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Guardia di Finanza: operazione “Stolen Sun”. Scoperta a Trapani una truffa milionaria sugli incentivi per gli impianti fotovoltaici, denunciati due manager e sequestrati beni per 5 milioni di euro

Di Marco Lainati

Trapani. Supera i 5.000.000 di euro il sequestro d’urgenza che il GIP del Tribunale di Palermo ha disposto a seguito dell’operazione denominata “Stolen Sun”, condotta dai finanzieri del Comando Provinciale Trapani sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, grazie alla quale è stato possibile scopre una truffa aggravata commessa ai danni dello Stato messa a segno mediante l’indebita percezione di contributi pubblici previsti dal Decreto interministeriale 16 febbraio 2016, nello specifico erogati in favore del GSE S.p.A. (Gestore Servizi Energetici) per finanziare interventi finalizzati all’incremento dell’efficienza energetica, nonché per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.

Secondo quanto fatto emergere dagli investigatori della GDF trapanese, una società specializzata in impiantistica con sede a Partinico (PA), nel periodo compreso tra gli anni 2017/2020 avrebbe presentato circa 2.300 richieste per la fornitura e l’installazione di impianti solari termici, a seguito delle quali avrebbe pertanto incassato incentivi in tutto (o in parte) non spettanti, ciò per un importo totale che ha superato la considerevole cifra di 5 milioni di euro.

Il sistema escogitato dai due “dominus” della vicenda sarebbe consistito nel presentare all’Ente erogatore documenti sui quali erano apposte firme apocrife (apparentemente riconducibili ai clienti della società ma in realtà predisposti “ad hoc” dai suoi stessi responsabili), fatture sostanzialmente false poiché recanti importi gonfiati oppure riferite ad installazioni mai effettuate, nonché allegando copie di ricevute di bonifici bancari che, nella realtà, non erano mai stati disposti.

Militari della Guardia di Finanza impegnati in attività d’ufficio

La non semplice indagine ha preso avvio dopo la denuncia presentata da un importante istituto di credito il quale, dopo essere stato attivato dall’Ente erogatore (GSE), ha di fatto appurato la materiale contraffazione di una decina di ricevute di bonifico bancario, in precedenza presentate proprio per ottenere il rimborso dei suddetti incentivi pubblici destinati alla messa in opera di impianti fotovoltaici.

Dopo aver acquisito le dichiarazioni rese dai soggetti che avrebbero dovuto disporre i citati bonifici disconosciuti dall’istituto bancario di cui sopra, ne è stato così appurato il carattere fraudolento al quale si aggiunge il fatto che gli stessi – a fronte dell’installazione di tali impianti – ne pagavano sovente i costi in denaro contante o comunque, nel caso in cui il pagamento fosse stato tracciabile, per importi comunque decisamente inferiori a quelli invece falsamente indicati nelle ricevute di bonifico trasmesse al portale GSE, senza considerare il fatto di non aver mai firmato l’ulteriore documentazione necessaria per l’ottenimento del contributo (che difatti veniva predisposta e firmata dalla società all’insaputa dei clienti).

Una frode a tutto tondo dunque, che ha esteso le attività degli investigatori sulla totalità delle suddette richieste di incentivo, dimostrando come il sistema fraudolento orchestrato dalla società finita al centro dell’inchiesta non sarebbe stato circoscritto a poche pratiche, ma avrebbe bensì interessato tutti i fascicoli ammessi al beneficio economico; ciò attraverso un molto ben   congegnato sistema di raggiri e falsità in atti pubblici che avrebbe cosi garantito alla società indagata importanti ma altrettanto indebiti profitti, oltre ad una maggiore competitività sul mercato a danno di una concorrenza che, operando correttamente, non poteva certo controbattere a prezzi così bassi perché evidentemente “alimentati” da retrostanti condotte illecite.

Oltre alla denuncia dei due amministratori della società installatrice, che presto dovranno rispondere dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e sostituzione di persona, è stata altresì segnalata la società per responsabilità amministrativa secondo quanto previsto dal D.Lgs. 231/2001.

Tra i beni finiti invece sotto sequestro figurano tutti i conti riconducibili ai responsabili ed alle imprese da loro amministrate e quattro immobili di loro proprietà, oltre al blocco preventivo di due complessi aziendali reso necessario per impedire la prosecuzione dei reati.

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