La tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma ha insignito Isabelle Huppert del Premio alla Carriera. Il riconoscimento è stato consegnato da Toni Servillo. Isabelle Huppert ha collaborato, durante la sua carriera, con alcuni fra i più grandi cineasti europei e statunitensi, da Claude Chabrol a Jean-Luc Godard, da Maurice Pialat a Marco Ferreri, passando per i fratelli Taviani, Marco Bellocchio, Michael Haneke, Andrzej Wajda, fino a Michael Cimino e David O. Russell.
Acclamata per le sue interpretazioni toccanti, anticonformiste, forti e talvolta disturbanti, Huppert ha ricevuto anche un Golden Globe 2017 per Elle di Paul Verhoeven. L’attrice parigina, prima di ricevere il Premio alla Carriera sabato 20 ottobre, è stata protagonista di un Incontro Ravvicinato con il pubblico durante il quale ha commentato una serie di clip selezionate fra le pellicole che hanno maggiormente segnato la sua vita da artista. Di seguito parte del suo intervento:
“È più facile imporre se stessi al cinema rispetto al teatro. Il teatro ormai è sempre più vicino al cinema, che è l’immediato. Certo quando si legge una sceneggiatura c’è sempre una sorta di immagine virtuale che cresce in noi attori, una volta scelto il ruolo. La concentrazione è molto importante per creare un legame con la macchina da presa. La messa in scena è l’arte del movimento. Mi viene in mente, a tal proposito, quel che si dice disse Rosselli alla Bergman appena arrivata sul set per le riprese di Stromboli, la loro prima collaborazione: ‘Muoviti affinché io riprenda ciò che c’è intorno a te‘“.
“Saper improvvisare è importante. Bob Wilson in merito disse: ‘Recitare è improvvisare’. L’improvvisazione pura è una cosa molto difficile da gestire. Io l’ho fatto maggiormente nel film Loulou. Spesso non ho nulla a che vedere con i personaggi che interpreto. Questo è il paradosso dell’attore: essere vicino al personaggio per essendone lontano. La prossimità non implica che uno di loro debba piacermi, c’è più che altro la volontà di scoprirli e poi si finisce comunque per creare un rapporto con i personaggi“.
“Ho lavorato con alcuni dei più grandi registi italiani e ho riscontrato la bellezza intesa come estetica che ho riscontrato nella scenografia, nei costumi e nella fotografia. Il cinema italiano però è molto altro, è anche politico, sociale e divertente. Ha tante sfaccettature. Tutto questo l’ho vissuto nelle mie esperienze coi registi italiani”.
“La luce è fondamentale per i volti: un volto può essere evanescente, la luce, che non è tangibile, è tutto. Il passaggio al digitale cambia un po’ questo aspetto anche se il mutamento riguarda più che altro i registi. A me, personalmente, non cambia molto. Se per innamorarmi di una sceneggiatura devo prima farlo dei dialoghi? Una sceneggiatura in cui i dialoghi sono ben scritti mi attira tanto ma non ho mai preteso che riscrivessero per intero qualcosa per me, non è il mio mestiere”.
“Se mi sono pentita di aver rifiutato un ruolo? Uno importante che non ho accettato è stato in Funny Games. Non rimpiango di non averlo fatto poiché non c’era nulla che facesse appello al mio immaginario. Lavorare con Cimino? Un’avventura incredibile. Sono onorata di ricevere questo premio e ancora di più che a consegnarlo sia Toni Servillo“.
PREMIO ALLA CARRIERA 2018 (Presentazione del ricnoscimento, #RomaFF13)
Musa di Claude Chabrol, da quando è apparsa sul grande schermo per la prima volta nel 1971, in Primi turbamenti di Nina Companéez, è stato chiaro che Isabelle Huppert non sarebbe mai stata un’attrice come le altre. La Festa del Cinema quest’anno ha voluto rendere omaggio al suo talento e alla sua versatilità consegnandole il Premio alla Carriera che riceverà dalle mani di Toni Servillo. L’attrice parigina sarà anche protagonista di un Incontro Ravvicinato con il pubblico, durante il quale commenterà una serie di clip selezionate fra le pellicole che hanno maggiormente segnato la sua vita di artista.
Regina indiscussa del cinema europeo, dotata di charme e talento senza pari e in grado di essere aristocratica, sensuale e dark come nessun’altra, la Huppert ha saputo conquistare il pubblico interpretando personaggi caratterizzati da una complessità e una profondità non convenzionali, sempre inquieti e anticonformisti. Durante la sua carriera ha lavorato con alcuni fra i più grandi cineasti europei e statunitensi, dal sopracitato Chabrol a Jean-Luc Godard, da Marco Ferreri ai fratelli Taviani, da Marco Bellocchio a Michael Haneke, da Michael Cimino e David O. Russell a Maurice Pialat (nella retrospettiva a lui dedicata dalla Festa è presente Loulou con Huppert protagonista).
Premiata in tutto il mondo per le sue interpretazioni, tra cui un Leone d’Oro alla Carriera a Venezia nel 2005 e un Golden Globe 2017 per Elle di Paul Verhoeven (film che le ha regalato la prima nomination all’Oscar® della sua carriera), Isabelle Huppert ha portato la recitazione istintiva a livelli mai raggiunti da nessun altro interprete, regalando al suo pubblico personaggi animati da intense contraddizioni interiori e una profonda fragilità. L’Incontro Ravvicinato si svolge con il sostegno di Poste Italiane.
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