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Economia, alle cose semplici ci si arriva passeggiando. Ce l’ha insegnato Rousseau

Di Alessandro Monaco*

Roma. Una cosa che si può trarre dal libro “Fantasticherie del passeggiatore solitario” di Rousseau, tanto osannato dai grillini (ma lo avranno mai letto?) è, secondo me, che passeggiare aiuta a riflettere, quindi a formare il pensiero.

Il filosofo Rousseau tanto caro ai 5Stelle

L’Italia è in crisi. Gli indici ISTAT ci dicono che 5 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà. Il Governo giallo-verde propone misure straordinarie per dare risposte concrete ed immediate, quali il reddito di cittadinanza (termine usato impropriamente perché nel concreto tale non è) che andrà a incidere sul debito pubblico, continuando così a scaricare sul futuro dei nostri figli le nostre responsabilità sulle scelte di politica economica.

Un film già visto e già aspramente criticato ma la cui sceneggiatura si continua a porre a base di nuove proposte che di nuovo non hanno niente se non titoli forse più affascinanti ma senz’altro privi di contenuti.

Analizzando la proposta governativa emerge che il reddito di cittadinanza presuppone a monte la riforma dei Centri per l’Impiego che a detta del sociologo De Masi, da sempre vicino al mondo pentastellato, necessiterebbe di un tempo di circa tre anni.

La politica degli annunci ci informa invece che come per magia la predetta struttura, attualmente inutile e quasi fatiscente, come testimoniato da recenti indagini televisive, verrebbe riformata in appena 3-6 mesi. Tale metodologia propagandistica continua, nei toni e nei contenuti, quella elettorale di sei mesi fa, allorquando si prometteva la cancellazione della legge Fornero già in occasione della prima seduta del Consiglio dei Ministri.

L’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero

Nel frattempo, passano i mesi, gli indigenti aumentano, non si risolvono i problemi, ma si impiega il tempo indicando al loro popolo i “pensionati d’oro” come nuovi nemici che sono la causa di tutto. È già accaduto nella storia sotto altre sfumature. Parafrasando Arnaldo Testi, quando sciovinismo e populismo crescono insieme generano una sorta di irrequieta aggressività nei settori più svantaggiati che quindi più si dimostrano sensibili a chi predica la necessità di una guerra, e la guerra richiede dei nemici.

Poche ore fa, passeggiando per il centro del mio piccolo comune friulano, ho guardato il nuovo impianto fotovoltaico installato sul tetto di un edificio scolastico di recente ristrutturazione ed i marciapiedi delle strade del centro, interamente rifatti. Piccoli e medi interventi che non hanno di certo risolto la grave crisi, ma che hanno dato di certo lavoro ad alcune aziende, e persone, del luogo.

Continuando la passeggiata, mi sono ricordato che qualche anno fa il Movimento 5 Stelle si opponeva alle grandi opere, da loro ritenute inutili, proponendo invece che le risorse fossero destinate a piccoli-medi interventi utili a combattere il dissesto idro-geologico e per l’ammodernamento viario e ferroviario.

Allora, fumando la pipa, mi chiedo perché perdere tre mesi di tempo a prospettare efferati ed incostituzionali interventi sui “pensionati d’oro” e non proporre e attuare in 2 settimane, tempo sufficiente ad approvare una norma di legge in considerazione della larga maggioranza parlamentare di cui dispone il Governo, un contributo di solidarietà, da imporre su tutte le tipologie reddituali, in misura proporzionale e a partire dalla soglia dei 2 mila euro. Contributo utile per costituire un Fondo nazionale per appaltare immediatamente quelle piccole-medie opere, di valore al di sotto della soglia europea, quindi ditte solo nazionali, ma che darebbero da subito lavoro a decine di migliaia di operai e, di rimessa, rinnovato impulso al prodotto interno lordo.

La grave crisi della Nazione, l’indigenza di 5 milioni di italiani, meritano senz’altro che il Governo vari, similarmente a quanto fatto per la ricostruzione del ponte di Genova, dei provvedimenti eccezionali, in deroga anche al Codice degli Appalti, atti a velocizzare le procedure per l’affidamento dei lavori, nominando altresì un Commissario ad hoc.

Potrebbe altresì essere creata una task force, formata da professionisti di spessore tecnico e morale, che dovrebbe avere delle diramazioni similari a livello regionale e/o provinciale allo scopo di appaltare con carattere di immediatezza dei lavori necessari a mettere in sicurezza il territorio, delle opere di manutenzione stradali ed altre volte al risparmio energetico degli edifici pubblici.

Tali opere dovrebbero essere realizzate utilizzando prioritariamente manodopera locale e così anziché dare a quegli operai il divano ed il reddito di cittadinanza, si darebbe loro lavoro e la dignità.

Sono uomo del Sud, amo il mio Sud ma lo conosco anche troppo bene.

Certo, il pericolo di infiltrazioni, soprattutto nelle regioni meridionali è alto, anche se questo rischia di essere un luogo comune. Pertanto, andrebbe anche previsto l’impiego, ove necessario, del comparto sicurezza (Forze di Polizia e Forze Armate) con scopi di vigilanza e controllo del territorio. E magari anche di personale in quiescenza dello stesso comparto per la costituzione di commissioni di controllo amministrativo, procedurale e, perché no, anche tecnico-operativo.

Poliziotti e Finanzieri durante un controllo

Si parta con la riforma dei Centri per l’Impiego, ci mancherebbe, ma si dia il via anche alle procedure per la realizzazione di quei lavori che, per complessità progettuale, necessitano di più tempo e che, per impegno economico, sono senz’altro al di sopra della soglia europea. Per esempio, del rifacimento delle reti autostradale e ferroviaria.

Magari in Sicilia, dove sviluppo e ammodernamento sono fermi da decenni per larga parte.

In sintesi, si tratterebbe di fare interventi immediatamente appaltabili e, allo stesso tempo, avviare l’iter progettuale per quelli più complessi, al fine di dare un’immediata e più utile risposta alle esigenze del Paese. Tali provvedimenti sarebbero largamente condivisi anche dai mercati finanziari e l’imposizione di un contributo di solidarietà sarebbe largamente accettato, perché se ne condividerebbero gli scopi. Si avrebbe un non indifferente conseguente impulso alla crescita e, venendo alle pensioni, un sensibile aumento dell’ammontare dei contributi previdenziali versati. Non è poco.

Mi rendo conto, tutto ciò può apparire il più semplice dei pensieri durante una passeggiata in una bella mattinata autunnale, fumando la pipa. Mi sono scordato, infatti, e per un attimo, che i grillini, con il silenzio/assenso leghista, non credo desiderino veramente risolvere i problemi degli italiani. Se lo facessero, l’odio sociale che hanno scatenato, e che costituisce la principale fonte per i futuri successi elettorali, diminuirebbe o cesserebbe. Sarebbe la fine.

Quindi W la povertà, o meglio la decrescita felice, tanto è sufficiente indicare un nemico perché il popolo acclami, e si vada avanti! Eppure, basterebbe che i discepoli del filosofo svizzero passeggiassero di più … ma molto in là.

*Generale di Brigata (Ris.)

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