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Un francese a Roma, l'era Garcia da ieri ad oggi: "Il passato non conta, la chiave sta nell'atteggiamento"

L’avvio della stagione 2015-2016 per i giallorossi non è stato dei migliori, soprattutto considerando la qualità della rosa e le aspettative, eppure la Roma si trova in cima alla classifica: l’Inter è sopra di un punto dopo il match disputato ieri sera contro il Bologna, ma la squadra guidata da Rudi Garcia avrà l’opportunità di riprendersi il primato proprio questa sera, in occasione della sfida casalinga contro l’Udinese. L’esordio nella prima stagione della Roma sotto la guida del tecnico di Nemours, entusiasmò enormemente la tifoseria del club capitolino: 10 vittorie consecutive, 24 reti realizzate e un solo gol subito. Inoltre, vincendo il derby in seguito alla sconfitta incassata nella finale di Coppa Italia, e affermando così di aver semplicemente “rimesso la chiesa al centro del villaggio”, Garcia conquistò definitivamente la folla giallorossa appena tre anni fa.
Nonostante l’amaro epilogo del primo anno del francese sulla panchina giallorossa, la maggior parte dei sostenitori della Roma ha riposto grande fiducia nei suoi confronti anche per la seconda stagione; tuttavia nonostante la prima serie di vittorie (e l’immeritata e discussa sconfitta contro la Juventus), qualcosa iniziò a scricchiolare in seguito all’1-7 , accusato in casa contro il Bayern Monaco durante le fase a gironi di Champions League. Da allora la Roma non è più riuscita ad alzarsi e anche in campionato, il divario con la Juve si è fatto sempre più marcato, tanto da non rendere più il club capitolino un’insidia per quello bianconero, già molto prima della conclusione della stagione. Da quel momento in poi, Garcia dai più è stato ritenuto il responsabile di tale crollo, mentre altri hanno attribuito la colpa del fallimento alla mancanza di un reparto offensivo efficace. Le lacune dell’attacco giallorosso erano comunque decisamente evidenti e per tale ragione, con l’acquisto di Iago Falque, Salah e Dzeko, la Roma questa estate, ha decisamente sopperito a tale problematica, evidenziandone tuttavia un’altra questa volta relativa al reparto difensivo.
A prescindere da tutto e in particolar modo dalle critiche e dal passato, Garcia continua a lavorare per migliorare non solo tale aspetto, ma per ottenere i miglior risultati possibili con la Roma, come testimoniano le dichiarazioni rilasciate ieri, nella consueta conferenza stampa pre-gara: “A me non piace che voi torniate sulle prime due stagioni, ad ogni modo non si finisce due volte secondi senza spirito di sacrificio. Personalmente posso dire che fin dall’avvio di questa stagione, i ragazzi hanno dimostrato un buon atteggiamento collettivo che apprezzo. Ho sempre detto, ovunque ho allenato, che la star è la squadra stessa e anche se qui ci sono dei campioni, non deve esserci una star. Se ogni elemento gioca per il resto del gruppo è il gruppo che poi aiuta automaticamente i singoli ad emergere. Adesso è giunto per noi il momento di accelerare, di attaccare sempre per i tre punti e non per difendere il primo posto: vogliamo riuscire a vincere partita dopo partita.”
Garcia ha poi ribadito l’importanza dell’atteggiamento: “La squadra deve colpire in modi diversi e deve essere al servizio della giusta strategia per vincere. C’è un giocatore che nella mia mente può essere sopra un altro ma le cose possono cambiare riguardando le prestazioni individuali. Sia durante le gare che gli allenamenti, io valuto tutto e vedo i giocatori che meritano di giocare ma c’è anche da dire che fin quando si vince e c’è equilibrio non c’è bisogno di cambiare le cose, altre volte invece sì. Per noi è importante la capacità di fare gol tanto quanto la consapevolezza che si può sempre migliorare. L’atteggiamento deve essere quello giusto, io preferisco sempre guardare le cose positive piuttosto che quelle negative anche se questo non significa che io sia stupido e non sappia che quelle cose sbagliate vanno esaminate e corrette. Credo semplicemente che un giocatore succube dei pensieri negativi non possa giocare bene quanto un altro in fiducia, il mio compito è mostrare alla squadra che è in grado di far bene. Giocando ogni tre giorni può capitare che le cose si ribaltino velocemente e a maggior ragione non si può cadere nel pessimismo, allo stesso tempo nemmeno si deve essere euforici.”
Per concludere, il tecnico giallorosso ha affermato: “A me piace la Roma che vince e che ha ben chiara la propria identità di gioco, caratterizzata dall’aver palla e dal saper dare fastidio con il pressing. Dobbiamo essere capaci di fare tutto e i giocatori sanno come poterci riuscire. Spero che i ragazzi abbiano capito che adesso la cosa fondamentale è avere l’atteggiamento giusto: ora la classifica non conta perché bisogna ragionare di partita in partita, pensando che il prossimo match sarà sempre quello più importante. E’ così che la squadra deve ragionare. No, non sento che è arrivato il momento di fare una scelta tra campionato e Champions, perché io voglio vincere tutte le competizioni alle quali partecipiamo. Ovviamente per vincere la Champions ci servirebbe un miracolo, ma prima di sperare in cose di questo genere bisogna dare tutto nel girone. L’obiettivo è quello di superarlo e non farò calcoli pensando a Leverkusen, mi concentrò su quella partita solo dopo quella contro l’Inter. Non vedo perché si debba scegliere, noi siamo in corsa per tutto e vedremo dove siamo arrivati solo dopo l’esito di ogni singola gara.”
 

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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