in

Robert De Niro: il gangster timido

Viene da sempre descritto come una persona estremamente riservata, discreta e particolarmente schiva, ma entra nel personaggio con la stessa semplicità con cui ci si infila un cappotto. Robert De Niro è l’apoteosi dell’attore, dall’ineguagliabile curriculum e dalla naturalezza e la genuinità di un bambino. Quei due Premi Oscar in bacheca non gli rendono onore: nel 1975 con Il padrino – parte II (di Francis Ford Coppola) come Miglior attore non protagonista e nel 1981 come Miglior attore protagonista in Toro Scatenato (di Martin Scorsese). Pochi, pochissimi, non rispecchiano minimamente il suo illimitato talento e la sua gloriosissima carriera.

E’ stato diretto dai più grandi registi della storia del cinema, da Francis Ford Coppola a Martin Scorsese, da Brian De Palma a Sergio Leone, da Bernardo Bertolucci a Michael Cimino, ha lavorato con i più grandi attori, da Al Pacino ad Harvey Keitel, da Gerard Depardieu a Christopher Walken, da Joe Pesci a Sean Connery, e ancora con Kevin Kostner, Mickey Rourke, Ray Liotta, Sharon Stone, Meryl Streep, Benicio del Toro, Brad Pitt, Vittorio Gassman, Dustin Hoffman, Kevin Bacon, Samuel L.Jackson, Jean Reno e tanti altri. Insomma ha dato il meglio di sé nella recitazione, confrontandosi con le alte sfere del cinema e diventando a sua volta uno dei massimi interpreti della storia di Hollywood.

E’ un perfezionista, noto per la maniacale preparazione e documentazione sui personaggi: ne ha interpretato magistralmente un ingente quantitativo, tutti di altissimo livello recitativo, con una particolare predilezione per i ruoli da criminale e da gangster, ma dilettandosi talvolta in ruoli comici, dimostrando di sapersi perfettamente adattare ad ogni tipo di situazione.

Con un ricca filmografia di oltre 90 pellicole, De Niro conosce tutti i segreti per poter attrarre lo spettatore, indipendentemente dal genere cinematografico e dalle caratteristiche del personaggio: dai personaggi psicopatici come John Rubin in Hi, Mom! (1970 – di Brian De Palma), Travis Bickle in Taxi Driver (1978 – di Martin Scorsese), Max Cady in Cape Fear – Il promontorio della paura (1991 – di Martin Scorsese) e Gil Renard in The Fan – Il mito (1996 – di Tony Scott) a protagonisti legati alla mafia e alla criminalità come John “Johnny Boy” Civello in Mean Streets (1973 – di Martin Scorsese), Vito Corleone nel sopracitato Il padrino – parte II, David “Noodles” Aaronson in C’era una volta in America (1984 – di Sergio Leone), Al Capone in The Untouchables – Gli intoccabili (1987 – di Brian De Palma), Jimmy Conway in Quei bravi ragazzi (1990 – di Martin Scorsese), Heat – La sfida (1995 – di Michael Mann) e Paul Vitti nella commedia Terapia e Pallottole (1999 – di Harold Ramis) e nel sequel Un Boss sotto Stress (2002 – sempre di Harold Ramis).

Tra i suoi capolavori ricordiamo inoltre: Novecento (1976 – di Bernardo Bertolucci), Il cacciatore (1978 – di Michael Cimino), Toro Scatenato (1980 – di Martin Scorsese), Mission (1986 – di Roland Joffè), Bronx (1993 – dello stesso Robert De Niro), ma sostanzialmente ogni sua apparizione diventa una perla per la storia del cinema mondiale.

Con i nonni paterni di Ferrazzano, nella provincia di Campobasso in Molise, De Niro è sempre stato legato al nostro Paese, cresciuto a Little Italy ed interpretando il ruolo di Don Vito Corleone per gran parte in siciliano, ricevendo ufficialmente la cittadinanza italiana il 18 Ottobre del 2006.

Legato da una profonda amicizia ai colleghi Joe Pesci e Sean Penn ed inoltre al regista Martin Scorsese, conosciuto a Little Italy dove entrambi vivevano e del quale è stato il pupillo sin dalla sua giovinezza, De Niro è un uomo dall’illimitato spessore artistico, reale, genuino, semplice nella complesso mondo della recitazione. Unito all’attore Leonardo DiCaprio, nuovo attore feticcio di Martin Scorsese, da una profonda stima reciproca, De Niro lo considera il proprio erede naturale sia per le comuni origini italoamericane che per le doti recitative.

Divinità intoccabile di Hollywood, il talento di Robert De Niro ha intrattenuto intere generazioni di spettatori, ammaliati dal suo essere così vicino alla quotidianità, alla realtà nuda e cruda, alla vera essenza delle emozioni umane; ciò che ha stupito è proprio la contrapposizione tra il suo essere tanto riservato nella vita reale e tanto spavaldo e genuino nella recitazione, regalando al mondo del cinema capolavori irripetibili, ineguagliabili e che confidiamo possano influenzare positivamente le future leve di attori, ritornando al vero significato dell’interpretazione cinematografica, ovvero la trasposizione sul grande schermo dell’animo umano e la comunicazione emotiva del sentimento, qualunque esso sia, come solo De Niro e pochi altri hanno saputo fare.

What do you think?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

“Love story tra Obama e Beyoncé”

Box office: Belle & Sebastien