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Oscar 2016: trionfano Morricone, DiCaprio, Iñárritu e soprattutto i messaggi lanciati dai vincitori!

Ieri notte presso il Dolby Theatre di Los Angeles è andata in scena l’ottantottesima cerimonia degli Oscar, presentata per la seconda volta dall’attore e sceneggiatore comico Chris Rock. La serata ha da un lato riservato numerose sorprese, mentre dall’altro non ha deluso le aspettative della maggior parte degli appassionati di cinema, soprattutto italiani, ben lieti di veder trionfare il Maestro Ennio Morricone (il più anziano vincitore della storia degli Oscar) e l’attore Leonardo DiCaprio, sottopostosi a numerose prove fisiche ed emotive per interpretare il trapper Hugh Glass.
Il successo più inaspettato è stato quello di Mark Rylance nella categoria Miglior Attore non Protagonista per la sua interpretazione ne il Ponte delle Spie. Come previsto, Mad Max: Fury Road, è invece riuscito a far incetta di statuette (in particolar modo nelle categorie tecniche), vincendone 6 su 10 per le quali aveva ricevuto le nominations. The Revenant, pur conquistando “solo” tre Oscar su ben 12 candidature, si è aggiudicato le più ambite, ovvero quella per il miglior regista, alias Alejandro González Iñárritu, quella per il miglior attore protagonista quale Leonardo DiCaprio ed infine, quella per la migliore fotografia, curata da Emmanuel Lubezki. Per quanto riguarda invece la categoria più bramata, relativa al miglior film dell’anno, l’Oscar è andato al Caso Spotlight. A prescindere dai vincitori, l’aspetto più interessante della serata è stato quello riguardante il fatidico e atteso momento dei ringraziamenti, sfruttato in particolar modo da alcuni trionfatori, per lanciare importanti messaggi di carattere sociale e culturale.
RockOscar
Lo stesso Iñárritu, salito sul palco per il secondo anno consecutivo (in seguito alla vittoria ottenuta con Birdman-L’imprevedibile virtù dellignoranza), dopo aver ritirato la statuetta, si è pronunciato per contrastare la discriminazione razziale: “Io sono fortunato a poter essere qui in questa serata, ma altri non hanno avuto la mia stessa opportunità. La generazione odierna ha la possibilità di poter oltrepassare ogni pregiudizio, di potersene liberare e considerare il colore della nostra pelle, rilevante quanto la lunghezza dei nostri capelli”. Il regista messicano, è stato il primo di tale nazionalità capace fino ad ora, di ricevere due candidature e aggiudicarsi i relativi premi, per due anni consecutivi.

Inoltre Iñárritu è così riuscito ad eguagliare il primato conquistato da Joseph L. Mankiewicz, vincitore nel 1949 e nel 1950 nella categoria miglior regista, rispettivamente per  Lettera a tre mogli ed Eva contro Eva. La tematica affrontata dal cinematografo di Città del Messico, è stata in realtà ampiamente introdotta da Chris Rock e dal suo monologo d’apertura: “Se solo ci fosse stata una nomination per il presentatore io non sarei qui stasera!”; dopo qualche battuta circa la cerimonia “estremamente white” Rock ha poi seriamente aggiunto: “Il desiderio è che gli attori di colore abbiano finalmente le stesse opportunità di quelli bianchi! Non ci dovrebbe neppure essere la divisione di categorie per genere in realtà”. E proprio a tal proposito, in nome della difesa dei diritti della comunità LGTB è sceso in campo Sam Smith, vincitore per la migliore canzone “Writing’s on the Wall” del film Spectre. Il cantante inglese ha difatti così celebrato il personale trionfo: “Ho letto un articolo in cui Ian Mc Kellen affermava che nessun uomo apertamente gay, sarebbe riuscito ad ottenere un Oscar, anche se in realtà è già accaduto io il mio lo dedico alla collettività LGTB di tutto il mondo”.
Un momento molto toccante si è poi verificato dopo l’esibizione di  Lady Gaga: al termine della sua canzone Til It Happens To You, intonata contro le violenze sessuali, tutte le persone presenti sul palco, ovvero reali vittime di tali abusi, hanno ricevuto una ad una l’abbraccio di Brie Larson mentre scendevano. L’attrice outsider ha successivamente vinto l’Oscar alla sua prima nomination (cosa che non accadeva dal 1987 quando Marlee Matlin vinse per Figli di un Dio minore), in qualità di protagonista del film Room, che tratta appunto la delicata tematica. In seguito, a condividere un altro importantissimo messaggio umanitario è stato proprio Leonardo DiCaprio, finalmente vittorioso dopo 6 candidature, attraverso questo sincero discorso: “Per girare Revenant e trovare la neve in un periodo freddo, siamo dovuti arrivare fino al Polo Sud. Ciò simboleggia il cambiamento climatico in atto e non è una cosa da sottovalutare, è una concreta minaccia per la nostra specie e l’ambiente ed è per questo che dobbiamo smetterla di posticipare e sostenere i leader mondiali che parlano in nome dell’umanità e non delle grandi multinazionali e di coloro che inquinano. Gli indigeni e gli autoctoni ne subiranno le conseguenze come i figli dei nostri figli e tutte le persone alle quali hanno tolto la voce in nome del potere. Non diamo per scontato il nostro pianeta, io stesso non davo per scontata questa serata”.
Larson abbracci esibizione LadyGaga
In quanto a problematiche sviscerate, i produttori de Il Caso Spotlight non sono stati certo da meno: “Questa è una vittoria importante, sappiamo che la cosa andrà fino in fondo, fino ad arrivare al Vaticano. E’ giunto il momento per Papa Francesco di restaurare la fede e proteggere i bambini. Con queste significative parole Michael Sugar, salito sul palco con l’intero cast per ritirare la statuetta vinta nella categoria miglior film, ha lanciato un vero e proprio appello contro la pedofilia. Nel corso dell’ottantottesima cerimonia degli Oscar sono quindi emersi importanti aspetti che vanno ben oltre il mero ambito cinematografico o il patinato mondo di Hollywood. Molti vincitori hanno sentito il bisogno di limitare i ringraziamenti personali, in modo da catalizzare le riflessioni del grande pubblico su tematiche scomode e che dovrebbero invece, essere poste al centro dell’attenzione non solo mediatica, ma anche mondiale attraverso impegni nonché cambiamenti concreti.
Morricone
Un’ultima doverosa nota di merito, deve essere senza dubbio dedicata ad Ennio Morricone, il musicista e compositore romano premiato dalla giuria hollywoodiana alla soglia degli 88 anni, per la migliore colonna sonora realizzata per The Hateful EightMorricone, già candidato in cinque diverse occasioni tra il 1979 e il 2001, ha ricevuto nel 2007 il premio Oscar onorario alla carriera, la stella numero 2574 nella celebre Hollywood Walk of Fame lo scorso 26 febbraio ed infine, il Golden Globe e l’Oscar per l’opera musicale composta appunto per l’ottava pellicola di Quentin Tarantino. Il Maestro, visibilmente emozionato per il prestigioso riconoscimento ricevuto, è salito sul palco Dolby Theatre accompagnato dal figlio (ieri anche nelle vesti di interprete), leggendo coralmente e in italiano, un discorso scritto su un semplice foglietto di carta: “Ringrazio l’Academy. Il mio pensiero va agli altri nominati e posso dire che, non c’è una musica importante senza un grande film che la ispiri. Ringrazio dunque Tarantino che mi ha scelto e lo straordinario team che ha reso tutto questo possibile. Dedico questo film, questa musica e questa vittoria a mia moglie Maria.

88^cerimonia degli Oscar, ecco tutti i vincitori del 2016:

oscar-2016winner
Miglior film – Il caso Spotlight
Miglior regista – Alejandro Iñárritu, The Revenant – Redivivo
Miglior attore protagonista Leonardo DiCaprio, The Revenant – Redivivo
Miglior attrice protagonista – Brie Larson, Room
Miglior attore non protagonista  Mark Rylance, Il Ponte delle Spie
Miglior attrice non protagonista – Alicia Vikander, The Danish Girl
Miglior colonna sonora originale – Ennio Morricone, The Hateful Eight
Miglior sceneggiatura originale – Il caso Spotlight
Miglior sceneggiatura non originale – The Big Short
Miglior cinematografia – The Revenant – Redivivo
Miglior film in lingua straniera – Son of Saul
Miglior canzone originale – Writing’s on the Wall, Spectre
Migliori effetti speciali – Ex Machina
Miglior film animato – Inside Out
Miglior corto animato – Bear Story
Miglior corto live-action – Stutterer
Miglior documentario – Amy
Miglior documentario breve – A Girl in the River: The Price of Forgiveness
Miglior design di produzione – Mad Max: Fury Road
Miglior editing cinematografico – Mad Max: Fury Road
Miglior costume design – Mad Max: Fury Road
Miglior makeup e hairstyling – Mad Max: Fury Road
Miglior editing sonoro – Mad Max: Fury Road
Miglior mixing sonoro – Mad Max: Fury Road

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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