Altro che Tevez, Cavani o Neymar… in questa estate italiana l’attaccante più chiacchierato su siti e giornali è stato Miccoli, bomber del Palermo finito al centro delle cronache per le sue amicizie poco raccomandabili e le intercettazioni telefoniche in cui rivolgeva gravi offese alla memoria di Giovanni Falcone, seguite dalla conferenza stampa in cui chiese scusa a tutta la città.
Si sa, quando ci si sente soli con tutto il mondo contro le soluzioni sono due: una sarebbe quella di scappare, allontanarsi dalle polemiche che ci circondano. E l’idea è venuta in mente anche a lui, pronto ad emigrare verso l’Australia a seguito di un’offerta da parte dei Melbourne Victory, magari non molto interessante dal punto di vista tecnico, ma che avrebbe permesso a Fabrizio di mettere una pietra sopra a questa vicenda e vivere più serenamente. La seconda sarebbe quella di tornare a casa, per ricevere l’affetto di cui si ha bisogno.
Nella vita si deve sempre cercare di realizzare i propri sogni, per non avere rimpianti… e quello del salentino è sempre stato lo stesso, fin da quando era ragazzo: giocare nella sua squadra del cuore, il Lecce, e segnare un gol sotto la curva nord, dove risiedono gli ultrà giallorossi.
A 34 anni è giunto il momento di far diventare realtà tutto ciò, di non ragionare come ogni calciatore fa, con un occhio al portafoglio, ma di scegliere con il cuore la strada migliore.
Due immagini sono indelebili per descrivere l’amore che il giocatore prova per questa maglia: il 6 febbraio del 2011 segnò un gol su punizione contro i pugliesi, non esultò ed uscì dal campo in lacrime, nella ripresa non rientrò sul terreno di gioco, guardò i secondi 45 minuti dalla panchina. Mentre il 7 maggio 2011, durante la partita Palermo-Bari che si concluse con il risultato di 2 a 1 per i siciliani, alla sua rete Miccoli esultò guardando dritto verso la telecamera urlando un “forza Lecce” che evidenziò tutta la sua gioia nell’aver fatto uno sgarbo ai baresi.
Di soddisfazioni nella sua vita calcistica se ne è tolte, magari non abbastanza quanto avrebbe meritato, ma il Romario del Salento ha mostrato sin da bambino le sue qualità, quando riuscì ad entrare nel settore giovanile del Milan, conquistando anche un campionato giovanissimi. Ma dopo due anni al nord la lontananza dalla terra natia era troppo forte e decise di tornare a casa, precisamente nel Casarano dove ebbe inizio la sua carriera, che lo vide nelle stagioni successive cambiare diverse squadre, passare dalla Ternana al Perugia, finire alla Juventus, poi alla Fiorentina ed al Benfica. Fino al 2007 quando lega la propria storia a quella del Palermo, diventando il miglior cannoniere rosanero di tutti i tempi con 81 reti.
Ora inizia un’altra sfida per il campione nato a Nardò, una doppia scommessa da vincere: far dimenticare la burrascosa estate e trascinare la sua squadra in serie B a suon di gol. Pronto a far gonfiare la rete dove ha sempre desiderato: con la maglia giallorossa sul rettangolo verde del Via del Mare…
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