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ONU, la 73^ Assemblea riunita per discutere l’approvazione dell’”Action for Peacekeeping”

Di Emanuele Lorenzetti

New York. Uno degli appuntamenti più importanti nell’agenda dei lavori della 73° Assemblea generale delle Nazioni Unite è quello di oggi pomeriggio nel corso della riunione convocata per approvare l’“Action for Peacekeeping” (A4P).

Militari della missione MONUSCO delle Nazioni Unite

Sono più di cento gli Stati membri che si incontreranno per fare il punto della situazione sui risultati conseguiti nelle operazioni di mantenimento della pace. Entro la fine dell’anno, sarà emanata una Dichiarazione conclusiva in cui verranno delineate le nuove linee guida per rendere più efficace l’impiego dei Caschi Blu in teatri di crisi.

Quella di oggi, quindi, sarà un’occasione importante per il confronto fra gli Stati membri dell’ONU e le organizzazioni nazionali ed internazionali.

In particolare, gli Stati membri hanno ritenuto indispensabile, per la costruzione della pace, lavorare per rafforzare la partnership fra le Nazioni Unite e le organizzazioni regionali e finanziarie che fra loro collaborano, l’aumento del numero delle donne e dei giovani nelle missioni ed un impegno politico chiaro che garantisca continuità e chiarezza di priorità del mandato.

L’iniziativa “Action for Peacekeeping” (A4P) rientra nel processo di riforma delle Nazioni Unite ed è stata lanciata il 28 marzo scorso dal suo Segretario generale Antonio Guterres con la duplice finalità: da un lato, confermare l’importanza delle operazioni di mantenimento della pace, ritenute, allo stato attuale, lo strumento più idoneo per promuovere la stabilità e la sicurezza internazionali e, dall’altro, l’intenzione di rinnovare e rafforzare l’impegno politico degli Stati membri per sviluppare migliori capacità d’impiego delle missioni di pace. La decisione, infatti, è stata motivata dalla necessità di rendere più efficace e moderno lo strumento del peacekeeping a fronte delle nuove sfide emerse in questi anni, che spesso ostacolano la risoluzione pacifica delle controversie e che rendono i contingenti inviati sempre più esposti ad ogni pericolo.

Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres

Dal 1948 ad oggi sono 71, in totale, le operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite che, in tutto il mondo, hanno contribuito alla promozione della pace nei teatri di crisi. Il loro compito è quello di creare le condizioni necessarie per ristabilire la pace e la sicurezza. Tutto ciò è reso possibile anche grazie all’adozione di un approccio multidimensionale che richiede la professionalità sia delle forze militari sia di personale civile.

L’intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarà certamente ascoltato, con interesse, per due principali motivi. In primo luogo, perché l’Italia figura all’ottavo posto fra le nazioni che maggiormente contribuiscono alle operazioni di Peacekeeping, con l’elevato numero di personale militare impiegato nelle missioni di pace delle Nazioni Unite. Ed in secondo luogo, perché l’esperienza da decenni maturata dai militari italiani è ormai riconosciuta a livello internazionale.

Militari italiani impegnati nelle esercitazioni in Libano

La recente nomina del Generale Stefano Del Col quale capo della missione UNIFIL è, infatti, un segnale indicativo che vede per la quarta volta l’Italia alla guida di tale importante e delicata missione.

Il Generale di Divisione Stefano del Col

Infine è particolarmente rilevante, capire cosa verrà deciso dalle Nazioni Unite riguardo al futuro del progetto denominato “Unite4Heritage”, fortemente voluto dall’Italia nel 2016, che prevede l’istituzione dei “Caschi Blu della Cultura” a difesa e protezione del patrimonio culturale nelle aree di crisi.

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