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The Irishman: un intenso viaggio nel passato criminale USA con uno Scorsese più all’avanguardia che mai

Il regista torna a lavorare con De Niro e Joe Pesci, dirigendo per la prima Al Pacino, dando vita a un capolavoro che si avvale magistralmente della CGI grazie ai 160 milioni finanziati da Netflix

The Irishman

Proiezione nelle sale cinematografiche italiane da lunedì 4 a mercoledì 6 novembre, in lingua originale e sottotitolato, disponibile su Netflix da mercoledì 27 novembre

Il nuovo il film di Martin Scorsese è stato il protagonista assoluto dalla quinta giornata della Festa del Cinema di Roma 2019 (e probabilmente dell’intera manifestazione giunta alla sua 14esima edizione). L’anteprima de “The Irishman” ha avuto invero il grande merito di non deludere le aspettative dei presenti, estasiati per tutti i 210 minuti della proiezione.

Questa incredibile pellicola drammatica è arricchita dalle interpretazioni di Robert De Niro e Joe Pesci, tornati ad essere entrambi diretti da Scorsese dopo Toro Scatenato (1980) Quei bravi ragazzi (1990) e Casinò (1995) e dalla superba prova di Al Pacino, alla sua prima collaborazione con il regista del Queens. A fornire ulteriori dettagli sulla scelta del cast, sulle dinamiche che hanno portato alla realizzazione del film The Irishman (tra le idee di De Niro e le proposte di Netflix) e sulla prospettiva di base, è stato lo stesso Scorsese in occasione della conferenza stampa tenutasi dopo la presentazione del film avvenuta presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Il personaggio di Robert De Niro, Frank, sta rivivendo tutta la sua esistenza: è un film sulla mortalità, sul percorso di una vita che lo vede alla fine rimanere solo. Bob mi ha fatto leggere questo libro -“L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa”, il romanzo di Charles Brandt da cui è tratto il film, ndr-, si era già calato completamente nella parte, mi ha convito subito e abbiamo deciso di partire dallo stesso punto di vista per fare un nuovo film insieme. L’ultimo che abbiamo fatto è stato Casinò. Lavorare dopo 24 anni con Bob è stato significativo (Taxi Driver, Re per una notte, Mean Streets -Domenica in chiesa, lunedì all’inferno sono alcune delle perle frutto della collaborazione tra i due, ndr). Per quanto riguarda il suo personaggio ci sono delle cose che lui sa e altre no, come succede a ognuno di noi. È inevitabile ed è fuori dal nostro controllo come avviene con la morte. Al Pacino l’ho conosciuto nel ’70 quando me lo presentò Coppola ma non ho mai lavorato insieme a lui. Tempo fa c’era un progetto su Modigliani ma non lo abbiamo più sviluppato. L‘idea di scegliere lui per il suo ruolo è stata di Bob: tanto è venuto dal loro rapporto reale, lo vedi e lo senti, si vogliono bene e si rispettano, quindi è qualcosa che loro sentivano, sapevano che stavano facendo qualcosa di speciale. Erano costantemente presenti, fino addirittura ad essere troppo stanchi per girare e dovevo essere io a dire loro che non potevano farlo.

The Irishman

The Irishman, diretto da Scorsese per Netflix e sceneggiato da Steven Zaillian, ha un altro grande merito: quello di aver sfruttato al meglio la tecnologia CGI, così tanto da averla resa praticamente impercettibile. Ci sono sbalzi temporali molto ampi, non solo si vede l’evoluzione caratteriale ed emotiva dei personaggi, si vede anche e soprattutto quella fisica.

La storia che raccontiamo si svolge tra il 1949 e l’anno 2000, con tutta una serie di flashback e slittamenti temporali. All’inizio c’è un uomo di 82 anni che parla di una trasferta per un matrimonio nel 1975 e poi ti ritrovi negli anni ‘50, ‘60 e ‘70 ma anche nel presente.
Martin Scorsese

Decennio dopo decennio, uomini di mezza età si trasformano in anziani e grazie alla CGI è stato possibile rivedere un Robert De Niro o un Joe Pesci “naturalmente” ringiovaniti. Questo è un aspetto che sta particolarmente a cuore al regista:

Gli effetti digitali hanno richiesto tempo, senza di essi circa metà del film avrebbe dovuto essere rifatta con degli attori giovani, scelti per interpretare i loro ruoli, ma io volevo girare un film coi miei amici. Era impossibile trovare a Hollywood un modo per riuscire a rendere tutto questo attuabile e poi Netflix si è presentata dicendo: “Ti diamo un finanziamento per questo progetto innovativo e anche libertà creativa completa, più il tempo che servirà dopo”, e sono serviti 6 mesi extra di post produzione per realizzare il tutto al meglio grazie a questa tecnologia CGI. Se considerando i 160 milioni di dollari investiti penso che sia un film fatto per me o piuttosto per un grande studio? Lo abbiamo fatto per noi stessi, è Netlfix che ha dato sostengo a noi, ai cineasti, certamente abbiamo dovuto lavorare per loro, senza i loro finanziamenti era impossibile fare questo film. Quando dico che è stato sperimentale intendo che lo eravamo noi: lo abbiamo testato sulla nostra pelle. La tecnologia è migliorata di settimana in settimana e il modo in cui è stato messo insieme il tutto è un processo veramente complesso e mistico.

Il sistema di telecamere e software sviluppato da ILM è stato in grado di catturare le espressioni facciali degli attori sul set a fianco di altri personaggi, senza l’uso di telecamere o segni visibili sul viso, e di ringiovanirli grazie alle loro versioni 3D computerizzate.

The Irishman

Scorsese con The Irishman affronta diverse tematiche; non si tratta “solo” di un’epica saga sulla criminalità organizzata nel nordest degli USA, tra Filadelfia, Pittsburgh e Detroit ma è anche la storia di una vita, quella di Frank Sheeran, reduce della Seconda guerra mondiale, truffatore e sicario che ha lavorato per alcuni dei nomi più tristemente famosi del ‘900. La storia viene raccontata proprio dal suo punto di vista e alla fine risulta essere molto più semplice di quanto si possa credere basandosi sulle dinamiche che danno inizio al tutto.

Questo film è veramente straordinario per molteplici ragioni. Per citarne un altro: i temi trattati hanno rilevanza anche oggi, riuscendo ad attraversare il tempo e i confini contestuali. Tra i riferimenti ai noir francesi e i brevi ma esilaranti e significativi dialoghi che avvengono in italiano “dialettale” (rimandi catanesi trasformati dallo slang americano) tra Robert De Niro e Joe Pesci, sono davvero tante le attenzioni che lo rendono senza ombra di dubbio un capolavoro. Studiato in ogni minimo dettaglio. Scorsese ha a sua volta sottolineato l’attualità della storia che ha voluto raccontare:

Un film non deve essere ambientato in un contesto contemporaneo per essere tale: viene narrato in un dato periodo, come il passato, si svolge in quel tempo ma l’esperienza umana immediata è questa. I film possono essere dunque accessibili e comprensibili per tutti. Se l’aspetto malinconico e quello religioso in questo film hanno molta rilevanza? Certo, ci sono contenuti religiosi, come nella vita e, che si creda nella religione o meno, c’è un tentativo di contemplazione. C’è agio invece nella malinconia: Frank è un uomo solo ma tutto quel conflitto e la violenza ormai appartengono al passato e nessuno se ne ricorda. La vedo come l’accettazione del fatto che la morte faccia parte della vita stessa.

Inevitabile, a questo punto, intravedere delle similitudini con altre grandiose storie magistralmente impresse nella storia delle cinematografia mondiale. Se però a qualcuno è sembrato in qualche modo di rivedere il Noodles dello spettacolare C’era una volta in America, l’opera più grande di Sergio Leone che vede protagonista De Niro, Scorsese ha risposto di esserne lusingato ma di non averlo fatto di proposito:

Se questo film mette fine a un’epoca di mafiosi nell’immaginario cinematografico e se ci sono dei rimandi a “Once Upon a Time in America” visto che anche lì si percepisce il rammarico per ciò che è stato fatto e poteva andare diversamente? Beh “C’era una volta in America” è un capolavoro ma io non ci ho pensato quindi se sorge un paragone simile a me va benissimo così! Perché invece scelgo di raccontare storie che vedono protagonisti maschili e non protagoniste femminili? Se la storia non lo richiede non ci saranno altri personaggi. L’età dell’innocenza, Alice non abita più qui e altri film che ho fatto comunque non vengono mai considerati…

The Irishman

Scorsese è poi tornato a difendere e ribadire anche un altro argomento a lui caro e che ha scatenato diverse polemiche nelle ultime settimane, ovvero da quando il celebre cineasta ha affermato che i film della Marvel sono di basso livello (osservazione che risale al 17 ottobre scorso in occasione della presentazione del film The Irishman al Festival Lumière di Lione).

All’interno di un concetto più ampio -e difficilmente contestabile- il regista Premio Oscar ha spiegato di essere aperto e favorevole nei confronti dell’evoluzione cinematografica e della relativa distribuzione (anche su diverse piattaforme) ma di temere l’approccio alla Storia da parte dei giovani nonché l’interpretazione della realtà:

Oggi le sale cercano di essere un po’ dei parchi di divertimento, danno la precedenza a film tratti da fumetti e va benissimo che se ne facciano purché i nostri giovani non pensino che sia questo il cinema. Non importa come verrà visto un film ci sarà sempre tempo e modo per farlo arrivare in sala anche se pensato e girato per lo schermo di un telefono. Non so come i giovani impareranno i fatti importanti a livello storico e di entità mondiale. Anche nel film sembra non esserci continuità nella storia: il fatto che Hoffa sia diventato uno sconosciuto così presto è triste: nonostante le cose negative che lo hanno visto coinvolto era una persona speciale ma il tempo lo ha spazzato via. Perfino in carcere si era organizzato da sindacalista per curarsi delle condizioni di vita dei prigionieri. Addirittura i sindacati intesi in questo senso sono scomparsi. E alla fine non avremo mai modo di vivere l’esperienza del passato nel modo in cui l’ha vissuta chi era lì.

The Irishman conferenza stampa Martin Scorsese
Martin Scorsese, conferenza stampa presentazione The Irishman, Festa del Cinema di Roma 2019

Stando a quanto aggiunto da Scorsese ad avere la precedenza devono essere i film in sé (indipendentemente da quelli ritenuti apprezzabili o meno) e non le faide relative alla loro distribuzione:

Cosa penso di questa apertura verso lo streaming? Netlfix ha permesso la realizzazione di questo film e, per vederne uno sullo schermo, deve essere fatto! Che tu lo veda lì o altrove serve che i film siano fatti. La tipologia di quelli che realizzo io non si può più fare. Negli ultimi anni mi sono mosso con il finanziamento autonomo ma era complicato. Io e Bob sentivamo che potevamo sintetizzare qualcosa che in qualche modo esisteva negli anni ’70 ma nessuno era disponibile a darci i fondi per farlo e poi si è presentata Netflix. Conoscono film come Re per una notte che sono rimasti nelle sale due settimane e accordarsi per farci restare The Irishman per quattro settimane, anche dopo la sua uscita in streaming, mi è sembrato un ottimo accordo. Alla fine dei conti un autore non ha il controllo di come verrà visto il suo film, le possibilità del cinema sono infinite: un giorno magari alcuni saranno ologrammi, altri realtà virtuale, chi lo sa. Vederlo in sala rimane la soluzione migliore. L’importante è che però prima venga fatto. Altrimenti non ci sarà nulla da vedere.

Personaggi e cast

Robert De Niro è Frank Sheeran il quale, attraverso il racconto in prima persona della sua vita da sicario, ci conduce negli angoli più oscuri della criminalità organizzata, con le sue procedure, gli scontri, un’arcana organizzazione sociale e legami con la politica. Al Pacino è Jimmy Hoffa, il controverso presidente dell’International Brotherhood of Teamsters (Fratellanza internazionale degli autotrasportatori) che ha consolidato il proprio potere tra gli anni ‘40 e ‘50 diventando il celebre leader del sindacato più influente del paese.

The Irishman

Joe Pesci, in realtà ritiratosi ufficiosamente dalle scene, è stato convinto da Scorsese e De Niro (anche se quest’ultimo ha affermato che ci sono comunque voluti due anni per riuscirci), è tornato a recitare impersonando Russell Bufalino, detto il ‘il tranquillo Don’, un uomo che dietro alla sua azienda di tendaggi nascondeva enormi attività illegali. Bufalino introduce Frank Sheeran nel mondo della criminalità e caldeggia una sua amicizia con Hoffa, con conseguenze pesanti per tutti. Inoltre il film vede la partecipazione di Harvey Keitel, Ray Romano, Bobby Cannavale, Stephen Graham, Anna Paquin, Domenick Lombardozzi, Stephanie Kurtzuba, Kathrine Narducci, Jesse Plemons e Welker White.

Il film è incentrato su lealtà, amore, fiducia e tradimento. Il progetto alla base è quello di un film riflessivo, il film con personaggi più anziani. In un certo senso si tratta di un film da camera. […] La cosa più bella della storia è questo triangolo, questi tre uomini e la classica saga di lealtà, fratellanza e tradimento. Si tratta di qualcosa di faustiano che mostra il costo emotivo e psicologico della situazione. Tutto questo ci sembra si adatti benissimo al periodo in cui viviamo.
Martin Scorsese

Nella storia ci sono azione, emozioni, drammi e risate. Ci sono tante tipologie di rapporti, il tutto è imponente ma allo stesso tempo ha il ritmo dei nostri pensieri quando torniamo al passato. La produzione di The Irishman è iniziata il 18 settembre 2017 a Manhattan e le location cercate sono state circa 160, come i milioni di dollari stanziati da Netflix affinché un simile capolavoro prendesse finalmente forma e vita.

Trama e trailer The Irishman

Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci sono i protagonisti di THE IRISHMAN di Martin Scorsese, un’epica saga sulla criminalità organizzata nell’America del dopoguerra, raccontata attraverso gli occhi del veterano della Seconda Guerra Mondiale, Frank Sheeran – imbroglione e sicario – che ha lavorato al fianco di alcune delle figure più importanti del 20° secolo. Il film racconta, nel corso dei decenni, uno dei più grandi misteri irrisolti della storia americana, la scomparsa del leggendario sindacalista Jimmy Hoffa, e ci accompagna in uno straordinario viaggio attraverso i segreti del crimine organizzato: i suoi meccanismi interni, le rivalità e le connessioni con la politica tradizionale.

Qui il trailer ufficiale

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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