I presupposti della ripartenza sembravano buoni, l’atteggiamento mentale di una squadra capace di ribaltare uno svantaggio in vittoria anche, eppure la Roma chiamata a rispondere al “test San Siro” non si è dimostrata all’altezza delle aspettative. Ci sono stati nuovamente errori individuali ai quali non sono tuttavia seguite le imprese di Capitan Dzeko che non può e non deve essere l’unico punto fermo dei giallorossi. I cambi della scorsa volta hanno funzionato ma singolarmente manca ancora, a molti, la continuità.
La squadra di Fonseca sembra aver anche aver accusato il calo fisico. Le difficoltà da questo punto di vista erano preventivabili: ripartire dopo tanto tempo e in un contesto del genere non è facile. L’orario e il caldo hanno certamente contribuito ma non si possono trovare alibi, specie quando la squadra di Gasperini sta invece continuando a dimostrare di essere in grado di superare le difficoltà, sia quelle immaginabili che attualmente tangibili. Sebbene l’errore di Dzeko (reo di aver sbagliato un’occasione più che notevole contro il Milan) sia pesato, risulta più problematico rendersi conto di quanto manchi intorno a lui. Il calciatore bosniaco è sempre stato un uomo capace di fare partite di sacrificio per aiutare il più possibile il resto dei compagni di squadra e le sue prodezze sono valse la vittoria contro la Samp in occasione della ripartenza.
Tuttavia se il cigno di Sarajevo non riesce a rientrare in gara (magari dal punto di vista mentale) il resto sembra non funzionare più, ad eccezione di Mirante nel caso specifico del match coi rossoneri, praticamente il migliore in campo, a riprova del fatto che ci siano numerose lacune negli altri reparti. In fase offensiva è sempre lo stesso Dzeko a far qualcosa pur non essendo appunto capace di replicare quanto visto contro i blucerchiati.
Fino al 70′, al momento del cambio con Kalinic, ha comunque provato a dare il suo apporto, e la sua visibile delusione in panchina per la prestazione complessiva e soprattutto il risultato, era evidente. La tipica frustrazione del Capitano che sembra aver sempre più responsabilità degli altri, nel bene e nel male. La Roma è “dzekocentrica” e in difficoltà ma iniziare a puntare il dito verso “i soliti” è una storia vista e rivista, cambiano solo gli interpreti. Il tecnico portoghese deve valutare meglio la formazione iniziale e viceversa i cambi (in base alla partita), cercando di portare avanti la squadra verso l’obiettivo previsto. La Champions League si allontana e a 10 partite dalla fine di questo inverosimile campionato la Roma si è ancora una volta complicata le cose. Il riscatto deve essere immediato e deciso: il ritorno in UCL dista ben 9 punti.
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