatoio indossato durante il Festivalbar all’Arena di Verona e la giacca in pelle utilizzata a Sanremo, manifesti e la collezione di cappelli.

Le sue canzoni, innovative e dal forte impegno civile, dopo la prematura scomparsa, sono state riscoperte e diventate veri e propri inni tra le nuove generazioni, usate in teatro, come colonne sonore di film, trasformate in fiction, compilation, street art e festival. La denuncia sociale celata dietro l’ironia delle sue beffarde filastrocche resta ancora attualissima, come la costante lotta contro i tabù, le mistificazioni, le ipocrisie e i conformismi.

Non ha mai avuto bisogno di maestri, rappresentava lui stesso l’onda nuova di una corrente senza eguali. I testi dei suoi brani non vanno presi come racconti realistici, ma bisogna viverli come fossero immagini sorprendenti, idee, suggestioni, poesie che alimentano le due anime della sua ispirazione: quella anarchica e chiassosa e quella poetica e struggente, con momenti di felice fusione espressiva e di divertito abbandono. Tutto questo su musiche dagli impianti ritmici di ferro e arrangiamenti di insolita ricchezza e invenzioni, accompagnati da una vocalità moderna e aggressiva.

Nei suoi testi, fatti di sberleffi e di battute caustiche additava l’eterna crisi dell’Italia, quella delle auto blu e degli evasori legalizzati di Nuntereggae più con versi come: “Vedo tanta gente che nun c’ha l’acqua corrente, e non c’ha niente, ma chi me sente”. O ancora l’esaltazione della forza femminile di Gianna che. “Difendeva il suo salario dall’inflazione”, sino alla sua celebre Ma il cielo è sempre più blu, intrisa di luoghi comuni e di misfatti che i ‘benpensanti’ definiscono progresso, ai quali si contrappone l’indomabile speranza dei “sognatori” che vagheggiano “un cielo sempre più blu”.

E poi ancora, ma la lista è lunga, Berta filavaSfiorivano le violeche con linguaggio desueto trattava i temi dell’emarginazione. La vetta creativa viene raggiunta con l’album Mio fratello è figlio unico che resta uno dei dischi più importanti non solo della carriera del cantante, ma in generale della musica italiana.

Fra il 1973 e il 1980 ha pubblicato sei album attraverso i quali ha dipinto con schiettezza un’Italia che ci assomiglia ancora, ma proprio a causa della sferzante lucidità nell’affrontare temi di stretta attualità, ha faticato tanto per farsi conoscere, affrontando i pregiudizi della critica, del pubblico, dei colleghi, dell’ambiente e anche dell’establishment che non vedeva di buon occhio quello strano personaggio che si divertiva a schernire tutti, potenti, politici, uomini di potere, facendo nomi e cognomi.

Cantò Gianna e, per la prima volta nella storia del Festival di Sanremo, fu pronunciata la parola “sesso”; nel teatro sanremese, all’epoca, l’impressione fu di vedere un ‘marziano’, per la forza dissacrante di quella performance ispirata più a Carmelo Bene che ai codici della musica. Non tragga in inganno la popolarità immediata delle sue canzoni: c’è molta sapienza nell’uso del sarcasmo, del calembour, del nonsense, in quel particolare mezzo di comunicazione che è la canzone, sempre troppo disposta a prendersi sul serio anche quando si tratta di operetta.

La mostra sarà corredata dal catalogo edito da Gangemi Editore che contiene storia, immagini e un lungo elenco di straordinarie testimonianze che aiutano a comprendere tutte le sfaccettature di un uomo considerato uno dei cantastorie di culto della nostra storia. Un viaggio straordinario di memoria collettiva al ritmo delle note delle sue stralunate canzoni e dove la sua arte sarà più viva che mai.

La breve esibizione di alcuni membri della Rino Gaetano Band nel cortile/giardino del Museo di Roma in Trastevere, al termine della conferenza stampa di presentazione della mostra:

Nel corso dell’evento sarà possibile assistere alle performance live di Alessandro Gaetano, in trio con la Rino Gaetano Band e con Diana Tejera, che eseguiranno alcuni mini concerti acustici, consentendo ai visitatori di scoprire e vivere la forza della sua musica; le date saranno comunicate sulle pagine web del Museo www.museodiromaintrastevere.it. La rassegna offrirà allo spettatore l’opportunità di un incontro unico e speciale con l’artista che farà scoprire come la sua voce ci parli oggi più forte che mai.

Una galleria di immagini della Mostra “Rino Gaetano”

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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