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Vincenzo Cerami: la storia del cinema italiano

Pochi giorni fa, il 17 Luglio 2013, se n’è andato uno dei più grandi sceneggiatori, scrittori e drammaturghi nostrani, Vincenzo Cerami: uomo di grande cultura, irriverente, pungente, mai banale, simbolo indiscusso della creatività letteraria italiana contemporanea.

Nato a Roma nel 1940 da genitori siciliani, fu allievo di Pier Paolo Pasolini (di cui sposò la cugina) e con questo incontro Cerami si avvicinò in modo sempre più determinante al mondo dello spettacolo, dapprima come aiuto regista dello stesso Pasolini e successivamente dedicandosi alla sceneggiatura, trovando in essa lo scopo della sua vita. Dal suo primo romanzo Un borghese piccolo piccolo del 1976, Mario Monicelli diresse l’omonimo film nell’anno successivo, con protagonista Alberto Sordi, altro simbolo imponente della nostra storia cinematografica.

Un uomo dal carattere forte, dalla penna unica nel suo genere, per quasi quarant’anni ha saputo infondere nei nostri animi, la tenerezza, la passione, l’amore per il cinema e per tutte le arti.

Scrisse molte sceneggiature con Roberto Benigni: Il piccolo diavolo (1988, con Walter Matthau), Johnny Stecchino (1991), Il mostro (1994), La vita è bella (1997), Pinocchio (2002) e La tigre e la neve (2005), intraprendendo dunque un forte sodalizio d’amicizia e intellettuale con l’attore e regista toscano.

Nell’arco di tutta la sua vita ha collaborato con nomi importanti del nostro cinema: nel 1977 per il film Casotto di Sergio Citti (dove compaiono attori di grande rilievo, qualcuno ancora giovanissimo: Gigi Proietti, Jodie Foster, Ugo Tognazzi, Paolo Stoppa, Michele Placido, Mariangela Melato, Catherine Deneuve) e nel corso degli anni con Marco Bellocchio, Giuseppe Bertolucci, Ettore Scola ed Antonio Albanese.

Appassionato di letteratura e teatro, Vincenzo Cerami ha ricoperto la carica di Ministro dei Beni Culturali, assessore alla cultura di Spoleto e docente presso la ACT MULTIMEDIA, una scuola di cinema presso Cinecittà.

Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Medaglia d’oro ai benemeriti della Scuola della Cultura e dell’Arte, Cerami ha sempre saputo affascinare il pubblico con le sue trame sottili, di grande impatto emotivo, originali, fuori dagli schemi, dagli stereotipi. Unico nel suo genere, con lui viene a mancare quella colonna portante della nostra identità cinematografica nazionale, lasciando un vuoto nella nostra cultura, vuoto impossibile da colmare, e come il suo grande amico Roberto Benigni ha espresso “C’è un poeta in meno nel mondo e per questo dobbiamo essere tutti tristi”.

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