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Ranieri: “Sassuolo squadra organizzata. De Rossi è un vero leader”

La conferenza stampa del tecnico giallorosso tra l’addio di De Rossi e l’ultima trasferta della stagione

Ranieri conferenza AS Roma

Claudio Ranieri ha preso parte alla conferenza stampa pre-gara in vista dell’ultima trasferta della stagione 2018/2019, ovvero quella che si giocherà sabato sera, al Mapei Stadium, contro il Sassuolo. Il tecnico del club capitolino ha ovviamente parlato anche del recente addio alla Roma, da calciatore, di Daniele De Rossi, avvenuto a causa del mancato rinnovo da parte della società. Di seguito le sue parole in merito ai due argomenti.

Una settimana come questa che conseguenze può avere e se sono preoccupato o spero che tutto questo sia uno stimolo positivo? Credo che debba essere uno stimolo positivo e propositivo, ormai i giocatori sono abituati a tutto. Potevano essere uno stimolo negativo anche tutte quelle voci sul futuro allenatore ma i ragazzi non hanno mai mollato. Per cui mi auguro invece che questo fatto sproni a far bene anche perché ci sono due partite da completare e c’è ancora una piccola possibilità. Come ho già detto dobbiamo avere la coscienza a posto avendo fatto il massimo che potevamo fare.

Come stanno i giocatori, a livello fisico, soprattutto Zaniolo e Pellegrini? Stanno tutti bene, Zaniolo riprende oggi, ha avuto il solito polpaccio indurito. Oggi farà differenziato mentre gli altri faranno un lavoro di scarico. Pellegrini diciamo che non è grave, è la solita vecchia cosa che un po’ gli si acuisce, credo di averlo a disposizione per sabato. Sennò ce lo avrò sicuramente per la prossima settimana.

Mi sono state attribuite delle frasi nel confronto con i tifosi, se è vero che ho detto che decide “Testa-grigia a Londra e quello di Boston”? Non mi sembra di aver utilizzato queste parole. Sicuramente quando i nostri tifosi chiedevano spiegazioni per capire da chi erano state prese le decisioni per la fine del rapporto di Daniele qui a Roma, io ho detto: “Sicuramente a Londra e in America”. Anche perché chi è che decide? La società è il presidente e, la persona che gli sta più vicino, è quella che sta in Inghilterra.

Questo malessere generale è giustificato per il futuro o voglio di rassicurare i tifosi sui progetti di Pallotta per l’immediato futuro? Io non so quali siano i progetti per il futuro, sicuramente non possono aver parlato con me, sapendo che tra due partite finisce il mio rapporto con la Roma. Non so che programmi ci saranno. Io credo che in ogni società di calcio ci sono dei ricambi, per cui ci sta, lo abbiamo visto anche in Italia: squadre che hanno perso dei grossissimi punti di riferimento. Soltanto che a Daniele, essendo il Capitano e una persona storica qui, forse andava detto in un’altra maniera, dandogli il modo di pensare bene. Invece questo modo non gli è stato dato. Però è il calcio e la legge del calcio. A un certo punto la società vuole cambiare e vuole altri giocatori. Come a volte i giocatori scelgono altre società, così sono le società che a volte scelgono allenatori, direttori sportivi e giocatori. Certo, per una figura così importante come il Capitano della Roma, avendo i tifosi della Roma un amore viscerale per la propria squadra, un attimo, una considerazione un po’ più attenta avrebbe consigliato magari un altro comportamento.

De Rossi ha detto che da dirigente si sarebbe confermato. Cosa avrei fatto io da dirigente? Io sono allenatore. Se mi fosse stato detto “Guarda resterai tu, cosa ne pensi di Daniele?”, io avrei detto “lo voglio” perché so che giocatore è, che uomo è, che capitano è. Come viene vissuta la figura di Baldini e quanto incide sul lavoro quotidiano a Trigoria? Con me non incide affatto, non incide nel lavoro quotidiano. Inciderà ma non so che rapporti abbia con il presidente; qua, nel mio lavoro non incide. In generale non lo so non conoscendo quel che fa.

L’importanza di De Rossi fin dove arriva? Si parla sempre di leader e ce ne sono vari: c’è magari quello per la società, per voi giornalisti, c’è il leader per i tifosi, per i social e ci sono i leader per l’allenatore. Daniele è un allenatore in campo è l’uomo con cui puoi parlare, che ragiona con una diversa mentalità: non in termine di ego fine a se stesso ma ragiona per il bene della squadra. Sono i tipi di leader che vogliono gli allenatori.

Se mi aspettavo una situazione così cambiata e diversa rispetto alla mia prima esperienza? Quando ho accettato questo incarico sapevo di trovare una squadra giù mentalmente, non fisicamente. Le mie forze si sono rivolte proprio a quello, a cercare di tirarli su di morale, a farli ricredere in loro stessi e al senso di appartenenza e di squadra. Ed è logico che tutte queste cose non mi aiutano nel mio lavoro. Quanto posso aver inciso tutte le chiacchiere sulla partita di Genova? Non lo so, non si può quantificare una cosa del genere, certo è che avevo chiesto aiuto ai tifosi e loro hanno risposto in modo magnifico. Ci sono stati dietro, ci hanno aiutato a vincere alcune partite difficilissime e di questo io li devo soltanto ringraziare.

De Rossi ha detto che Totti non ha molto potere e diversi tifosi dicono che se le cose stanno così dovrebbe lasciare la Roma. Cosa ne penso io da tifoso romanista? Credo che ogni persona intelligente capisca che queste sono decisioni che deve prendere Francesco. Io non so quanto potere abbia. Io so che Francesco mi ha chiamato e in quel momento è stato uno che conta, uno che decide. Poi non so a che punto sia all’interno di questo processo di crescita anche perché non è uno smette di giocare e diventa subito dirigente o allenatore. C’è una fase di crescita e ora non so quanto Francesco sia felice e soddisfatto o meno, sono domande che vanno rivolte a lui, non a me.

Dopo l’incontro con i tifosi e alla luce del fatto che la Roma non vince da 11 anni un trofeo che consiglio mi sento di dare per fare in modo che la società torni a dare loro soddisfazioni? Non sapendo i programmi mi è difficile rispondere. Credo che, come ho già detto, un fatto importante sia la costruzione dello stadio. Fare uno stadio per cominciare a programmare una Roma grande; è una mia considerazione, ma la tiro fuori sulla base di quello che scrivete voi. Da quando sono arrivato sto pensando solo alla squadra, a ogni singolo giocatore, e a come farlo rendere al meglio, cercando di tirare fuori il massimo in ogni partita. Altre cose non me le sono poste. Mi sono messo l’elmetto e sono venuto qui per aiutare la squadra e la società, per cercare di fare tutto al meglio.

Si mi sono sentito supportato dalla società e se mi sento di dire a cosa potrebbero ora riferirsi i tifosi della Roma? Come avevo detto prima, Roma è una piazza particolare, il tifoso si sente partecipe in tutto e per tutto. Per questo quando si gioca all’Olimpico ed è pieno ti soffia dietro e i tifosi ti permettono cose che in altri stadi sono impossibili. Detto questo capisco che spesso si dica che il presidente, essendo in America, è distante, ma io nella mia carriera ne ho trovati pochi di presidenti vicini o, perlomeno, presenti tutti i giorni con la squadra. Ho visto più volte adesso il vecchio presidente del Leicester rispetto a quanto era il mio presidente. Credo anche Ancelotti lo abbia visto poche volte e credo che Sarri forse non lo abbia mai visto. Per cui sono situazioni. Ti danno una squadra, tu lavori sul campo, e tutto quello che succede fuori non ti interessa, l’importante è che la squadra vada bene. L’importante è che quando tu hai bisogno di qualcosa ci sia qualcuno che te la risolve. Questo conta per un allenatore di calcio e non tutto il resto: non è importante la presenza di un presidente, è però importante che tutto vada come deve andare.

A qualcuno importa della partita con il Sassuolo?

Come ho visto De Rossi e se ci ho parlato? Sembra strano, ancora ci devo parlare -ride, ndr-, ancora non abbiamo avuto 5 minuti per noi. Però l’ho visto bello motivato e determinato come sempre. Certo, dentro di sé sarà squassato, immagino che non dormirà la notte, è normale. Chi ha dato tutto e giocato magari anche non al 100% della condizione l’ha fatto per l’attaccamento che ha alla maglia, ai tifosi e alla squadra. Una notizia del genere ti sconquassa, è normale, io però ancora ci devo parlare. Contro il Sassuolo sarà una Roma con il 4-3-3 o con il 4-4-2? Vediamo, sto studiando. Il Sassuolo è una squadra ben organizzata, ho visto la partita d’andata giocata qui con la Roma e mi sto facendo un’idea. Adesso vediamo in questi ultimi due allenamenti il modulo che mi convince di più.

Se De Rossi giocherà contro il Sassuolo e cosa gli consiglierei per il suo futuro? Daniele vuole continuare a giocare, l’ha detto, ed è giusto che sia così. Lui ha già una mentalità da allenatore perché in casa ha un padre che è allenatore, per cui dico che è un leader propositivo e non pensa al suo ego ma al bene di tutti. Credo che proprio la formazione che gli ha dato il padre sia questa: quella di una visione di insieme e non del singolo giocatore. Per il resto parlerò con lui, vedremo. Voglio fare un appello ai tifosi: mi auguro che l’ultima partita all’Olimpico sia una festa per Daniele, il tempo delle contestazioni ci sarà, ma spero che l’ultima partita sia per Daniele, per l’amore, per dimostrare l’amore a Daniele e alla Roma, che è la cosa più importante.

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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