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Omicidio del Vice Brigadiere dei Carabinieri: basta vuoti messaggi di solidarietà della politica. Alle Forze di Polizia sia data la possibilità di agire se attaccate

Di Alexandre Berthier

Roma. Un brutto fatto di cronaca nera, accaduto poco dopo la mezzanotte ma giunto all’informazione alle 9.15 successive? Strano, sappiamo tutto, minuto per minuto di uno o due barconi naufragati nel Mediterraneo e nulla di ciò che accade nel cuore di Roma, a due passi del Vaticano?

Personalmente il naufragio dei soliti aspiranti naufraghi non mi appassiona affatto né continuo a capire perché interessi così tanto l’opinione pubblica italiana e così poco il resto d’Europa.

Ma torniamo a noi. Dolore, sconforto e assoluta solidarietà per il luttuoso evento all’Arma tutta, ai congiunti del Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ed al commilitone ferito, ma anche irrinunciabile indignazione e profondo disprezzo per quanto c’è dietro questi tristi rituali che si ripetono periodicamente e si consumano in poche battute e nel minor tempo possibile, come tutte le cose di cui ci si vergogna .

Il Vice Brigadiere dei Carabinieri, Mario Cerciello Rega ucciso la note scorsa a Roma

Sgraditi alla nostra intelligenza, di persone perbene, i vuoti messaggi di solidarietà dei vari ministri e quello laconico, quasi grigio del Presidente del Consiglio. Eh no! Non è così semplice la questione: uno muore, tutti si indignano, si minaccia addirittura l’ergastolo con i lavori forzati per il responsabile.

Ma sto meditando le parole di un ministro della Repubblica o sto leggendo Topolino con il commissario Basettoni e la banda Bassotti? Sono esterrefatto.

Ma chiediamoci perché una pattuglia dell’Arma inviata a bloccare gli autori di un estorsione (quindi un’azione pianificata, anche se in pochi minuti) da quattro soldi, di 100 euro – nota come “cavallo di ritorno”- finisce con un Vicebrigadiere morto e un commilitone ferito e i due delinquenti extracomunitari in fuga!

Io non c’ero né ho elementi per ricostruire alcunché. Ma per trarre le conclusioni non c’è bisogno di essere esperti. Abbiamo saputo che c’è stata una colluttazione e che uno si è beccato sette coltellate e l’altro una o giù di lì.

Dunque una colluttazione, perché una colluttazione? Perché i due militi non sono intervenuti con le armi in pugno e alla prima reazione dei criminali non hanno reagito con una sventagliata di mitraglietta? Se morto ci doveva essere doveva stare tra i delinquenti, non tra i tutori dell’ordine!!!

Ma se succedeva questo, vedevi come tg, social, tam-tam avrebbero diffuso la notizia in un baleno. Cinque 5 minuti dopo l’accaduto e giù le solite polemiche contro le Forze dell’Ordine che si sono accanite contro due poveri sbandati, magari migranti che volevano solo procurarsi qualcosa per vivere!

Carabinieri in servizio

Ma la risposta è ovvia, in Italia da anni non esiste più carabiniere, poliziotto o finanziere che si ricordi ancora perché porta a spasso la pistola d’ordinanza; in genere la usano per attaccarci le chiavi delle manette. Si, forse lo Stato dà loro questo orpello proprio per attaccarci la chiave delle manette.

Non è scritto da nessuna parte, ma ogni carabiniere, poliziotto e finanziere sa bene che se usa la pistola e per caso colpisce qualcuno è un uomo (o donna) rovinato, per sempre, assoggettato a procedimenti penali lunghi, costosi ed incerti , a inchieste amministrative e disciplinari e talora pure inquisiti dalla Procura militare per distruzione di munizionamento!!!

Eh si, è proprio così, lo sanno anche i muri. Eppure io sono convinto che il carabiniere, il poliziotto e il finanziere non sia tenuto assolutamente ad impegnarsi in lotte o colluttazioni o contrasti fisici, a farsi sputare in faccia, a farsi colpire da sassi o altri corpi contundenti.

Io sono convinto che il carabiniere, il poliziotto o il finanziere debba reagire ad ogni tentativo di violenza con l’arma in dotazione, senza alcuno scrupolo né remora per il timore di ritorsioni di un ordinamento oggi sovvertito da regole non scritte ma nei fatti demenziali quando non proprio eversive.

Sappiamo bene che a “governi forti” corrispondono normalmente “polizie forti”, a “governi deboli” devono corrispondere per forza “polizie deboli” e stiamo constatando ora che quando il governo non c’è proprio la situazione è consequenziale.

L’Arma sicuramente assicurerà alla giustizia i due criminali. Ma che la giustizia gli infligga l’ergastolo con i lavori forzati è una imperdonabile illusione. Potremo dirci contenti se i due delinquenti non saranno prosciolti perché magari gli potrebbe essere riconosciuta l’esimente della legittima difesa!!!

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