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Roma, nuova luce Dopo (D) Disfatta (D) e Rabbia (R)

Analisi della squadra guidata da Mister Daniele De Rossi dopo la conferma casalinga contro il Brighton

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Bella! La Roma vista ieri, oltre ad essere stata unita e gagliarda, è stata davvero tanto bella.

Negli ultimi anni ci siamo quasi disabituati all’utilizzo del termine “bello”. Ma la cosa che pare essere ancora più difficile da comprendere è stata l’accettazione di questa situazione come una resa incondizionata e irreversibile, a prescindere dalle possibili proposte risolutive.

Sono sempre stato convinto da quando lo seguo che il calcio sia una materia molto semplice da capire ma davvero complessa da spiegare. Il bel gioco si intuisce subito ma quando si prova a spiegare come si sia raggiunto quel livello le parole si perdono. Deve essere un dovere però provare ad ambire a livelli altissimi se non altro per amore di chi tifa quella maglia e quando questo accade è obbligatorio che tutti, ma proprio tutti, si tolgano il cappello ed applaudano.

Perché questa squadra è stata sempre accusata e discussa (a volte anche a ragione ma spesso per nascondere errori altrui fin troppo evidenti), ma dopo prestazione del genere deve ricevere il giusto premio.  Perché quegli stessi interpreti che fino a pochi mesi fa faticavano a superare la metà campo ed avevano come principale obiettivo quello di limitare i danni, ieri si sono resi protagonisti di una prestazione tecnica e tattica di altissimo livello. E deve essere sacrosanto sottolinearlo.

Abbiamo visto finalmente un portiere, capace di garantire sicurezza non solo al reparto difensivo ma all’intera squadra; abbiamo visto una coppia di centrali difensivi capaci di arginare in maniera perfetta gli attacchi di una squadra che ha fatto il suo successo negli ultimi anni grazie alla fantasia nella tre quarti avversaria; abbiamo visto un Celik in versione Maicon ed un Leandro Paredes salire in cattedra come un magnifico rettore.

E poi ci sono i soliti Dybala e Lukaku che anche con una singola giocata o con un pressing ben fatto hanno fatto e continuano a fare la differenza. Ma una menzione speciale la merita Stephan El Shaarawy. Se ieri tutta la squadra ha girato e se stiamo tornando a vedere lo Spinazzola che abbiamo conosciuto solo per poco tempo prima dell’infortunio, è solo grazie alla doppia fase del “faraone”. Pare essere la pedina più importante per questo sistema di gioco (somigliando, nel sacrificio, a quel Samuel Eto’o fondamentale ed imprescindibile nell’Inter del Triplete).

Altro dato significativo è quello legato all’intercambiabilità dei ruoli: mai come nelle ultime partite, infatti, stiamo vedendo giocatori svariare da un ruolo ad un altro, annullando così i punti di riferimento dell’avversario, che non riesce mai a trovare le giuste contromisure.

In questo tripudio di gioia sembra quasi che io abbia dimenticato gli elogi per la guida tecnica. E probabilmente, questa dimenticanza lo renderebbe anche felice perché, come dice sempre lui, i meriti vanno a chi scende in campo. Ma tutto quanto scritto richiama a lui. Tutto. Dall’inizio. Perché essere tifosi della Roma è sempre bello ma avere lui alla guida della nostra squadra lo è ancora di più. Perché lui è romanista come noi e ha avuto il merito di riportare nei nostri occhi il vanto e la luce. Dopo Disfatte e Rabbia (DDR).

DI ANTONIO PASTORE

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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