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La Grande Bellezza degli Oscar

Il trionfo di Paolo Sorrentino nella notte dell’Academy Award svoltasi tra il 2 ed il 3 Marzo 2014 ha riempito d’orgoglio il nostro Paese e ha riportato la tanto ambita statuetta in Italia 15 anni dopo La vita è bella di Roberto Benigni. La Grande Bellezza ha ottenuto tale riconoscimento come Miglior film straniero, annientando la non spietata concorrenza degli altri film in gara: Alabama Monroe (Belgio), Il sospetto (Danimarca), The Missing Picture (Cambogia), Omar (Palestina). L’abilità nella recitazione del talentuoso Tony Servillo e la maestria nella regia di Sorrentino, ispiratosi all’incommensurabile Federico Fellini per la realizzazione del suo capolavoro, hanno permesso al nostro Bel Paese di riconquistare un ruolo di primo piano nel cinema internazionale, auspicando una maggior apertura del nostro cinema al di fuori del mercato nazionale e locale.

Il Premio Oscar al Miglior Film è stato giustamente consegnato al capolavoro di Steve McQueen 12 anni schiavo (Premio Oscar come Miglior sceneggiatura non originale a John Ridley): un commovente Chiwetel Ejiofor emoziona in un film cruento ma purtroppo reale, che catapulta lo spettatore in una spirale di odio, rabbia e un grande senso di ingiustizia e di impotenza di fronte a tanta crudeltà. Splendida interpretazione dell’attrice messicana/keniota Lupita Nyong’o che le ha permesso di conquistare l’Oscar come Miglior attrice non protagonista. Pressoché impossibile non commuoversi nelle scene di maggior pathos, dove l’intensità emotiva raggiunge livelli stratosferici.

Stratosferica come la sensibilità tecnica di Alfonso Cuaron (Premio Oscar alla Miglior regia): ha affascinato il pubblico delle grandi occasioni con Gravity che, nonostante le evidenti lacune nella sceneggiatura e la prevedibilità della trama, si è aggiudicato ben 7 Premi Oscar, perlopiù grazie agli effetti speciali e al montaggio.

Per la categoria Miglior attore protagonista invece il malleabile Matthew McConaughey trionfa con Dallas Buyers Club insieme a Jared Leto (Miglior attore non protagonista), lasciando interdetti gli estimatori di Leonardo DiCaprio, rimasto ancora una volta a bocca asciutta, ma d’altro canto non aiutato da un film troppo discreto come The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese. Se non altro, per la carriera e per la sua crescita artistica, il talentuoso DiCaprio meriterebbe pienamente almeno una statuetta, augurandogli buona fortuna per i prossimi anni.

Miglior attrice protagonista a Cate Blanchett con Blue Jasmine (di Woody Allen), sicuramente la migliore interpretazione tra le concorrenti, soprattutto sull’orribile prestazione di Sandra Bullock, banale, talvolta esasperante in un ruolo che proprio non le si addice, inutile forzarla.

Tante delusioni, ma anche tante gioie: da sempre la notte degli Oscar tiene sospeso il mondo del cinema con i suoi idoli, con i giovani talenti, sempre con nuove sorprese ma anche confermando l’affidabilità e le capacità di alcuni artisti, sempre in prima linea, anno dopo anno. Il livello cinematografico dei film nella storia ha sempre vissuto momenti di alti e bassi ma ad ogni edizione c’è sempre quel capolavoro che ci rassicura, che permette ad un mondo così vario eppure così di nicchia di andare avanti e di stupire il grande pubblico, comunicando sensazioni ed emozioni che sono alla base dell’intento del cinema e ne costituiscono appunto la grande bellezza.

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