Quella tra il neo tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco e l’AS Roma, presentato ufficialmente come tale mercoledì scorso a Trigoria, è una storia profonda e importante iniziata ben 20 anni fa. L’approdo nella Capitale in qualità di tecnico del Club nel quale ha militato per 4 stagioni a partire dal ’97 e con il quale ha vinto lo scudetto nel 2001, ha significato davvero molto per il 47enne pescarese: “Sono molto felice di essere tornato a Roma, ad allenare una squadra che ha sempre rappresentato molto per me.”.
Queste difatti sono state le prime parole dell’ex Sassuolo in seguito alla firma apposta sul contratto biennale che lo legherà al Club capitolino -almeno- fino al 2019. Nonostante lo slittamento del suo arrivo, dovuto ai tempi necessari per la risoluzione della clausola di 3 milioni che lo legava alla Società neroverde, finalmente Di Francesco è riuscito a coronare un sogno nel medesimo Club, evolvendosi da giocatore ad allenatore, con una piccola parentesi da team manager nel 2005-2006, a riprova del forte legame rimasto sempre vivo nonostante il passare degli anni.
Proprio al fine di rendere possibile questo suo nuovo importante impegno, ritenuto dallo stesso ex centrocampista un’opportunità unica nonché imperdibile, sono state rifiutate considerevoli alternative. A rivelare l’emblematico retroscena è stato il giornalista/esperto di mercato Gianluca Di Marzio nel corso della trasmissione Calciomercato – L’originale targata Sky. Di Francesco fortemente motivato a tornare nella Capitale dopo la conferma del secondo addio di Spalletti, ha invero declinato ben due offerte: quella formulatagli dallo Zenit e quella avanzata dal Sassuolo.
Nel primo caso, l’attuale tecnico della Roma ha detto no ad un contratto triennale con annesso un pagamento di 4 milioni a stagione mentre nel secondo, ha rinunciato alla proposta del rinnovo per altri 4 anni a 2 milioni, pur ammettendo candidamente che il Sassuolo avrà sempre un posto speciale nel suo cuore. Ad ogni modo, il futuro dei due Club sarà ora affidato alla guida di Mancini (in Russia) e Bucchi. Per Di Francesco difatti, ancora una volta, c’è solo l’AS Roma.
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