Di Valeria Fraquelli
Parigi. Un veicolo dell’operazione Barkhane è stato colpito oggi di un attacco nella regione di Gossi, in Mali
L’incidente si è verificato, questa mattina, conferma lo Stato Maggiore delle Forze Armate.
Il veicolo dell’Esercito francese si trovava impegnato in una missione di ricognizione per mettere in sicurezza i dintorni della base operativa avanzata (BOA) di Gossi, quando è stato investito da un veicolo suicida.
Diversi militari francesi e civili maliani sono stati feriti nell’esplosione del veicolo suicida.
Sono in corso di evacuazione verso l’ospedale militare di Gao, tra cui alcuni sembrano gravemente colpiti.
Elicotteri d’attacco “Tigre “e aerei “Mirage 2000” sono intervenuti per appoggiare le truppe a terra.
Questo attacco segue quello di ieri che, sempre in Mali, aveva visto come vittime i militari della Repubblica Ceca.
“Tutti i soldati stanno bene. Nessuno è stato ferito”, ha scritto l’Esercito ceco su Twitter.
Il veicolo in quel caso svolgeva un compito operativo nell’ambito della Task Force “Takuba” senza voler fornire maggiori informazioni sul tipo di missione» effettuata.
Questo dimostra che per quanto riguarda la sicurezza la situazione in Sahel è a dir poco molto critica.
I movimenti islamisti e i gruppi di terroristi hanno ripreso vigore e vanno ad inserirsi dove il governo maliano è più debole.
I confini non sorvegliati permettono a jihadisti e signori della guerra senza scrupoli di farla da padroni e in molti villaggi la popolazione civile è terrorizzata e in tanti hanno deciso di lasciare tutto e scappare.
Gli attacchi prendono di mira sempre più spesso basi o veicoli della missione Barkhane, la tensione in Mali è tanta e negli ultimi giorni i jihadisti sono diventati sempre più sanguinari.
I militari francesi o delle altre nazioni che supportano la missione Barkhane sono al centro del mirino e nonostante il loro impegno per garantire la sicurezza non riescono ancora ad avere la meglio sui terroristi.
Troppi sono i signori della guerra da contrastare, troppo debole è il governo maliano per imporsi ed avere davvero il controllo sul territorio.
Se un governo è debole ecco che chi vuole seminare odio e violenza si impone e questo sta succedendo in Mali che un po’ per la grande corruzione, un po’ perché non ha i mezzi adeguati sta sprofondando in un incubo senza fine tra jihad e povertà.
Anche la povertà della popolazione maliana influisce perché gente che non ha i mezzi per un’istruzione cade più facilmente nella trappola delle false lusinghe dei predicatori d’odio.
I jihadisti puntano a disfare il Mali come Stato e ad acquisire sempre più potere e l’obiettivo della missione Barkhane è quello di impedirlo e già tante vittime ci sono state per questo ma fino a quando non ci saranno le giuste condizioni per avere uno Stato forte, senza povertà e corruzione dilagante non ci potrà essere pace.
Tutto il Sahel sta vivendo un periodo buio tra terrorismo e il virus che ci ha costretti tutti a restare chiusi nelle nostre case e adesso bisogne ricominciare a combattere con più vigore per riportare la sicurezza in quella zona tanto martoriata.
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L’articolo Mali: attentato ad un veicolo dell’operazione Barkhane proviene da Report Difesa.
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