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Tra genio e follia: abusi di droga ad Hollywood

Con la morte di Philip Seymour Hoffman, trovato privo di vita nel bagno del suo appartamento di Manhattan con ancora l’ago nel braccio, si riapre il doloroso capitolo degli abusi di droga da parte di molti attori. Hoffman, vincitore del Premio Oscar come Miglior attore per il film Truman Capote – A sangue freddo (2005 – di Bennett Miller), è soltanto l’ultimo della lunga serie di artisti del cinema succubi delle sostanze stupefacenti.

Robert Downey Jr., famoso ai più per aver interpretato il personaggio dei fumetti della Marvel Comics Iron Man (2008 – di Jon Favreau) e per la particolare rivisitazione del celeberrimo detective nato dalla penna dell’autore scozzese Sir Arthur Conan Doyle Sherlock Holmes (2009 – di Guy Ritchie), è stato protagonista di numerosi episodi di tossicodipendenza. In particolare tra il 1996 ed il 2001 venne arrestato più volte per problemi legati all’uso di sostanze stupefacenti: nell’Aprile del 1996 fu arrestato per possesso di eroina e cocaina ed il mese dopo si intrufolò nella casa di un vicino e si addormentò in uno dei letti sotto l’effetto della droga; seguirono altri episodi fino al 2001 quando venne sorpreso da un agente di polizia mentre vagava a piedi nudi per Los Angeles sotto l’effetto della cocaina. Durante il periodo della tossicodipendenza riuscì comunque a vincere un Golden Globe come Miglior attore non protagonista nella serie televisiva Ally McBeal, risolvendo definitivamente i propri problemi di droga nel 2003.

Come lui, l’attore Macaulay Culkin, famoso interprete del film Mamma ho perso l’aereo (1990 – di Chris Columbus), venne arrestato nel 2003 per possesso di marijuana e in tempi più recenti sono molte le voci che riferiscono di un sua pericolosa dipendenza dall’eroina.

Altrettanto famose sono le vicende della giovane attrice Lindsay Lohan (Quel Pazzo Venerdì, 2003 – di Mark Waters) che dal 2007 ad oggi continua senza apparente successo la sua lotta contra la droga: possesso di cocaina e guida in stato di ebbrezza le accuse più frequenti.

Caso eccezionale l’attrice, ex bambina prodigio di E.T. L’extra-terrestre (1982 – di Steven Spielberg), Drew Barrymore, precoce sia nel talento che nella sregolatezza: a 9 anni beveva alcolici, a 10 anni fumava marijuana e a 12 anni sniffava cocaina. Un’infanzia colma di problematiche, ma che non le ha fortunatamente impedito di affermarsi come artista. Amica intima del compianto Kurt Cobain e di Courtney Love (entrambi famosi per la dipendenza dalle droghe) è sicuramente uscita dal tunnel delle sostanze stupefacenti, regalandoci in alcune occasioni grandi prestazioni recitative.

Questi sono solo alcuni dei casi di tossicodipendenza legati alle grandi personalità del cinema, che si dividono tra genio e follia, spesso soffocando il proprio talento con l’abuso di droghe, rischiando di compromettere la propria per carriera e la propria salute.

Talvolta la guarigione da tali abusi richiede grande forza di volontà, altre volte si raggiunge senza eccessivi problemi, ma quando un grande artista passa a miglior vita è impossibile non provare quel profondo dispiacere per il vuoto che viene lasciato, anche se tale vuoto è dovuto alla debolezza dell’essere umano che si cela dietro l’attore, alla ricerca di quei pochi istanti di apparente felicità chimica che porta solo morte e disperazione.

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