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Libia, dai radar che monitorano l’embargo sul Paese nord africano all’organizzazione turca

Di Giusy Criscuolo

Questa mattina attraverso il sito Ital Mil Radar è stato possibile seguire il primo sorvolo aereo dell’Operazione IRINI su quello specchio del Mediterraneo, nel quale è stato deciso di monitorare il traffico marittimo proveniente dalla Turchia e diretto in Libia. Obiettivo della Missione Europea, lanciata da EUNAV FOR MED, far rispettare l’embargo sulle armi dell’ONU in Libia.

Operation IRINI

L’aereo facente parte dell’Operazione “IRINI” (che in greco vuol dire pace) è spiccato in volo per la sua prima missione, partendo dalla base NATO di Sigonella in Sicilia. Dal sito si evince che l’aereo Fairchild Dornier SA-227DC (N919CK) partito da Sigonella AB, era in missione per monitorare una nave turca diretta verso le coste della Libia Occidentale.

Il sito web, che ha delineato il tracciamento dell’itinerario, ha evidenziato come il velivolo abbia sorvolato lo spazio aereo a largo della Libia per seguire la nave da carico turca “Parpali”.

Inoltre secondo quanto appreso dal quotidiano locale alsaaa24, da venerdì 20 marzo, nonostante la sospensione del traffico aereo dettato dal coronavirus, sono stati rilevati 3 voli sconosciuti, partiti da Istanbul e diretti a Misurata.

Nave Cargo Turca Parpali

Sempre sabato 28 marzo un aereo della compagnia libica Airbus A320-214 è decollato dall’aeroporto di Misurata, diretto all’aeroporto di Istanbul, in Turchia.

Ricordiamo che l’aeroporto internazionale di Misurata, si trova sotto il controllo delle milizie armate che appoggiano lo GNA. Le stesse milizie, lo scorso 14 marzo hanno annunciato che a causa della pandemia mondiale in atto, è stato negato agli stranieri l’ingresso. Nonostante ciò i voli e gli scambi marittimi tra l’Anatolia e il Paese nord Africano non sembrano essere cessati.

A dare un quadro più preciso su come si stiano organizzando i militari turchi in Libia, una fonte che ha preferito rimanere anonima e che ha dato delle informazioni riservate al canale 218. La fonte dice che, alcuni ufficiali turchi nella serata di domenica hanno installato un dispositivo di blocco nell’aeroporto di Maitika. L’obiettivo sarebbe quello di bloccare la copertura delle reti televisive di Libyana, Al Madar e LTT è di bloccare la copertura dei servizi Internet nelle vicinanze dell’aeroporto. Il tutto per gestire in sicurezza il decollo dei droni turchi. Questo affinché gli aerei non vengano fotografati durante il decollo e non venga data la posizione in tempo reale dei velivoli diretti a colpire l’Esercito Arabo Libico.

La fonte ha aggiunto che prima di questo dispositivo ne è stato installato un altro, che serviva ad intercettare ed interrompere ogni operazione portata avanti dal LNA nei pressi dell’aeroporto.

ItalMilRadar sul primo lancio dell’Operazione IRINI

L’anonimo, che sembrerebbe essere un pentito vicino allo GNA, ha inoltre sottolineato che i veicoli e le munizioni arrivano attraverso grosse navi cargo provenienti dalla Turchia e che hanno come destinazione di approdo i porti di Misurata e Tripoli.

Ed è proprio sulla base di questa conferma che si chiarisce come mai il Consiglio presidenziale abbia respinto l’operazione europea lanciata da EUNAV FOR MED, Operation IRINI, il cui compito è di monitorare l’embargo sulle armi dirette in Libia.

Ma le preziose rivelazioni che l’anonimo ha rilasciato, danno specifiche su come i droni turchi arrivino nel Paese nord africano. I droni sembra che giungano smontati e collocati in scatole di legno, le quali vengono caricate su aerei libici diretti all’aeroporto di Misurata. La scelta dell’aeroporto sembra essere dettata, da due motivi. Il primo motivo è dato dalla copertura del dispositivo di protezione dell’aeroporto montato dai turchi e che in questi giorni sta permettendo un monitoraggio sicuro e un sistema di difesa della zona aerea circostante Misurata. Il secondo motivo è dettato dal fatto che, essendo l’artiglieria aerea dell’Esercito Arabo Libico, concentrata soprattutto sulla zona di Maitika (Tripoli), è più facile scongiurare un attacco terra aria verso gli aerei che atterrano a Misurata.

Miliziani pro Turchia

Sempre secondo le informazioni rilasciate al canale 218, nella giornata di ieri si sarebbe tenuta una riunione alla quale hanno partecipato un certo numero di funzionari del Ministero degli Interni congiuntamente ad alcuni elementi del Servizio di sicurezza interna, dell’ intelligence e di uomini appartenenti alla Brigata Bab Tajura, Al-Nawasi, ai rivoluzionari di Tripoli e alla Forza di deterrenza speciale, questi ultimi con il compito di comunicare il tutto al Ministro degli Interni del governo di Accordo, Fathi Pashaga.

La fonte ha altresì dichiarato che l’aeroporto di Maitika, nella prossima settimana, sarà meta di numerosi aerei che porteranno un gran numero di mercenari siriani. Quindi occhi aperti sulle linee “fantasma”.

I mercenari che ad ora sono presenti in diverse città, tra cui Gharyan, Janzour, Zawiya e nell’asse della strada dell’aeroporto, starebbero tutti combattendo sotto il comando di Abdul-Ghani al-Kakli, conosciuto come Ghenwa.

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