FASANO (BRINDISI) – dal nostro inviato. Nuove manifestazioni, vecchi slogan. Nuove manifestazioni, vecchi rancori. Nuove manifestazioni, vecchie utopie.
Il corteo di 700 militanti No G7 è andata in scena, ieri, in un caldo pomeriggio fasanese.
In una cittadina impaurita per il rischio di scontri con le Forze dell’Ordine o di devastazioni stile Genova del 2001 o dei disordini di Taormina del 2017.
Il Comune con un’ordinanza aveva vietato la vendita di bibite in bottiglia e in vetro e aveva disposto la rimozione delle auto che fossero rimaste parcheggiate nelle vie dove il corteo doveva passare o in quelle vicine.
Lungo il corteo però i cittadini si sono fermati facendo foto e video. In molti hanno solidarizzato con i manifestanti.
Ma tutto è filato liscio, a parte un episodio di un gruppo di manifestanti contro due operatori delle Forze dell’Ordine che seguivano il corteo.
I quali sono stati ingiuriati pesantemente ma non ci sono state conseguenze.
Prima della partenza del corteo da Largo Palmina Martinelli sono stati affissi sui muri dei palazzi volantini e foto dei 7 capi di Stato e di Governo con i visi e le bocche insanguinate. Molto pesante una contro il capo del Governo, Giorgia Meloni ripresa con la testa in giù (stile impiccagione di Benito Mussolini e di Claretta Petacci nel 1945 a Milano) e al scritta “Io sono fascista”.
Tutti i leader sono stati definiti “assassini” per quanto sta succedendo sia nella guerra in Ucraina che quella in Medio Oriente.
Tra gli slogan, dicevamo, parole di altri tempi (anni ’70 e ’80) come “Il proletariato non ha Nazione, ora e sempre rivoluzione”, “Pagherete caro, pagherete tutto”, “Ucraini, russi, italiani disertiamo la guerra dei padroni”, “Fuori l’Italia dalla NATO, fuori la NATO dall’Italia”, “Chiediamo diritti ci danno Polizia è questa la loro democrazia”, “Ma quale imperialista ma quale riformista, guerra imperialista”, “Nè un soldo né un soldato per le guerre della NATO”.
Parole come guerra imperialista, rivoluzione, lotta alle multinazionali come Leonardo e Fincantieri sono state una sorta di leit-motiv.
Così come la richiesta della libertà per i militanti in carcere per essere accusati di avere commesso reati legati alla loro attività antagonista.
Bandiere palestinesi (una molto grande è stata portata da varie persone), del sindacato di base COBAS, di Potere al Popolo, dei CARC, dell’OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa), anarchiche e altre hanno fatto da “colonna cromatica” della protesta anti G7.
Un manifestante si è presentato con una maglietta dove era stato disegnato il viso di Giuseppe Stalin e un altro con la faccia di Lenin.
Presenti anche gli osservatori dei Diritti umani di Amnesty International.
Un passaggio è stato fatto anche per l’annosa e mai risolta questione curda, ricordando Abdullah Ocalan, fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan e attuatore del confederalismo democratico teorizzato in precedenza da Murray Bookchin.
Dopo essere stato catturato a Nairobi (Kenya), il 15 febbraio 1999, è stato condannato a morte il 29 giugno dello stesso annoi per attività separatista armata, considerata come terrorismo da Turchia, Stati Uniti e Unione Europea. La pena è stata commutata in ergastolo nel 2002, allorché la Turchia ha abolito la pena di morte. Da allora è nell’isola-prigione di İmralı.
E per quanto Ankara fa contro i curdi, il Presidente Erdogan è stato definito “assassino”.
Ad analizzare la manifestazione, a livello politico, emerge con chiarezza l’incapacità di incidere sulla gente rispetto alle stagioni passate dove anche i giovani erano più attenti a quanto accadeva nel mondo antagonista.
I movimenti antagonisti dei giovani hanno spostato l’obiettivo delle loro proteste e dei loro scontri nelle Università con la città di Torino che da un mese assiste a manifestazioni continue. Manifestazioni che hanno chiaramente come obiettivo Israele e il movimento palestinese.
I palestinesi, è stato ribadito anche ieri pomeriggio qui a Fasano, ha diritto di difendersi con le armi contro lo Stato ebraico definito “fascista”, “assassino” e che “non esiste” perché la terra “è palestinese”.
Così come è stato ribadito che in Puglia non doveva essere fatto il G7 in quanto la regione “non è una zona di guerra” ma di pace.
Con l’arrivo, nel Porto di Trieste, di Nave “Trieste” della Marina Militare, tra la fine del mese di giugno e l’inizio di quello di luglio, sicuramente come è stato preannunciato dai militanti No G7 sono pronte altre dimostrazioni di protesta.
Insomma, saranno altri giorni di cortei che richiederanno sempre un’organizzazione attenta dei servizi di Ordine e Sicurezza pubblica da parte delle Questure.
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L’articolo G7: settecento militanti no summit sfilano per le vie di Fasano. Esposta la foto del capo del Governo Giorgia Meloni a testa in giù proviene da Report Difesa.
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