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Sicurezza: dossier di OSSIF (Centro di ricerca dell’ABI) sulle rapine e i furti. E’ la Campania la regione dove si sono registrati i valori degli indici di rischio superiori a quelli medi nazionali

ROMA. Tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) da anni  c’è un rapporto molto stretto.

Il primo protocollo d’intesa fu stipulato il 6 giugno 2006 e fu poi rinnovato e aggiornato il 5 dicembre 2022.

Tra le forme di collaborazione c’è quella che vede la presenza di specialisti del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale all’Osservatorio Intersettoriale sulla criminalità predatoria, promosso da OSSIF, il Centro di Ricerca dell’ABI sulla Sicurezza Anticrimine.

Un rapinatore

L’obiettivo è quello di acquisire elementi per contrastare la criminalità in modo sempre più mirato e dare oggettivi che consentano di apprezzare il fenomeno della criminalità predatoria nelle sue dimensioni reali.

E come si legge nella premessa del Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria 2023 (Rapporto Intersettoriale 2023 + cover) “in tale prospettiva, l’approfondita e costantemente aggiornata analisi dei fenomeni criminali rappresenta il presupposto necessario di qualsiasi azione e la collaborazione, rafforzata dall’istituzione del Comitato Tecnico Permanente sulla criminalità predatoria di cui all’art. 2 del protocollo citato, tra la Direzione Centrale della Polizia Criminale e l’ABI, unitamente agli altri protagonisti del mondo economico, quali Poste Italiane, Assovalori, Confcommercio-Imprese per l’Italia, Federazione Italiana Tabaccai, Federdistribuzione, Federfarma, Anie Sicurezza, Federsicurezza, Assiv, Italiana Petroli (Gruppo API) e Unione Energie per la Mobilità, offre la possibilità di effettuare un monitoraggio ricco e articolato sulle minacce criminali tradizionali e su quelle emergenti”.

Per questo il dossier è un documento utile per approfondire la conoscenza del modus operandi criminale, analizzare l’incidenza dei danni procurati a ciascun settore economico ed evidenziare le aree territoriali maggiormente esposte.

Report Difesa ha inteso analizzare alcuni aspetti del dossier.

LE RAPINE IN ITALIA

Partiamo dalle caratteristiche delle rapine. Quelle commesse contro istituti di credito sono risultate essere le più complicate da portare a compimento.

Il documento evidenzia che la percentuale di rapine fallite è aumentata passando dal 37,9% del 2021 al 41,1% del 2022. Seguono quelle agli uffici postali (32,6% di episodi falliti), alle imprese della DMO (Distribuzione Moderna Organizzata, 11,4%) e alle tabaccherie (nessun caso fallito).

Con riferimento all’ammontare sottratto, è stata confermata la “redditività” più elevata per le rapine in banca, con un ammontare medio per ogni atto vicino ai 50 mila euro.

Nelle rapine agli uffici postali la media è superiore ai 16 mila euro ad evento. Per quelle alle tabaccherie la media si aggira sui 9 mila euro e alle imprese della DMO con una media di 452 euro.

 

Una rapina alle Poste

Anche nel 2022 questo tipo di reato è stato commesso prevalentemente da pochi rapinatori.

Per quanto riguarda gli uffici postali sono risultati più frequenti i casi portati a compimento da una coppia di malviventi (51%), mentre per le rapine in tabaccheria e allo sportello bancario sono prevalsi gli episodi commessi da un solo rapinatore (rispettivamente pari al 45% e al 39% dei casi).

ELEMENTI TERRITORIALI DELLE RAPINE

Ad un esame territoriale degli eventi appaiono chiari questi elementi.

E’ la Campania la regione dove si sono registrati i valori degli indici di rischio superiori a quelli medi nazionali per quattro settori su cinque: banche, uffici postali, tabaccherie e farmacie.

In particolare, è stato registrato il livello di rischio più elevato sia con riferimento agli uffici postali (4,3 rapine ogni 100 punti operativi) sia per le tabaccherie (1 rapina ogni 100 punti operativi).

In Sicilia, invece, si è registrato il  livello di rischio più elevato per le banche con un indice pari a 1,6 rapine ogni 100 dipendenze bancarie.

La Lombardia è al primo posto con riferimento sia all’indice di rischio delle farmacie, risultato pari a 3,1 rapine ogni 100 punti operativi, sia per quanto riguarda gli esercizi commerciali (1,3 rapine ogni 100 punti operativi).

A livello provinciale, è stato registrato un livello di rischio superiore a quello medio nazionale per tutti e cinque i settori nella provincia di Napoli mentre è risultato superiore per quattro settori su cinque (tutti tranne gli esercizi commerciali) nella provincia di Catania.

Nel rapporto sono state studiate le diverse tipologie di rapina, in modo congiunto  per riuscire a determinare le aree a più “alto rischio criminalità” a prescindere dallo specifico settore colpito.

L’immagine di una rapina in una tabaccheria

È stato così calcolato un indice di “rischio intersettoriale” che è risultato pari a 0,8 rapine ogni 100 punti operativi, con un incremento rispetto al valore di 0,7 registrato nel 2021.

Questo indice ha subito un incremento nelle seguenti 12 regioni: Veneto (+0,3), Abruzzo, Marche, Piemonte, Toscana (+0,2), Calabria, Emilia-Romagna, Friuli- Venezia Giulia, Liguria, Lombardia ed Umbria (+0,1).

In calo, Campania, Lazio e Molise (-0,1).

In Lombardia è stato registrato il valore più elevato dell’indice di rischio-intersettoriale che è stato pari a 1,2 rapine ogni 100 punti operativi (da 1,1 nel 2021).

Un livello di rischio superiore a quello medio nazionale (0,8 rapine ogni 100 punti operativi) è stato registrato anche in Piemonte (1,1 rapine ogni 100 punti operativi da 0,9 nel 2021), Emilia-Romagna (1,0 da 0,9) e Lazio (0,9 da 1,0).

A livello provinciale è stata Milano a far registrare l’indice di rischio più elevato, con un valore pari a 2,2 rapine ogni 100 punti operativi. A seguire le province di Torino (1,9 rapine ogni 100 punti operativi), Bologna (1,5), Parma (1,4), Rimini (1,3), Palermo e Venezia (1,2), Bolzano, Catania, Napoli e Roma (1,1).

I FURTI IN ITALIA

Nel 2022 i furti totali commessi in Italia sono stati 963.032 (+18,7% rispetto al 2021).

Così come per le rapine, il dato conferma un ulteriore rialzo degli eventi criminosi dopo anni caratterizzati da un costante calo, culminato nel 2020, anche a causa di tutte le misure legate al contenimento della pandemia Covid-19.

Secondo il rapporto la dimensione del fenomeno rimane comunque limitata rispetto al passato. In particolare, dal picco di quasi 1,6 milioni di casi registrato nel 2014, i furti risultano diminuiti di oltre 600 mila unità (-38,8%).

Un ladro in azione

Un incremento ha caratterizzato anche il numero di quelli ogni 100 mila abitanti che nel 2022 è stato pari a 1.631 furti ogni 100 mila abitanti, contro un valore di 1.370 registrato nel 2021.

Con riferimento alle diverse tipologie di reato, anche nel 2022 i furti in abitazione hanno rappresentato quella più frequente, con quasi 134 mila casi (pari al 13,9% del totale), facendo registrare un incremento del 7,3% rispetto al 2021.

Seguono i furti con destrezza (13,4%), su auto in sosta (10,3%), di autovetture (9,8%) e negli esercizi commerciali (7,0%).

Nel 2022 tutte le diverse tipologie di questo reato sono state caratterizzate da un incremento che, per quelli in locali ed esercizi pubblici (+47,8%), in farmacia (+39,9%), i furti con destrezza (+39,1%), su auto in sosta (+22,5%) e con strappo (+20,1%) è risultato superiore a quello complessivo (+18,7%).

Anche le analisi per ripartizioni geografiche evidenziano una ripresa dei furti nel biennio 2021-2022 dopo una costante riduzione registrata fino al 2020. In particolare, nel 2022, un incremento superiore a quello nazionale (+18,7%) è stato registrato nelle Isole (+22,9%) e nelle regioni del Centro (+21,8%).

In aumento gli scippi

Anche con riferimento al tasso ogni 100 mila abitanti vi è stato un incremento in tutte le aree territoriali e nelle regioni centrali (1.955 furti ogni 100 mila superiore a quello medio nazionale, 1.631 abitanti) e del Nord-Ovest (1.876 furti ogni furti ogni 100 mila abitanti).

Dal confronto dei dati delle categorie partecipanti all’Osservatorio Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria, emerge come di consueto la netta predominanza dei furti negli esercizi commerciali (oltre 67 mila casi) e nei locali ed esercizi pubblici (quasi 38 mila) ma questo è ovviamente influenzato dal numero di punti operativi esposti agli attacchi.

Tra i settori colpiti ci sono poi le farmacie (1.363 episodi), le banche ((227 eventi comprensivi degli attacchi agli ATM), le tabaccherie (204) e gli uffici postali (163 comprensivi degli attacchi agli ATM).

Una recrudescenza ha caratterizzato i furti nei locali ed esercizi pubblici (+47,8%), nelle farmacie (+39,9%), negli uffici postali (+28,3%) e negli esercizi commerciali (+18,3%), mentre un decremento è stato registrato per i furti in banca (-10,6%) e nelle tabaccherie (-10,6%).

I furti verso le banche e gli uffici postali si sono confermati essere quelli con il più elevato tasso di fallimento. Oltre la metà dei tentativi effettuati non è stata, infatti, portata a compimento dai malviventi.

La percentuale di episodi falliti è stata del 78,5% per i furti in banca e del 65,6% per quelli negli uffici postali. Seguono i furti alle imprese della DMO con una percentuale del 32% e nelle tabaccherie con l’1,5%.

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