Carabinieri, operazione contro la ‘ndrangheta a Vibo Valentia. In manette il latitante Giuseppe Salvatore Mancuso

Vibo Valentia. Nel corso della notte scorsa i militari del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia e della Compagnia di Tropea (Vibo Valentia) hanno fatto irruzione in un’abitazione di Zaccanopoli arrestando Giuseppe Salvatore Mancuso, figlio di Pantaleone Mancuso detto “l’ingegnere”.

Giuseppe Salvatore Mancuso era  ricercato da più di un anno. Aveva fatto perdere le proprie tracce nel settembre 2018, quando evase dagli arresti domiciliari che stava scontando presso la propria abitazione di Nicotera.

Le armi sequestrate dai Carabinieri

All’irruzione dei Carabinieri è stato trovato in compagnia di 2 un uomo e di una donna che sono stati arrestati per favoreggiamento.

Nel corso delle perquisizioni sono stati ritrovati una pistola con matricola abrasa, un fucile di precisione, 2 passamontagna e svariate munizioni, oltre a circa 9 mila euro in contanti.

L’uomo è stato così portato nel carcere di Vibo Valentia dove dovrà scontare una pena residua di 5 anni e 4 mesi emanata dal Tribunale di Milano oltre che una misura cautelare nell’ambito di un provvedimento penale della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria (rientrante nell’ambito dell’Operazione antidroga denominata “Mediterraneo”, per la quale doveva scontare 11 anni di carcere dopo la sentenza del Tribunale di Palmi).

L’arresto di Mancuso è stato coordinato dalla Direzione Distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri.

“Tutto questo – ha spiegato Gratteri – dimostra l’attenzione che abbiamo posto sulla provincia di Vibo ma anche l’alta qualità che sta esprimendo il Comando provinciale dei Carabinieri. Il nuovo Colonnello Capece è il degno sostituto del Colonnello Magro e nel mio ufficio lavorano su questo circondario tre sostituti procuratori. I quali sono una garanzia non solo sul piano della conoscenza ma anche sul piano dell’alta professionalità dimostrata”.

“Mancuso – conclude Gratteri – è stato trovato in casa di insospettabili. Aveva delle armi e, tra queste, anche un fucile capace di colpire a un chilometro di distanza. Pensiamo che potesse servire per fare un omicidio e, quindi, lo abbiamo fermato in tempo”.

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