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Venezuela, il Presidente Nicolas Maduro stringe rapporti più stretti con i Paesi rivali di Washington. E punta allo sviluppo economico ed alla collaborazione militare

Caracas. Costruzione del socialismo del XXI secolo, antimperialismo, espressione del voto popolare (25 elezioni in 16 mesi), sovranità del Paese. potere politico interamente di pertinenza del popolo. Con questi quasi slogan, il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro ha ribadito, giovedì scorso, nel suo discorso di investitura per il prossimi anni del mandato (2019-2025), il ruolo del suo Paese nel panorama sud americano ed internazionale.

Il giuramento, giovedì del Presidente venezuelano, Maduro

Il j’accuse contro gli Stati Uniti ed i “Paesi satelliti”, come li ha definiti nel suo intervento, ha sempre di più evidenziato come il Venezuela si prepari a guardare oltre. In altri Continenti.

La visione che Maduro ha in testa è prettamente economica e punta a fare affari con chi gli acerrimi rivali degli Stati Uniti. Il Venezuela ha stabilito, infatti, importanti alleanze di cooperazione strategica per garantire la crescita ed il rafforzamento della sua economia e rispondere così come detto agli USA ed ai suoi Paesi alleati.

Per cui, il Presidente venezuelano punta le carte su Stati che di certo sono lontanissimi dalle scelte politiche dell’amministrazione Trump. A cominciare dalla Turchia. Con la quale Caracas intende rafforzare una cooperazione in materia di imprese, di difesa, di sfruttamento minerario e del petrolio, del turismo e del trasporto marittimo. Ed ancora, intende puntare ad un accordo per evitare la doppia tassazione fiscale e prevenire l’evasione. Oltre a stringere di più le alleanze diplomatiche.

Il Presidente turco Erdogan

Con i palestinesi, Maduro punta alla creazione di un’impresa mista sempre legata all’esplorazione e alla commercializzazione di minerali, alla cooperazione bilaterale nel settore turistico, imprenditoriale, militare.

Con l’amica Cuba, uno degli ultimi avamposti del socialismo nell’America latina, Caracas intende rafforzare un Piano di collaborazione in materia di interventi sociali ed economici. Ed ancora: puntare sulla biogenetica, l’elettromedicina e la politica educativa,

Con altri tre acerrimi rivali di Washington, Iran, Russia e Cina, il leader chavista ha in mente una serie di interventi anche più stringenti.

Il Presidente iraniano, Hassan Rouhani

Con l’Iran vuole realizzare progetti scientifici per la formazione nel campo delle nanotecnologie. Ed ancora, intende creare più partecipazione da parte del Governo di Teheran nell’economia, puntando ad uno sviluppo tecnologico in agricoltura.

Con i cinesi, le relazioni sono e saranno più strette in materie quali la cooperazione nella protezione dei commerci, nella sicurezza, nella difesa nazionale, nella statistica, nella scienza e nella tecnologia spaziale. A Pechino, Maduro chiede anche maggiori aiuti sanitari.

Ed infine, con il Presidente russo, Vladimir Putin, Maduro intende lavorare sempre più su una cooperazione militare strategica, in primis. Non dimenticando gli aiuti economici, quali l’import di 600 mila tonnellate di grano, 5 milioni di dollari per la produzione petrolifera venezuelana, mille milioni di dollari in progetti per le miniere.

Un soldato russo. Maduro chiede collaborazione militare a Mosca

Come si vede, il Paese sud americano cerca di liberarsi dal blocco economico che gli è stato imposto. Cerca di guardare oltre, anche perché ad Est è stretto dalla Colombia ed a Sud dal Brasile. Due Stati ora gestiti da Governi di destra, molto vicini alle politiche di Washington.

Ci riuscirà?

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