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Guardia di Finanza: Treviso, rientrati da tempo nei loro Paesi d’origine ma ancora percettori dell’Assegno Sociale. Denunciati 9 cittadini stranieri

Di Marco Lainati

Treviso. Oltre ai troppo “scaltri” in tema di Reddito di Cittadinanza esistono anche coloro che truffano l’INPS sul c.d. “Assegno Sociale”, ovvero di quella forma di sussidio economico prevista per quei cittadini che, avendo raggiunto un’età di 67 anni e versando in condizioni di serie difficoltà economiche, hanno diritto ad un assegno di 460 euro per tredici mensilità.

Gli altri requisiti previsti per l’ottenimento di tale beneficio sono la residenza effettiva, stabile e continuativa nel territorio italiano (almeno 10 anni), nonché la comunicazione allo stesso Istituto di previdenza dei periodi trascorsi all’estero superiori ai 30 giorni, i quali – se arrivano a superare l’anno – comportano la revoca del citato assegno.

Sono proprio questi gli obblighi sui quali avevano colpevolmente “nicchiato” 9 cittadini stranieri, pizzicati dalla Guardia di Finanza di Treviso a seguito di una penetrante attività ispettiva svolta proprio a contrasto delle indebite percezioni di contributi pubblici, che ha visto anche il prezioso supporto dei competenti uffici dell’INPS.

Per verificare la reale sussistenza dei requisiti contemplati nella vigente normativa, i finanzieri trevigiani sono ricorsi allo strumento telematico andando ad incrociare vari elementi informativi presenti sulle banche-dati in uso al Corpo, e da lì vagliato le posizioni di molti soggetti sino ad arrivare a circoscrivere quelle che si presentavano palesemente irregolari, ovvero di quei cittadini stranieri che – pur avendo da tempo fatto rientro nei loro Paesi d’origine – continuavano comunque a intascare tranquillamente soldi a spese dello Stato Italiano.

Attività d’ufficio

Tra i casi più eclatanti emersi dai controlli figura quello di un cittadino argentino, tornato nel paese sudamericano nel 2016 senza più far rientro in Italia, che nell’ultimo quinquennio aveva comunque intascato circa 27.000 euro.

Significativi anche quelli di un marocchino ormai cancellato dai registri anagrafici del Comune di Mogliano (TV), il quale seguitava ad attestare all’INPS di risiedere presso l’abitazione di una cittadina (dalla quale risulta però legalmente separato), oppure anche quello di un cittadino algerino la cui residenza risultava ancora nella città di Treviso (ma nel cui alloggio c’è oggi un nucleo familiare a lui completamente estraneo).

Per i nove cittadini stranieri risultati non in regola ai suddetti controlli sono così scaturite altrettante denunce alla Procura della Repubblica di Treviso per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Contestualmente ai suddetti provvedimenti d’ordine giudiziario, gli stessi responsabili sono altresì stati segnalati all’INPS per il conseguente avvio delle procedure di sospensioni dell’assegno sin qui devoluto, nonché per il recupero delle somme indebitamente percepite che ammontano a circa 130.000 euro.

 

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