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Bari, la testa è già a Crotone: torna la schizofrenia biancorossa

Altro punto in classifica, altro fieno in cascina, altra scorpacciata di critiche. 5 punti, 1 vittoria, 2 pareggi, 3 gol subiti (in inferiorità numerica alla prima giornata), ma ciò non basta. Non basta al tifoso biancorosso, dimenticatosi, in men che non si dica, dell’ottima prova offerta contro lo Spezia e della solidità caratteriale mostrata in quel di Vicenza.
Un pari, l’ultimo con il Pescara, che è bastato per far tornare in auge la solita schizofrenia, compagna di viaggio inseparabile del tifoso biancorosso. Peccato che, in terra biancorossa, ci si dimentichi in fretta che il collettivo costruito da Paparesta e Zamfir sia nuovo di zecca (16 elementi, quasi i 2/3 dell’intera rosa) e che Nicola abbia avuto, solo negli ultimi tre giorni, almeno sei, dico 6, potenziali titolari. Quindi, prendiamo per oro colato ciò che abbiamo conquistato in tre giornate, nonostante il “non gioco” contestato al mister. Che poi, è tutto da interpretare il concetto di “non gioco”. Il Bari di ieri, seppur dormiente in avvio, ha saputo reagire e rendersi pericoloso in più occasioni, sfiorando in almeno quattro occasioni il vantaggio. Il “non gioco” nell’accezione comune, dovrebbe essere sinonimo di improduttività e incapacità di “offendere”. Quindi, ognuno tragga le proprie conclusioni…
LA PARTITA- L’impressione che si ha è che questa squadra necessiti di tenere il pallino del gioco in mano per poter sfruttare al meglio il potenziale offensivo di cui dispone. La riprova sta nella prima mezz’ora di gioco. Costantemente in affanno in fase di ripiego sugli esterni, immobilismo della retroguardia su “palla scoperta” e incapacità di portare raddoppi in aiuto al compagno. Altra impressione è quella di una squadra, che deve correre per poter sorreggere i tre d’attacco. Proprio per questo motivo, il Bari necessita di un “play basso” dinamico ed abile con la palla al piede (un Romizi per intenderci…) e non magari un Donati, ingiustamente bersaglio di feroci critiche alla prima assoluta in stagione, che ha nel DNA un’ottima fase d’impostazione, a discapito di una dinamicità calante con il passare dell’età. Ma, ripeto, sono solo impressioni settembrine. Il tempo per crescere c’è e non è certo arrivato il momento delle sentenze.  
VERSO CROTONE- Il tempo di zittire i più accaniti schizofrenici c’è e l’occasione è dietro l’angolo. Si chiama Crotone. E, senza andare troppo a ritroso nel tempo, ricordiamo tutti la magra figura della passata stagione, costata la panchina a Devis Mangia. Basterebbe questo per dar la giusta motivazione ai biancorossi. E noi, tifosi, ci accontenteremmo anche di una sola prestazione caratteriale. Il bel gioco può attendere. Gli schizofrenici anche.
 
 
 

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Written by Alberto Stasi

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