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Ecuador: le carceri centro di scontro tra i componenti delle bande dei narcotrafficanti. Nelle relazioni con gli altri gruppi stranieri forte anche quella con clan albanesi

QUITO (ECUADOR) – nostro servizio particolare. L’esplosione della criminalità organizzata in Ecuador, legata al narcotraffico, è una questione che si trascina da decenni malgrado l’impegno politico delle amministrazioni presidenziali che dell’Esercito e della Polizia Nazionale.

 

L’Ecuador del traffico di cocaina

Le organizzazioni criminali locali nel Paese sud americano hanno subito un processo di continua frammentazione mentre operavano come subappaltatori di organizzazioni criminali straniere, in particolare di colombiani e messicani.

Ma la storia criminale ecuadoregna, oggi, racconta la presenza di bande carcerarie e di narcotrafficanti che, negli ultimi anni, sono cresciute. Aumentando il loro livello di violenza.

UNA BREVE STORIA DELLE BANDE E I RAPPORTI CON I TRAFFICANTI STRANIERI

In primis, ci sono i Choneros. Sono considerati la principale “megabanda criminale” dell’Ecuador.

Secondo le autorità, la gang era nata come braccio armato di un non meglio specificato cartello della droga colombiano che controllava le rotte del traffico marittimo verso il Messico e gli Stati Uniti.

Ma col tempo, si sono trasformati nella più formidabile banda carceraria dell’Ecuador e hanno avuto una presenza permanente in diversi centri penitenziari e città, dove si dedicavano ad attività illecite, come il microtraffico, i sicari, l’estorsione e il contrabbando.

I Choneros hanno legami con diverse organizzazioni internazionali, tra cui il cartello messicano di Sinaloa, per il quale, secondo diversi rapporti, trasportano cocaina.

Dopo l’omicidio del loro ex leader, Jorge Luis Zambrano González, alias “Rasquiña”, nel dicembre 2020, i Choneros sono stati oggetto di un violento attacco da parte di altre bande che cercavano di approfittare della debolezza dovuta alla perdita del leader.

L’arresto di Jorge Luis Zambrano González, alias “Rasquiña”

Uno dei principali rivali dei Choneros sono i Lagartos, un’altra importante banda carceraria.

Gli scontri con i Choneros hanno provocato esplosioni di estrema violenza all’interno dei penitenziari dell’Ecuador. Ma la morte di diversi leader, una dopo l’altra, negli ultimi due anni ha indebolito i Lagartos  che hanno visto il loro potere contestato da diverse bande precedentemente piccole.

Detenuti in un carcere dell’Ecuador

Uno di questi gruppi sono i Los Lobos. Hanno circa 8 mila componenti in carcere e in diverse città del Paese sud americano.

I Los Lobos si allearono con i Tiguerones e i Chone Killers in un gruppo che si faceva chiamare Cartel Nueva Generación Ecuador.

Il nome, hanno evidenziato i rapporti, allude a presunti collegamenti con il cartello messicano Jalisco Nueva Generación (CJNG) sebbene non sia stata ancora presentata alcuna prova di tale collegamento.

Altri gruppi internazionali hanno una presenza importante in Ecuador.

Stiamo parlando di Eli Frente Óliver Sinisterra (FOS), un dissidente delle FARC smobilitate, è ancora attivo in Ecuador,.

Così come molte altre fazioni delle ex FARC. Inoltre, l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), un’altra organizzazione armata colombiana, ha utilizzato il Paese come retroguardia.

Il cartello messicano di Sinaloa è riuscito a stabilire contatti e rotte in Ecuador.

Lo hanno dimostrato  una serie di arresti, sequestri e testimonianze.

Secondo i documenti presentati nel procedimento penale condotto negli Stati Uniti contro il boss del cartello di Sinaloa, Joaquín “El Chapo” Guzmán, questa espansione è stata particolarmente forte nella città portuale di Guayaquil.

L’arresto del boss del cartello di Sinaloa, Joaquín “El Chapo” Guzmán

E anche i trafficanti albanesi hanno stabilito una forte presenza nel Paese. Importanti trafficanti di cocaina, come Dritan Rexhepi, hanno trasportato tonnellate di droga dall’Ecuador all’Europa.

Dritan Rexhepi, un importante trafficante di droga albanese

LA SITUAZIONE NELLE FORZE ARMATE E DI POLIZIA

A leggere i report pubblicati on line su Insight Crime (https://insightcrime.org)  emerge chiaramente anche come si muovono le Forze di Sicurezza del Paese.

Qui opera una Polizia Nazionale che dipende dal Ministero degli Interni e che è quella chiamata a combattere la criminalità organizzata.

Agenti della Polizia Nazionale e di quella Penitenziaria

Ha una lunga e premiata tradizione tra le Polizie latino americane, anche se negli ultimi anni si sono registrati alcuni casi di corruzione tra i suoi agenti e ufficiali perchè fu scoperto che erano legati a presunti comportamenti criminali.

In particolare, i circa i mille uomini in divisa coinvolti (tra il 2010 e il 2017) si erano macchiati l’uniforme perchè coinvolti in estorsioni, favoreggiamento del traffico di droga e trasporto di narcotici nei veicoli della Polizia.

Nel 2012, l’Amministrazione dell’allora Presidente Rafael Correa decise così di mettere im campo, contro i narcotrafficanti, l’Esercito.

L’ex Presidente dell’Ecuador Rafael Correa

I militari furino impiegati nelle operazioni di pubblica sicurezza e antidroga, in parte a causa della corruzione nell’istituzione e del rapporto teso tra Governo e Polizia.

Nel 2022, le bande criminali hanno ripreso forza tanto che si sono registrati tantissimi omicidi tra i poliziotti.

Non solo. I gruppi criminali sono stati in grado di trarre vantaggio dalla corruzione tra i i militari e appunto i poliziotti.

Molte armi sono arrivate negli arsenali delle bande criminali e dei trafficanti di droga. Tutto questo, spiegano ancora gli esperti di Insight Crime, ha rafforzato le accuse di corruzione contro le forze di sicurezza.

IL SISTEMA GIUDIZIARIO E IL CONTRASTO AL NARCOTRAFFICO

In tutta questa situazione come opera la magistratura?  La più alta istanza giudiziaria in Ecuador è la Corte Nazionale di Giustizia che comprende una Camera specializzata per le cause penali.

C’è poi la Corte Costituzionale, i Tribunali specializzati, quelli provinciali e i giudici di pace comunitari che hanno il compito di mediare i conflitti locali.

L’ufficio del Procuratore Generale è responsabile delle indagini penali, comprese quelle che coinvolgono la criminalità organizzata.

Il sistema giudiziario ha subito profondi cambiamenti strutturali dopo la promulgazione di una nuova Costituzione nel 2008 che prevedeva il passaggio a un sistema di giustizia contraddittorio, oltre al rinnovamento della struttura delle sue principali entità giudiziarie e dei meccanismi di nomina dei giudici.

Il nuovo sistema è stato progettato per consentire una maggiore indipendenza dal potere esecutivo, ma vi è disaccordo sul fatto che abbia effettivamente raggiunto il suo scopo.

L’indice sullo stato di diritto 2022 del progetto World Justice ha collocato l’Ecuador nel terzo più basso dei paesi con i sistemi di giustizia penale più corrotti e deboli in America Latina e nei Caraibi.

I funzionari giudiziari sono stati oggetto di violenza negli ultimi anni, poiché diversi giudici e Pubblici Ministeri sono stati uccisi o aggrediti a partire dal 2020.

Anche i politici sono stati bersaglio di attacchi simili.

Il sistema carcerario dell’Ecuador è diventato uno dei più violenti al mondo.

Problema principale è sovraffollamento cronico e i massacri scatenati dalle guerre tra bande carcerarie che hanno provocato la morte di centinaia di persone private della libertà in pochi anni.

La rigorosa politica antidroga dell’Ecuador ha contribuito a sovraccaricare la capacità carceraria e un sistema corrotto ha dato libero sfogo alla criminalità nelle carceri.

Bande come i Choneros, sostengono ancora da Insight Crime i Lobos e gruppi più piccoli controllano ampi segmenti delle carceri ecuadoriane.

La battaglia per il controllo dei corridoi del traffico di droga e dei territori del microtraffico ha reso le carceri il teatro principale delle guerre sussidiarie tra gruppi.

Oltre alle risse tra gruppi si sono registrati una mezza dozzina di massacri carcerari.

La prigione più grande dell’Ecuador è ufficialmente chiamata Centro de Rehabilitación Social de Men No. 1  e si trova a Guayaquil.

È stato inaugurato nel 1958 con spazio per 1.500 prigionieri. Nel 2021, questo centro contava 8 mila detenuti.

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